Shein tenta la carta green: si allea con Lufthansa Cargo per una logistica “sostenibile”

Shein sceglie Lufthansa Cargo come nuovo partner logistico d’elezione con l’obiettivo di “esplorare iniziative volte a promuovere un trasporto aereo più sostenibile”. Il protocollo d’intesa tra il dragone dell’ultra fast fashion e il player specializzato nel trasporto merci in quanto divisione di Lufthansa Group si concretizzerà in “azioni concrete”, riporta la nota, nell’arco dei prossimi sei mesi e include un programma per aumentare l’utilizzo di carburante sostenibile per l’azione sui voli Lufthansa Cargo per le consegne targate Shein. Menzionata anche una serie di iniziative per promuovere la transizione verso fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per le operazioni di trasporto aereo.
Un accordo che sembra stridere con il piano d’azione ufficializzato all’inizio dell’anno dal Governo tedesco per regolamentare il commercio online e in linea con gli obiettivi portati avanti dalla Commissione europea, volti a ridimensionare l’impatto della moda fast fashion e dei grandi player che si appoggiano a queste piattaforme per potenziare la propria attività. La Germania si era anche già schierata a favore dell’abolizione del limite dei 150 euro per applicare i dazi doganali a livello europeo, sostenuta a Bruxelles da Parlamento e Consiglio e oggetto poi dei negoziati inter-istituzionali sulla riforma doganale.
Si pone dunque una discrepanza tra l’obiettivo politico del Paese che dà i natali al player logistico e le logiche economiche che regolano i rapporti tra i grandi gruppi. Non hanno tardato ad arrivare, infatti, le accuse di greenswashing, a cui Shein non è nuova, in prima battuta dalla Francia, particolarmente sensibile al tema e già schieratasi con una legge volta a mettere i bastoni fra le ruote all’ultra fast fashion. Ed è stata proprio la Francia a sanzionare Shein pochi mesi fa con una multa da 40 milioni di euro per impiego di pratiche commerciali ingannevoli.
Le critiche più aspre verso la partnership con Lufthansa arrivano dalla Federazione Francese del Prêt-à-porter femminile, che ha sottolineato l’incoerenza e la cattiva fede della mossa. “Assistiamo al peggio dell’ipocrisia: in che modo trasportare prodotti in poliestere e usa e getta con un cherosene a minore impatto di Co₂ li renderebbe più ecologici?”, ha dichiarato Yann Rivoallan, presidente dell’ente, si legge su Fashion United. “Questa multinazionale è allettata dai voli in costante crescita degli attori dell’ultra fast fashion e, per lavarsi la coscienza o rientrare in determinati standard, osa utilizzare l’arma del greenwashing. Non lasciamoci ingannare da queste azioni”.
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