Trimestre debole per Hugo Boss, ma il controllo dei costi fa migliorare l’utile (+7%)
Hugo Boss chiude il terzo trimestre con un calo del turnover del 4% a quota 989 milioni di euro a causa della debolezza del dollaro (a cambio costante la contrazione è dell’1%) ma il risultato operativo (ebit) resta stabile a 95 milioni di euro mentre l’utile netto ha registrato un sensibile miglioramento, salendo di sette punti percentuali a 60 milioni di euro. Boss ha raggiunto significativi miglioramenti dell’efficienza, che si riflettono in un sensibile aumento del margine lordo e in un’ottimizzazione dei costi, ha spiegato l’amministratore delegato Daniel Grieder.
Sul fronte delle categorie, il womenswear è l’area che ha accusato il calo peggiore nel terzo trimestre con un -10% (per un giro d’affari di 67 milioni di euro), mentre il menswear, main business del gruppo, contiene il calo segnando un -3 per cento a 764 milioni di euro. In contrazione anche Hugo a 158 milioni di euro. A livello di aree geografiche, il gruppo ha registrato una contrazione in Emea e Americhe (-3%). Nel Vecchio Continente, spiega la nota, i miglioramenti dei ricavi in Germania e Francia sono stati più che compensati da un calo nel mercato del Regno Unito mentre nel continente americano pesa la debolezza del biglietto verde. A livello di performance, infatti, Hugo Boss segnala un “modesto miglioramento dei ricavi nel mercato statunitense, insieme a una crescita a due cifre in America Latina”.
Peggiore la performance in Asia Pacifico dove la flessione è arrivata al 9%, zavorrata dalla debolezza del mercato cinese.
Nei nove mesi il gruppo ha registrato ricavi per 2,9 miliardi di euro, in calo del 2% a tassi correnti (-1% a tassi costanti).
Il gruppo ha comunque confermato la previsione di fatturato per il 2025. “In linea con le aspettative del mercato – si legge nella nota – la società prevede ora che il fatturato del gruppo e l’ebit per l’intero anno 2025 si allineino alla forchetta bassa delle sue previsioni, riflettendo la persistente volatilità macroeconomica e le significative difficoltà valutarie per tutto il 2025″. In particolare, il gruppo prevede ricavi tra i 4.2 e 4,4 miliardi di euro e un ebit tra 380 e 440 milioni di euro, con un impatto valutario negativo sull’ebit dell’intero anno 2025 fino a 20 milioni di euro”.
L’analista di JPMorgan, Chiara Battistini ha sottolineato che il fatturato del terzo trimestre si è attestato al di sotto delle stime del consenso. Tuttavia, Battistini ritiene che il fatto che Boss ora adotti una visione più cauta sull’anno in corso e abbia adeguato le sue previsioni di ricavi e risultato operativo verso il limite inferiore delle rispettive forchette, sia già stato scontato dal mercato.
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