Taser, il cardiologo: “Mancano studi rigorosi”

“Il Taser ha una pericolosità relativa. Diversi studi dimostrano una pericolosità bassa, ma bisogna ricercare la quantità di corrente più bassa possibile e cercare di mirare da zone più lontane da cuore e torace”. Lo dice a LaPresse il dottor Francesco Perna, cardiologo del Policlinico Gemelli, in merito ai casi delle ultime ore dove due persone sono morte dopo l’intervento dei carabinieri che hanno usato il Taser.
Perna afferma che “gli studi effettuati non sono tantissimi e rigorosi” perché bisognerebbe che questi fossero effettuati su volontari e in merito alla mortalità dello strumento sottolinea che il taser può essere letale “per le persone che hanno problemi al cuore o che fanno utilizzo di alcune sostanze stupefacenti”. Il cardiologo precisa che “non è possibile effettuare studi del genere su volontari per motivi etici”.
La società produttrice: “Non ci sono evidenze scientifiche su correlazione diretta tra uso taser e morte”
“Ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta di causa-effetto tra l’utilizzo del Taser e il decesso dei soggetti colpiti. I dispositivi Taser sono progettati per ridurre i rischi sia per gli operatori delle forze dell’ordine sia per i cittadini, offrendo un’alternativa non letale all’uso delle armi da fuoco”. Lo scrive in una nota la Axon, la società che produce e distribuisce il dispositivo Taser impiegato dalle Forze dell’ordine.
“Il funzionamento del Taser si basa su impulsi elettrici a basso amperaggio che inducono una temporanea incapacità neuromuscolare (NMI), con effetto che cessa immediatamente al termine del ciclo – prosegue la nota -. Studi indipendenti – tra cui la ricerca della Wake Forest University School of Medicine – hanno dimostrato che nel 99,7% dei casi non si registrano danni permanenti, se non lesioni lievi causate prevalentemente da cadute. Axon conferma la propria massima collaborazione con le autorità competenti e sottolinea l’importanza di attendere l’esito delle indagini e degli esami autoptici prima di formulare qualsiasi valutazione sulle cause dei singoli decessi”.
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