Solidarietà al rettore Delfino dopo l’occupazione, Cambiare Rotta contro la giunta: “Opportunisti”


Genova. All’indomani dall’approvazione in consiglio comunale dell’ordine del giorno del centrodestra che esprime solidarietà al rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino, il cui volto è stato ritratto in un mirino su alcuni fogli affissi nel rettorato occupato dagli studenti, Cambiare Rotta si scaglia contro la sindaca Silvia Salis e la giunta per la decisione di appoggiare il provvedimento.
“Apprendiamo che la giunta comunale si è espressa all’unanimità contro gli studenti della loro città che lottano per la Palestina. Si tratta di una mozione proposta dalla destra di Piciocchi che esprime solidarietà al rettore Delfino ‘condannando le azioni violente dell’occupazione in balbi 5′”, scrivono dal collettivo studentesco, ricordando poi che “la giunta di centrosinistra che ha votato a favore della mozione è la stessa che fino alla scorsa settimana si pavoneggiava tra i cortei cittadini in sostegno alla Flotilla, facendo la sua passerella, come se non sapessimo che è esattamente sulla stessa lunghezza d’onda della destra comunale e del governo, estremamente repressivo e che è direttamente complice del genocidio e delle politiche di riarmo contro cui le mobilitazioni si schierano”.
Odg sul rettore Delfino, gli studenti: “Sostegno alla causa operazione opportunista”
“La sindaca che abbiamo visto in prima fila nello scorso mese durante alcuni cortei cittadini di Music for Peace per la Flotilla, e che guarda caso non avevamo visto nelle grandi giornate di sciopero convocate dall’Usb che hanno bloccato tutto il paese, ora si ritrova a votare le mozioni della destra contro gli studenti: noi ce lo aspettavamo, non abbiamo mai dubitato che il suo sostegno alla causa fosse una pura operazione opportunista, soprattutto perché non ha mai veramente condannato il terrorismo di Israele né intrapreso azioni reali e concrete”, prosegue Cambiare Rotta.
Gli studenti poi contestano la scelta di parlare di “violenza” in riferimento alle occupazione: “Ma quale violenza? L’occupazione è ed è sempre stata uno strumento legittimo della lotta studentesca: dopo che il confronto è stato rifiutato dalla governance da più di due anni, gli studenti si sono riappropriati degli spazi democratici nei propri atenei. Questa occupazione non solo ha dato un chiaro segnale al Rettore, ma è stata sostenuta e partecipata da migliaia tra studenti, docenti e lavoratori dell’università genovese che non si voltano dall’altra parte davanti alle violenze colonialiste di Israele. Ci viene infatti da chiederci: dov’è la violenza mentre vediamo in diretta televisiva tutti i giorni la barbarie del genocidio in Palestina?”.
Poi la promessa: “Non ci fermerete, tutti i giorni in tutti i dipartimenti continuiamo ad organizzarci, contro il genocidio, contro guerra e sfruttamento, per bloccare tutto”.
La contestata approvazione dell’ordine del giorno in Aula Rossa
In realtà l’ordine del giorno non è stato approvato in modo indolore. Nel prendere la parola, la sindaca Salis ha chiarito che “siamo consapevoli che su questi temi esistono sensibilità diverse e pur non condividendo alcune premesse e alcune impegnative dei due documenti, voglio esprimere solidarietà al rettore per le minacce e le offese subite e confermo la volontà del Comune a partecipare a un tavolo di confronto per trovare delle soluzioni condivise”.
Salis ha chiesto alla sua maggioranza di votare a favore per “pragmatismo politico, perché di certo non permetteremo a dei documenti di dividerci, ma anche come gesto di responsabilità politica verso la città, perché nelle ultime settimane abbiamo dato uno spettacolo veramente poco edificante di questo consiglio. Non voglio fare accuse, non voglio dare colpe da una parte e dall’altra, ma viviamo in un paese dove la metà degli aventi diritto non vota e non ci possiamo permettere di dare questo tipo di spettacolo”. Puntualizzazione sgradita alla minoranza, che ha più volte ribadito la necessità di votare senza indugio un provvedimento pensato per condannare “ogni forma di violenza”.
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