Sclerosi Multipla: Fenebrutinib raggiunge risultati di Fase III senza precedenti

Novembre 12, 2025 - 01:00
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Sclerosi Multipla: Fenebrutinib raggiunge risultati di Fase III senza precedenti

Il primo (FENhance 2) dei due studi pivotali sulla Sclerosi Multipla Recidivante (SMR) ha raggiunto l’endpoint primario, dimostrando che fenebrutinib ha ridotto significativamente le ricadute rispetto a teriflunomide. Nello studio pivotale sulla Sclerosi Multipla Primariamente Progressiva (SMPP) (FENtrepid), fenebrutinib ha rallentato la progressione della disabilità almeno con la stessa efficacia di ocrelizumab, l’unica terapia approvata per la SMPP. I dati completi di entrambi gli studi saranno presentati in occasione di prossimi congressi; una volta che anche i risultati del secondo studio sulla SMR (FENhance 1) saranno disponibili, previsti nella prima metà del 2026, tutti i dati saranno presi in considerazione per la sottomissione alle autorità regolatorie.

 

 

 

Roche ha annunciato che il primo studio di Fase III (FENhance 2) dei due studi pivotali, costruiti in modo simile (FENhance 1 e 2), in pazienti con sclerosi multipla recidivante (SMR) ha raggiunto il suo endpoint primario.

Fenebrutinib, un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK), ha ridotto significativamente il tasso annualizzato di ricadute (ARR) rispetto a teriflunomide su un periodo di trattamento di almeno 96 settimane.

Anche lo studio pivotale di Fase III FENtrepid, che ha valutato fenebrutinib confrontato con ocrelizumab in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva (SMPP), ha raggiunto il suo endpoint primario.

I risultati hanno mostrato che fenebrutinib è risultato non inferiore rispetto a ocrelizumab, l’unica terapia approvata nella SMPP, nel ritardo nell’insorgenza della progressione in un periodo di trattamento di almeno 120 settimane.

Il beneficio di fenebrutinib rispetto a ocrelizumab è stato osservato già alla settimana 24 ed è durato per tutto il periodo di osservazione.

“Fenebrutinib ha sostanzialmente ridotto il numero di ricadute nella SMR e rallentato la progressione della disabilità nella SMPP. Questi risultati senza precedenti suggeriscono che fenebrutinib potrebbe potenzialmente diventare un farmaco ‘best-in-disease’ come primo trattamento orale ad alta efficacia per le persone con SMR o SMPP,” ha affermato Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche.

“Questi risultati pivotal su fenebrutinib possono offrire una nuova speranza per le persone che convivono con la SM, e confermano il nostro costante impegno verso la comunità della Sclerosi Multipla”.

La sicurezza epatica è risultata in linea con i precedenti studi su fenebrutinib. Ulteriori dati di sicurezza sono in fase di valutazione. I risultati del secondo studio di Fase III sulla SMR (FENhance 1) sono attesi entro la prima metà del 2026.

Fenebrutinib ha come bersaglio i linfociti B e la microglia.

Avere come bersaglio i linfociti B e la microglia permette di controllare l’infiammazione acuta causa di ricadute e la progressione della malattia causa di disabilità a lungo termine.

Fenebrutinib, un BTKi non-covalente, è progettato per avere elevata potenza, selettività e reversibilità.

Avere tali caratteristiche consentono a fenebrutinib di attraversare la BEE  esercitando un’azione diretta nel Sistema Nervoso Centrale.

Gli studi FENhance 1 e 2 sono studi di Fase III, similmente disegnati, multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, con doppio dummy, a gruppi paralleli, che valutano l’efficacia e la sicurezza di fenebrutinib sperimentale rispetto a teriflunomide in un totale di 1.497 pazienti adulti con SMR.

L’endpoint primario è il tasso annualizzato di ricadute (ARR). Gli endpoint secondari chiave includono il tempo all’insorgenza della progressione confermata a 24 settimane con endpoint composito (cCDP24), della progressione confermata della disabilità a 12 settimane (CDP12) e a 24 settimane (CDP24).

Lo studio FENtrepid è uno studio di Fase III, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, con doppio dummy, a gruppi paralleli, per valutare l’efficacia e la sicurezza di fenebrutinib confrontato con ocrelizumab in 985 pazienti adulti con SMPP.

L’endpoint primario è il tempo all’insorgenza della progressione confermata a 12 settimane con endpoint composito  (cCDP12).
Il cCDP è un endpoint composito che comprende tre misure di disabilità: la disabilità funzionale totale (misurata dalla Expanded Disability Status Scale [EDSS]), la velocità di deambulazione (misurata dal test del cammino di 25 piedi cronometrato [T25FW]) e la funzione degli arti superiori (misurata dal test dei 9 pioli [9HPT]).

 Fenebrutinib è un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) sperimentale, orale, che penetra all’interno del sistema nervoso centrale (SNC), reversibile e non-covalente, con un profilo farmacocinetico (PK) ottimizzato.

Fenebrutinib ha dimostrato di essere 130 volte più selettivo per BTK rispetto ad altre chinasi. Fenebrutinib è un inibitore dell’attivazione sia delle cellule B che della microglia.

Questa duplice inibizione potrebbe essere in grado di ridurre sia l’attività della malattia nella sclerosi multipla che la progressione della disabilità.

Ciò potrebbe potenzialmente rispondere al principale bisogno medico insoddisfatto della progressione della disabilità nelle persone che vivono con la sclerosi multipla, fornendo una cura completa per la malattia.

Il programma di Fase III di fenebrutinib comprende: due studi costruiti in modo simile nella sclerosi multipla recidivante (SMR) (FENhance 1 e 2) con il comparatore attivo teriflunomide.

L’unico studio nella sclerosi multipla primariamente progressiva (SMPP) (FENtrepid) in cui un inibitore di BTK viene valutato rispetto a ocrelizumab.

 

 

 

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