VENEZIA82 – Emanuela Fanelli è la conduttrice della cerimonia di apertura e di chiusura della Mostra del Cinema

L’attrice e autrice Emanuela Fanelli, tra le interpreti oggi più originali e innovative del panorama cinematografico e televisivo italiano, condurrà le serate di apertura, il 27 agosto dal palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, e di chiusura il 6 settembre, dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
Attrice versatile e profonda, Emanuela Fanelli è capace di passare con naturalezza dalla comicità al dramma senza mai perdere coerenza espressiva. Il suo lavoro è apprezzato non solo per le doti interpretative, ma anche per la capacità di raccontare, con sguardo personale e profondo, le ironie e le contraddizioni del presente. È autrice dei suoi stessi monologhi.
“Ho l’ansia però per accettare ho pensato a Venezia che è così bella, alla possibilità di vedermi tanti film e ho deciso di provare. La ragione che mi avrebbe portato a dire no era la paura, e io non voglio mai che sia quella a determinare una mia scelta. Cercherò di unire un po’ il mio tono alla cerimonia ufficiale. Ci sarà anche una grande manifestazione pro Gaza e io sono totalmente a favore ad attirare l’attenzione su quanto sta succedendo in un momento nel quale i riflettori sono sul Lido. Durante la cerimonia che è breve farò un discorso sull’umanità. Parlare di Gaza avrebbe voluto dire ridurre questo argomento a una o due frasi e non lo trovavo giusto. Vorrei che questo orrore finisse il prima possibile e che i governi facessero tutto per interrompere questo che è riconosciuto come crimine contro l’umanità”, ha detto la conduttrice al suo arrivo al Lido.
Dopo il debutto al cinema con Non essere cattivo di Claudio Caligari nel 2015, Emanuela Fanelli (Roma, 6 luglio 1986) ha preso parte a film quali Gli ultimi saranno ultimi, Assolo, Beata ignoranza, A mano disarmata. In televisione il grande pubblico inizia a conoscerla grazie alla serie Dov’è Mario?, nella quale recita accanto a Corrado Guzzanti, sceneggiatore della serie insieme a Mattia Torre, e come co-conduttrice del programma Una pezza di Lundini, dove dà prova di una comicità surreale e di grande originalità, divenendo un punto di riferimento per una nuova generazione di spettatori.
Partecipa negli anni a programmi come La TV delle ragazze – Gli Stati Generali, Battute? e a serie di successo come Call My Agent – Italia e No Activity – Niente da segnalare.
La svolta cinematografica arriva con il film Siccità di Paolo Virzì, presentato alla Mostra di Venezia, in cui interpreta Raffaella, ruolo che le vale il David di Donatello 2023 alla prima candidatura, come Migliore attrice non protagonista. L’anno successivo conquista un secondo David di Donatello alla sua seconda candidatura per C’è ancora domani, debutto alla regia di Paola Cortellesi, dove veste i panni di Marisa, figura intensa che conferma la sua straordinaria capacità di dar vita a personaggi femminili autentici e complessi. Nel 2024 torna a essere diretta da Paolo Virzì nel sequel dello storico film Ferie d’agosto, Un altro ferragosto.
Dal 2016 è collaboratrice fissa al programma radiofonico 610 di Lillo e Greg in onda su Rai Radio 2.
Alla fine del 2019 è stata protagonista del videoclip Immigrato, brano di Checco Zalone realizzato per l’uscita nelle sale del suo film campione di incassi Tolo Tolo. Ha vinto una serie di riconoscimenti già all’inizio della sua carriera, tra cui la menzione speciale come miglior attrice e come miglior monologo al festival Ciak, si Roma! (in giuria Carlo Verdone, Daniele Luchetti e Lina Wertmüller) e il premio come migliore attrice del 48h Film Project per il suo ruolo nel cortometraggio Un film d’amore.
È stata la conduttrice dell’edizione 2021 del Torino Film Festival, ha ricoperto il ruolo di narratrice nel documentario I magnifici quattro della risata (Benigni, Nuti, Verdone, Troisi) presentato al Festival del cinema di Roma 2022.
Nel 2024 ha ricevuto il premio Manfredi ai Nastri d’Argento e nel 2025 ha preso parte al film campione di incassi Follemente di Paolo Genovese.
credit foto La Biennale
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