Raffreddamento ultraefficiente per future missioni spaziali: il MIT ci lavora
Il MIT sta lavorando a un progetto davvero interessante sulla gestione del calore nei reattori nucleari per l'utilizzo nelle missioni spaziali. A guidare la ricerca è Marco Graffiedi, dottorando al Dipartimento di Scienze e Ingegneria Nucleare del Massachusetts Institute of Technology, che si sta concentrando su un processo chiamato quenching, una tecnica di trasferimento termico capace di rimuovere il calore con una rapidità mai ottenuta prima.
Questa tecnologia, spiega MIT News, potrebbe permettere un giorno di rifornire le astronavi direttamente in orbita, un obiettivo chiave per i programmi spaziali come Starship di SpaceX, impegnata a rendere possibile il viaggio verso la Luna e, in prospettiva, verso Marte. Ma il principio alla base del quenching trova applicazioni anche sulla Terra, nei sistemi di raffreddamento dei reattori nucleari e dei data center ad alte prestazioni.
Il problema da risolvere è il cosiddetto effetto Leidenfrost: quando un liquido estremamente freddo, come un combustibile criogenico, entra in contatto con una superficie calda, forma un sottile strato di vapore che lo isola, riducendo l’efficienza dello scambio termico. Graffiedi sta lavorando a una soluzione per accelerare la scomparsa di questo film di vapore, rendendo il processo di raffreddamento più rapido e stabile.
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