Rifiuti, sulla chiusura del ciclo mani avanti di Avs e M5s: “No a un inceneritore”

Ottobre 9, 2025 - 02:00
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Rifiuti, sulla chiusura del ciclo mani avanti di Avs e M5s: “No a un inceneritore”
inceneritore

Genova. Il problema della raccolta dei rifiuti a singhiozzo, a Genova, e l’accumulo di spazzatura nelle strade a causa dello stop alla ricezione in alcuni impianti fuori regione, ha per forza di cose riacceso il dibattito sulla “chiusura del ciclo”, la perifrasi con cui sempre più spesso si indica un impianto di smaltimento finale del secco residuo, ciò che dell’indifferenziato non può essere recuperato.

La stessa sindaca di Genova Silvia Salis, a più riprese, negli ultimi giorni, è tornata a indicare la “chiusura del ciclo” come una priorità. E anche se oggi ha sottolineato che “le prime ipotesi da vagliare sono quelle indicate dalla Regione”, per cui si attende l’emanazione di un bando di gara pubblico, non è un mistero che gli uffici del Matitone stiano studiando la percorribilità di un’opzione che preveda un termovalorizzatore di dimensioni contenute presso la discarica di Scarpino. Le altre ipotesi emerse negli ultimi mesi sono quelle di un’area in Val Bormida, che ha già visto il territorio alzare gli scudi, o uno spazio in Valle Scrivia, vicino a Busalla.

Che siano rumors o ipotesi concrete, tanto è bastato per far agitare alcune forze del campo largo. In particolare Avs e M5s, ma anche all’interno dello stesso Pd ci sono sensibilità diverse così come in altri gruppi di maggioranza a palazzo Tursi. Ma Avs e M5s, intanto, attraverso alcuni esponenti regionali – non attraverso consiglieri o assessori comunali – sono usciti allo scoperto, o per meglio dire, ri-usciti allo scoperto, sull’argomento.

Selena Candia, capogruppo di Avs in consiglio regionale, lo fa con una nota in cui annuncia la presentazione di una proposta di legge regionale, condivisa con l’opposizione in Regione, sull’economia circolare. “Chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario – dice – ma ci sono modi economicamente e ambientalmente più vantaggiosi di un inceneritore, ridurre i rifiuti, recuperare materiali vecchi per nuovi usi e creare nuovi posti di lavoro sono gli obiettivi della nostra proposta di legge, vogliamo dare una risposta contemporanea e vincente per chiudere il ciclo dei rifiuti”.

“La Liguria è drammaticamente indietro nella raccolta differenziata rispetto alle altre regioni del nord – ricorda – Veneto e Trentino sono sopra il 75%, la Lombardia sopra il 70%. La Liguria è sotto di cinque punti rispetto alla media nazionale del 65%. È fondamentale ribaltare il sistema adottato oggi: invece che buttare tutto, è arrivato il momento di recuperare tutto”.

Traversi e Giordano (M5s): “Genova punti sulla differenziata”

Ancora più diretti i pentastellati Giordano e Traversi. “Genova non ha bisogno di un inceneritore – dicono con una nota il capogruppo regionale e il deputato M5s – ma di un piano moderno e coerente con le direttive europee, che chiedono ai territori di ridurre, riusare e riciclare: è la base dell’economia circolare, che mette al centro il cittadino e l’ambiente”.

“In Liguria la raccolta differenziata è al 60,8%, con Genova ancora ferma al 47%. Portare il capoluogo al 65%, come previsto dalle norme europee, significherebbe eliminare oltre 40mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno, riducendo così traffico, emissioni e costi di smaltimento“, affermano.

“Come M5S lo diciamo da sempre e non arretriamo di un millimetro: servono impianti di selezione, compostaggio e digestione anaerobica, non ciminiere. Serve una logistica intelligente, con cassonetti digitali, raccolta porta a porta mirata e incentivi alla riduzione dei rifiuti. E serve una Regione che investa nei centri del riuso e nella filiera del riciclo, creando lavoro e valore sul territorio. Genova e la Liguria possono e devono diventare un esempio di economia circolare e sostenibilità, non un camino che inquina”, concludono dal M5s Liguria.

La proposta di legge di Avs: “Verso un’ottica macroregionale”

“Per risolvere il problema nell’immediato proporremo alla Regione di chiedere a Roma di avviare accordi stabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti a livello macroregionale. La normativa attuale prevede infatti l’autonomia delle singole regioni. Un’ottica macroregionale è necessaria per diversi motivi: evitare di spendere altro denaro in tecnologie arretrate, come bruciare i rifiuti, che vincoleranno per decenni – spiega Selena Candia, parlando della proposta di legge sull’economia cicrolare – non lasciare ai singoli Comuni la contrattazione; ottimizzare gli impianti già presenti nelle regioni vicine. Tutto questo in attesa di un passaggio a un’economia circolare che non può più aspettare, e che via via dovrà portare come sta accadendo in Paesi come la Danimarca allo spegnimento graduale di inceneritori esistenti”.

Le alternative ci sono, secondo Avs. “L’economia circolare passa anche da una diversa impiantistica, che dà più posti di lavoro, è più veloce da realizzare, per fare un inceneritore servono almeno 7 anni, e ovviamente non ha lo steso impatto ambientale. Si parla di biodigestori, impianti Tmb, trattamento meccanico biologico, impianti di recupero e riciclaggio avanzato, impianti a biomassa. La Liguria si può candidare a essere tra le prime regioni ad avere impianti innovativi per la trasformazione e la lavorazione, con un nuovo impiego di materie recuperate dai rifiuti”, aggiunge Candia.

“Il punto nevralgico della nostra legge è la creazione di centri per il riuso e la riparazione. Dopo la raccolta di beni e materiali ancora utilizzati, possono partire attività di riparazione e ricondizionamento, la distribuzione e la vendita a condizioni agevolate delle nuove creazioni. In questo modello economico moderno, il porto di Genova potrà avere un ruolo decisivo, sia per la logistica sia per la fase successiva. Ovviamente questa proposta punta ad apportare un cambiamento strutturale per diffondere la cultura del riuso: per questo saranno promosse attività educative rivolte sia ai cittadini sia alle scuole per sostenere le buone pratiche dell’economia circolare”, dichiara la leader di AVS in Regione.

E chiarisce: “Purtroppo si parla ancora di inceneritori in Liguria perché dieci anni di amministrazioni di destra non sono state in grado di portare la Liguria ad una percentuale adeguata di raccolta differenziata, non hanno costruito gli impianti di trattamento dei rifiuti, non hanno avviato una filiera del riciclo. Questo è stato un danno colossale dal punto di vista ambientale, ma anche economico e occupazionale”.

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Redazione Redazione Eventi e News