Riso Gallo, il racconto di una filiera sostenibile e circolare
Riso Gallo presenta, presso la Cascina Erbogna e il suo stabilimento di Robbio, il suo report di sostenibilità: fra le novità emergono lo sviluppo di un’applicazione digitale, la carta del riso e il rinnovo del packaging
All’alba dei suoi 170 anni di storia, Riso Gallo presenta il nuovo report di sostenibilità, un piccolo tassello che testimonia l’impegno dell’azienda nell’adozione di pratiche sostenibili e di un’agricoltura di precisione.
Fil rouge della giornata, la condivisione di strumenti innovativi e tecnologici capaci di generare un circolo virtuoso lungo l’intera filiera: da Gallo4farmers, l’applicazione realizzata in collaborazione con X-farm, alla Carta del riso, fino alla modernizzazione del packaging.
Dal 2018 a oggi, con il lancio del programma Coltiviamo il futuro, l’azienda ha dato vita a una community di realtà risicole, verificate secondo lo standard internazionale Fsa – Farm Sustainability Assessment, uno strumento volto alla misurazione delle pratiche sostenibili dell’azienda agricola.
Un’alleanza, dichiara Stefano Previgiolo, sustainability manager di Riso Gallo, “che, nel 2021, ha portato alla creazione della Carta del Riso, un documento che oggi riunisce oltre 200 aziende risicole (fra cui la Cascina Erbogna) e che quest’anno ha ottenuto una certificazione anche da parte di un ente terzo, Control Union.
Fra gli aspetti principali che chiediamo di rispettare emergono l’uso di sementi certificate alla tutela della fertilità del suolo e l’esclusione del glifosato, elementi mirati alla riduzione dell’impatto ambientale“.
Un insieme di buone azioni riconosciute dal premio Mario Preve, dedicato alla premiazione di alcune aziende della community che si sono distinte in questo cammino di sostenibilità.
Un’agricoltura di precisione: il supporto della tecnologia
In questo senso, un ulteriore step è stato compiuto nel 2023, con la collaborazione con X-Farm, una tech company che fornisce al settore agroalimentare un gestionale in grado di controllare il quaderno di campagna digitale (che dal 2027 sarà obbligatorio per tutti gli agricoltori), monitorare le coltivazioni e calcolare l’impronta di carbonio delle singole varietà di riso.
Il nostro obiettivo, continua Previgiolo, “era quello di avere un’applicazione che ci permettesse da un lato di dare all’azienda agricola un supporto tecnologico per stare al passo con i tempi e monitorare le azioni svolte, le produzioni processate e i bilanci delle annate precedenti, dall’altro offrire a Riso Gallo la possibilità di ricevere informazioni sulla filiera legate alle pratiche e alle emissioni di gas serra.
Non contenti, abbiamo successivamente riadattato la piattaforma alle nostre esigenze: e così è nata Gallo4farmers, uno strumento in grado di tenere traccia di alcuni aspetti specifici legati alla coltivazione del riso, fra cui i periodi di sommersione, asciutta ed essicazione, elementi fondamentali per misurare l’impronta di carbonio di un determinato prodotto“.
Un altro importante tool, interviene Riccardo Preve, consigliere delegato del gruppo, “è lo sviluppo – sempre all’interno dell’applicazione – di un Dss utile a prevedere gli attacchi fungini del brusore (la più grave patologia fungina del riso): un vantaggio a favore dell’agricoltore che può permettersi di utilizzare il fungicida anticipandone l’infezione“.
Una piattaforma – quella di Gallo4farmers – che, se nel 2024 contava 20 aziende, oggi è stata applicata su 60 realtà risicole.
La filiera circolare del riso
Accanto alla dimensione agricola e allo sviluppo di sistemi di produzione all’avanguardia, Riso Gallo è impegnato con un piano di efficientamento energetico e con progetti di circolarità.
Negli ultimi due anni, con l’introduzione di un impianto fotovoltaico e l’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’azienda ha ridotto i consumi del 14,5% e migliorato l’indice di intensità energetica del 9,3%.
Allo stesso tempo, Riso Gallo valorizza e dà nuova vita ai sottoprodotti del riso attraverso partnership mirate: con Ricehouse trasforma la lolla in materiali per la bioedilizia; con Albini Next sviluppa colorazioni tessili ottenute dai pigmenti dell’acqua di cottura del riso nero; con Biova Project recupera surplus alimentari per creare birre e snack sostenibili.
Attenzione al packaging e al consumatore finale
Ultimo ma non ultimo, l’attenzione al packaging, elemento chiave di una filiera sostenibile. In quest’ottica, ci siamo rivolti a Marco De Vasini, direttore marketing di Riso Gallo, che ci ha illustrato il valore dell’imballo e la reazione del consumatore finale.
“Per la scatola esterna abbiamo scelto un cartoncino certificato Fsc, mentre le maggiori difficoltà sono emerse sul film plastico necessario per il sottovuoto. Grazie alla collaborazione con Goglio siamo riusciti a sviluppare un film completamente riciclabile, mantenendo le stesse prestazioni.
Nella nostra politica degli imballaggi abbiamo poi introdotto soluzioni a minor impatto ambientale: per il Parbolaid abbiamo eliminato il film plastico e, per i prodotti a base di cereali, utilizziamo un sacchetto a doppio fondo quadro con azoto alimentare, che garantisce la conservazione del prodotto.
Inoltre, proprio sulle confezioni dei prodotti provenienti da questa filiera sostenibile abbiamo inserito un codice Qr, con un rimando al nostro sito per approfondire le iniziative intraprese“.
Un’attenzione, al momento, non ancora riconosciuta dal consumatore italiano che, a differenza di quello estero, non è in grado di giustificare l’aumento di prezzo di un prodotto derivante da agricoltura sostenibile.
L'articolo Riso Gallo, il racconto di una filiera sostenibile e circolare è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
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