Taser, 41enne morto a Genova: è il secondo caso in poche ore. Indagati carabinieri Olbia

Agosto 19, 2025 - 08:00
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Taser, 41enne morto a Genova: è il secondo caso in poche ore. Indagati carabinieri Olbia

Un uomo di 41 anni è morto domenica a Manasseno, in provincia di Genova, a quanto si apprende a seguito di un intervento dei carabinieri con utilizzo del taser. Si tratta del secondo episodio analogo in poche ore: sempre domenica, infatti, a Olbia un 57enne è deceduto, colto da malore in ambulanza dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri intervenuti per bloccarlo, chiamata da alcuni cittadini che segnalavano aggressioni da parte di un uomo.

Taser, 41enne morto a Genova: è il secondo caso in poche ore. Indagati carabinieri Olbia

Giovedì l’autopsia sul 57enne morto a Olbia

Proprio con riferimento al 57enne deceduto a Olbia, Gianpaolo Demartis, l’autopsia è stata fissata per giovedì a metà mattina. L’autopsia è stata disposta dal procuratore del tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta per chiarire la dinamica di quanto accaduto.

Garante detenuti Sardegna: “Taser è strumento di tortura legalizzato”

Le notizie di cronaca fanno intanto crescere il dibattito politico intorno all’utilizzo dei taser da parte delle forze di polizia. “Ancora una morte con il taser. Non è la prima volta che accade. Prima di lui pochi mesi fa un ragazzo di 30 anni. Uso di scariche elettriche per contenere il disagio, provocando effetti fisici e psichici devastanti. A volte la morte. Si può ancora consentire l’uso di strumenti di tortura legalizzata?“, ha dichiarato con un post sui suoi social la garante regionale per i detenuti della Sardegna, Irene Testa.

Zaratti (Avs): “Altre due vittime di taser, va bloccato”

“Dopo Olbia, un altro caso nell’entroterra di Genova, a Sant’Olcese. In poche ore ben due vittime colpite da un taser. Salvini, la Lega e compagnia possono anche strillare quanto vogliono ma è evidente che esiste un problema con questo strumento che va intanto bloccato. Si dia seguito alla denuncia della Garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa che giustamente parla di ‘strumento di tortura legalizzato’”, ha dichiarato Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera.

Deidda (FdI): “Garante detenuti rispetti carabinieri e ruolo istituzionale”

Alle parole della garante dei detenuti hanno replicato gli esponenti della maggioranza, come Salvatore Deidda (FdI), che in una nota ha dichiarato: “Sarà la magistratura a stabilire le cause di quanto accaduto a Olbia, con la scomparsa di Gianpaolo Demartis. Per questo motivo, è necessario un maggiore rispetto nei commenti, sia perché è morto un uomo, sia perché anche i nostri carabinieri sono, ad ora, vittime in questa vicenda”. E ha aggiunto: “I militari ora devono subire un’indagine e portano con sé l’angoscia per il decesso, avvenuto dopo che avevano svolto il proprio dovere intervenendo per la salvaguardia dell’ordine pubblico e della sicurezza, peraltro anche con le contusioni subite durante l’intervento. La garante dei detenuti, Irene Testa, in che veste è intervenuta sulla vicenda? Come garante o come segretaria dei Radicali? Dovrebbe ricordarsi che ricopre un incarico istituzionale e ogni volta che si esprime o prende una posizione lo fa in virtù di tale incarico. Pertanto, dovrebbe pesare le parole e non utilizzare il suo ruolo in modo improprio con battaglie personali sul taser o contro le nostre forze dell’ordine”.

Giagoni (Lega): “Vergognose affermazioni garante detenuti su taser”

“Ritengo le affermazioni della garante regionale dei detenuti Irene Testa a dir poco vergognose: la procura sta conducendo un’indagine sul caso e non è ancora definita la causa del decesso dell’uomo, alla cui famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze. In questa fase è doveroso attendere gli esiti degli accertamenti”, ha detto il deputato sardo della Lega, Dario Giagoni. “Inoltre, ritengo inaccettabile etichettare il taser come strumento di tortura. Le forze dell’ordine lo impiegano solo quando necessario, per proteggere vite e prevenire reati. Ora è essenziale valutare i fatti nel loro complesso: un carabiniere è stato ferito e civili sono stati aggrediti. L’obiettivo è garantire la sicurezza pubblica, e dinnanzi a delle aggressioni purtroppo non si possono usare le belle parole radical chic che vengono poi propinate con il solo condannabile intento di strumentalizzare l’episodio contro la legalità. Prima di esprimere giudizi pubblici, invito a attendere gli esiti delle indagini e le cause del decesso. Sono assolutamente certo che i carabinieri abbiano agito nel pieno rispetto della legge per tutelare sicurezza e legalità. Esprimo loro la mia totale vicinanza e solidarietà augurando a chi è stato vittima del ferimento una pronta e totale guarigione”, ha concluso.

Indagati i due carabinieri

Sono formalmente indagati per omicidio colposo i due carabinieri intervenuti sabato notte a Olbia, dove un uomo di 57 anni, Gianpaolo Demartis, è deceduto per arresto cardiaco in ambulanza dopo essere stato colpito con un taser. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Tempio Pausania, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del capo pattuglia e del militare che ha materialmente utilizzato l’arma a impulsi elettrici. Una misura definita dagli inquirenti come un atto dovuto, legato all’avvio delle indagini e alla necessità di procedere con l’autopsia.Demartis, originario di Bultei e residente tra Sassari e Olbia, era stato segnalato da alcuni cittadini mentre si aggirava in stato di forte agitazione seminando panico fra i passanti.

Anche un carabiniere, nel frattempo intervenuto, è stato colpito e ferito. L’intervento dei militari si è concluso con il fermo tramite taser. Pochi minuti dopo, l’uomo ha accusato un malore ed è morto durante il tragitto in ambulanza verso l’ospedale.L’indagine si concentra ora su due fronti: chiarire se l’uso del taser abbia avuto un ruolo determinante nel decesso, considerando che l’uomo secondo quanto riferito dalla famiglia era cardiopatico, e ricostruire nel dettaglio l’operazione dei carabinieri per accertare eventuali responsabilità. 

Axon: “Non c’è correlazione con i decessi”

“Ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta di causa-effetto tra l’utilizzo del Taser e il decesso dei soggetti colpiti. I dispositivi Taser sono progettati per ridurre i rischi sia per gli operatori delle forze dell’ordine sia per i cittadini, offrendo un’alternativa non letale all’uso delle armi da fuoco”. Lo scrive in una nota la Axon, la società che produce e distribuisce il dispositivo Taser impiegato dalle Forze dell’ordine.

“Il funzionamento del Taser si basa su impulsi elettrici a basso amperaggio che inducono una temporanea incapacità neuromuscolare (NMI), con effetto che cessa immediatamente al termine del ciclo – prosegue la nota -. Studi indipendenti – tra cui la ricerca della Wake Forest University School of Medicine – hanno dimostrato che nel 99,7% dei casi non si registrano danni permanenti, se non lesioni lievi causate prevalentemente da cadute. Axon conferma la propria massima collaborazione con le autorità competenti e sottolinea l’importanza di attendere l’esito delle indagini e degli esami autoptici prima di formulare qualsiasi valutazione sulle cause dei singoli decessi”.

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