Un festival per riflettere sul senso di appartenenza e sul legame con le proprie radici

Agosto 20, 2025 - 16:30
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Un festival per riflettere sul senso di appartenenza e sul legame con le proprie radici

Il Fotografia Calabria Festival nasce nel 2022 come costola di del Fiumefreddo Photo Festival, diventando il primo festival diffuso di fotografia in Calabria. L’evento si propone come spazio uno spazio aperto, fisico e simbolico, in cui poter riflettere sulla fotografia intesa come linguaggio dell’epoca contemporanea, uno strumento capace di coglierne le mutevolezze e trasformazioni, ma anche di raccontare i molti cambiamenti sociali e culturali.

Per questo motivo, ogni anno il Festival è dedicato a un tema diverso e ospita progetti – anche inediti – di fotografi provenienti da tutto il mondo, che con le loro opere ritraggono il nostro tempo, restituendone ritratti profondi e molteplici. Fin dalla sua nascita, il Festival ha dedicato una speciale attenzione al coinvolgimento di fotografi giovani ed emergenti, diventando così un laboratorio di sperimentazione di linguaggi.

Il filo conduttore di quest’anno è “Radici comuni: luoghi”, una tematica che invita spettatrici e spettatori a riflettere sul legame tra identità e spazi che questa attraversa, con riferimenti a storie familiari, memorie collettive, geografie simboliche e territori marginali.

Highlight Mykhaylo Palinchak. Courtesy of Fotografia Calabria Festival

L’invito del Fotografia Calabria Festival è quello di esplorare i tanti modi in cui i luoghi che abitiamo e attraversiamo siano un prolungamento delle radici che ci legano sì al passato, ma anche alla nostra identità collettiva e personale. I luoghi ritratti nelle pellicole diventano così punti di incontro tra la nostra storia e quella altrui, custodi di legami che raccontano di appartenenza, evoluzione e cambiamento. Da un lato, le esposizioni raccontano di luoghi fisici e geografici – città distrutte o straripanti di turisti, paesaggi, edifici costruiti per metà, spazi angusti, luoghi abbandonati – che sono tanto familiari e presenti nelle nostre vite da spingerci a documentarli e cristallizzarli nella nostra memoria, o al contrario a darli per scontati, per poi riscoprirli improvvisamente, quasi per caso. 

L’altra parte della mostra contiene idee, pensieri preconcetti e cliché che associamo a determinati luoghi, e che influenzano il nostro modo di percepirli, viverli e attraversarli. E ancora, non meno importanti, esistono i luoghi immaginari: spazi che non appartengono alla realtà fisica, ma che vivono nello spazio della fantasia di ognuno, pur riflettendo idee e visioni condivise. Ogni paesaggio, ogni edificio, ogni spazio urbano o rurale – anche quello che appare più banale o dimenticato – è radicato in una memoria che lo definisce. Le fotografie esposte tra i vicoli di San Lucido raccontano proprio queste il senso di queste radici comuni: quella connessione profonda che ci lega ai luoghi che abitiamo, ma anche a quelli da cui ci siamo allontanati, che abbiamo perso, rimosso o che esistono solo nei nostri sogni.

Il Fotografia Calabria Festival ospita quest’anno sedici mostre con artisti come Marie Tomanova, Lys Arango, Mykhaylo Palinchak, Hashem Shakeri, Alessandro Mallamaci, Kazuaki Koseki, Alessandro Toscano, Ciro Battiloro e altri progetti collettivi a tema: Caring for our past, Connessioni e Metamorphosis.

Alessandro Mallamaci, Un Luogo Bello. Courtesy of Fotografia Calabria Festival

Il Festival si arricchisce anche grazie a collaborazioni di respiro internazionale, tra cui la Residenza Singapore Exchange, la Residenza Radicale sulla liquirizia Amarelli, e partnership con istituzioni culturali e università. Il festival punta inoltre sull’accessibilità dell’evento per persone con disabilità, offrendo supporti tiflodidattici per il pubblico non vedente e ipovedente, grazie al patrocinio dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

A partire dal 2025 prende il via Fotografia Calabria Festival Educational, un nuovo progetto dedicato alle scuole, rivolto a studenti e studentesse delle scuole secondarie, in Calabria e in tutta Italia, interessati a scoprire la fotografia come linguaggio contemporaneo e strumento di racconto del nostro tempo. Gli obiettivi principali del programma sono quello di sviluppare competenze artistiche e tecniche per la realizzazione di un progetto fotografico completo; fornire conoscenze di base per la produzione, l’organizzazione e l’allestimento di una mostra fotografica; promuovere un approccio educativo fondato sull’esperienza diretta, sull’osservazione e sulla sperimentazione.

Tra le fotografie in esposizione ci sono quelle di Lys Arango, che apre la selezione con The River Ran Blank, un’indagine sul profondo cambiamento delle Asturie, regione un tempo cuore dell’estrazione mineraria spagnola. La fotografa documenta le cicatrici lasciate dal declino industriale e le nuove sfide della transizione energetica.

Highlight Mykhaylo Palinchak. Courtesy of Fotografia Calabria Festival

La fotografa Marie Tomanova porta per la prima volta in Italia It Was Once My Universe: un racconto autobiografico che nasce dal ritorno, dopo otto anni, nel suo Paese: la Repubblica Ceca. 

Archivio Luce Cinecittà, in collaborazione con la Fondazione FS Italiane, presenta invece La memoria delle Stazioni, una mostra che attraversa la storia d’Italia ripercorrendola lungo i grandi snodi ferroviari: da Milano Centrale a Roma Termini fino a Messina, restituendo il ruolo delle stazioni come luoghi di passaggio, incontri e memorie collettive.

Dall’Ucraina arriva poi la testimonianza di Mykhaylo Palinchak con Highlight: un reportage realizzato con il sostegno dell’Ambasciata d’Ucraina in Italia sui luoghi dei crimini di guerra russi. Le fotografie, scattate dal 2022 in poi, raccontano di fosse comuni, torture e devastazioni, restituendo al pubblico il vuoto e la resistenza di un popolo ferito.

Alessandro Toscano, Piazza Duomo Firenze, Overtourism. Courtesy of Fotografia Calabria Festival

La natura diventa protagonista in Summer Fairies di Kazuaki Koseki, fotografo giapponese già premiato al Wildlife Photographer of The Year. La sua ricerca è dedicata all’Himebotaru, le lucciole che illuminano le foreste di Yamagata.

L’italiano Alessandro Toscano riflette invece sull’impatto del turismo di massa con Overturism, un progetto che manipola e rielabora digitalmente alcune fotografie realizzate nelle principali città d’arte italiane, riflettendo sul labile confine tra valorizzazione e mercificazione.

Con Un luogo bello, Alessandro Mallamaci porta invece spettatrici e spettatori con lo sguardo nella sua terra. La vallata della fiumara Sant’Agata, che dall’Aspromonte arriva a Reggio Calabria, diventa teatro di contrasti tra natura e degrado.

Infine, il fotografo iraniano Hashem Shakeri espone Cast Out of Heaven, un lavoro che esplora le città satellite di Teheran, nate come sogno di modernità e finite poi come spazi di esclusione sociale. Le sue immagini di quartieri deserti e alienanti compongono una riflessione potente sull’illusione urbanistica e l’isolamento contemporaneo.

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