Trent’anni di musica e nessuna posa: il live essenziale di Niccolò Fabi

Forza e delicatezza, due elementi che durante il concerto di Niccolò Fabi trovano un equilibrio costante. (foto sopra Prandoni)
Artista che arrivato a trent’anni di carriera si è fatto le spalle larghe sui palchi, ha conservato una autenticità rara ed è riuscito a trovare un dialogo costante con il suo pubblico. Ascoltatori disposti a seguirlo e grati per quella poetica lontana da brani più propensi a cercare le classifiche dettate dagli algoritmi dello streaming. Ci scherza su lui stesso, «Non so se è stato il vostro psicologo a consigliarvi di venire ad un mio concerto o se siete qui di vostra spontanea volontà», dice rivolto alla platea.
In testa un cappellino con visiera e al collo una chitarra che tiene stretta per tutto il concerto, come uno scudo. «Mi aiutano ad affrontare il palcoscenico, sono piccoli trucchi per proteggermi e cercare di raccontarvi tutto tramite le canzoni, come meglio posso fare».
È un pubblico attento quello di Niccolò Fabi, così come lo è stato al Pala Congressi di Lugano dove si è esibito venerdì 14 novembre per una tappa del tour che lo sta portando in giro per l’Italia e per la vicina Europa insieme alla sua sodale band.
“Libertà negli occhi”, l’ultimo disco registrato in una sessione di diverse settimane in uno chalet in Val di Sole (Trentino), è stata infatti l’occasione per poi rimettersi in tour e poter condividere con il pubblico quelle nuove tracce e far percepire anche nei live il senso di quel lavoro “artigianale” fatto di idee, improvvisazione e note.
«Abbiamo registrato in montagna, avevamo davanti una vetrata meravigliosa sul Lago dei Caprioli. È lì che sono nate le canzoni di questo disco». E così Niccolò Fabi le suona, una dopo l’altra, ma non c’è solo questo. La scaletta divaga su pezzi meno recenti, tanto che nel finale riserva doverose sorprese anche per i fan più longevi.
Il live è un’immersione nel mondo di Fabi. O meglio, della sua musica e di quelle canzoni nate chissà come ma incredibilmente universali. Sul palco le luci seguono la musica, chiudono e aprono su “mondi” sonori che Niccolò Fabi dirige e accompagna grazie ai musicisti che da sempre sono parte integrante del suo universo musicale: Roberto “Bob” Angelini, Alberto Bianco, Filippo Cornaglia. E anche i giovani Cesare Augusto Giorgini e Giulio Cannavale.
Un’ora e mezza di live dove la musica ti chiede di seguirla, di essere protagonista, di lasciarti coinvolgere per scoprire fin dove possono arrivare le parole. Dove la poetica diventa anche politica, anche solo ascoltando ciò che un artista ha da dire.
In scaletta, tra i brani, “Nessuna battaglia”, “L’amore capita”, “Al di fuori dell’amore”, “Una mano sugli occhi”, “Andare oltre”, tratti dal nuovo album, affiancanti a pezzi meno recenti come “Scotta”, “Io sono l’altro”,”Nel blu” e “A prescindere da me”. Non sono mancati i brani di “Una somma di piccole cose”, “Ecco”, “Una buona idea”. E ancora “Costruire”, “Lasciarsi un giorno a Roma”, in un viaggio musicale che ha attraversato tutta la sua carriera.
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