A Milano le religioni si incontrano in oratorio

In occasione del sessantesimo anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate, il Servizio per l’Ecumenismo e il dialogo, l’Ufficio per la Pastorale dei migranti, la Fondazione oratori milanesi e Caritas ambrosiana presentano il documento Fede e accoglienza: l’oratorio come luogo di incontro interreligioso, frutto di un percorso di riflessione e collaborazione volto a sostenere le comunità ambrosiane nell’impegno di vivere l’oratorio come spazio educativo capace di coniugare identità cristiana, apertura al dialogo e responsabilità evangelica in una società sempre più plurale.
Gli oratori, parte viva del tessuto ecclesiale e civile della Diocesi di Milano, custodiscono una lunga tradizione di educazione alla fede, alla fraternità e al servizio. Tuttavia il contesto attuale, segnato da un pluralismo culturale e religioso sempre più marcato, chiede di ripensare la missione educativa alla luce di nuove sfide e di nuove presenze. Accogliere l’altro, specialmente chi appartiene a un’altra tradizione religiosa, non è un gesto accessorio o di semplice tolleranza, ma una testimonianza concreta del Vangelo: significa vivere la logica dell’Incarnazione, in cui Dio non elimina la diversità, ma la assume e la trasfigura. Come afferma Nostra Aetate, la Chiesa «non rigetta nulla di quanto è vero e santo nelle altre religioni», riconoscendo che l’incontro e il dialogo non relativizzano la fede cristiana, ma ne rivelano la profondità e la capacità di comunione.
Il documento invita a considerare l’oratorio come laboratorio di dialogo e di vita condivisa, in cui la fede diventa parola, messaggio e incontro. È un luogo dove ragazzi, famiglie ed educatori imparano a riconoscere nell’altro non una minaccia, ma una risorsa, e dove l’esperienza cristiana si esprime nel rispetto, nel servizio e nella solidarietà. L’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione – quattro parole chiave indicate da papa Francesco – sono presentati come criteri pastorali fondamentali per una comunità capace di costruire ponti e non muri, di educare all’ascolto e alla fiducia reciproca, di generare legami di fraternità nella diversità.
Fede e accoglienza non propone un modello astratto o teorico, ma offre orientamenti concreti e operativi per accompagnare gli oratori in questo cammino: dalla chiarezza della propria identità confessionale all’apertura inclusiva verso tutti; dall’attenzione educativa alle differenze religiose alla collaborazione con le comunità del territorio; dalla formazione degli animatori e dei volontari alla valorizzazione delle esperienze di dialogo già in atto. In ogni situazione, l’obiettivo è che l’oratorio resti “casa aperta a tutti”, luogo dove la fede si esprime nella capacità di accogliere e di lasciarsi trasformare dall’incontro.
In un tempo attraversato da paure, polarizzazioni e diffidenze, questo testo vuole essere un segno di speranza e di fiducia: il dialogo non è una concessione, ma la via per rendere visibile l’amore del Dio trinitario che «ha posto la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). È una proposta per riscoprire l’oratorio come spazio di fraternità evangelica, di maturazione ecclesiale e di costruzione di una convivenza pacifica e solidale.
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