Analog Devices raddoppia: a Milano il nuovo hub R&S europeo per l’Intelligent Edge

Ottobre 3, 2025 - 13:00
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Analog Devices raddoppia: a Milano il nuovo hub R&S europeo per l’Intelligent Edge

Elettronica

Analog Devices raddoppia: a Milano il nuovo hub R&S europeo per l’Intelligent Edge



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Analog Devices inaugura ad Assago (MI) il suo secondo hub di ricerca e sviluppo in Europa. Il centro si focalizzerà su tecnologie per l’Intelligent Edge, con applicazioni in settori strategici come automotive, automazione industriale e sanità digitale, puntando sulla valorizzazione delle competenze ingegneristiche italiane e sulla creazione di un ecosistema di innovazione.

Pubblicato il 2 ott 2025



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Analog Devices (ADI), una delle principali aziende globali nel settore dei semiconduttori, ha inaugurato il suo nuovo hub strategico ad Assago, alle porte di Milano. L’operazione rappresenta un segnale preciso sul posizionamento dell’Italia e delle sue competenze ingegneristiche nello scacchiere della microelettronica globale.

La nuova sede, che unifica il personale precedentemente operativo a Vimercate con il team del Design Centre già presente ad Assago, costituisce il secondo centro di ricerca e sviluppo della multinazionale americana in Europa (il primo è a Limerick in Irlanda), con il compito di accelerare l’innovazione nell’ambito dell’Intelligent Edge.

“L’ufficio di Milano è cresciuto significativamente negli ultimi due anni, passando da circa 150 a circa 200 persone, e continua a espandersi”, ha detto Martin Cotter, Senior Vice President, Global Vertical Business Units di ADI, durante l’evento di inaugurazione. ADI ha anche team a Catania e Bari, ma quello di Milano è il team più grande. “La crescita è guidata dal fatto che l’intelligent edge richiede requisiti di performance molto più elevati per il mondo dei dati”.

La scelta di investire in un polo di progettazione avanzata in Italia si inserisce in un contesto geopolitico ed economico di grande fermento per il settore. Mentre l’Unione Europea, con strumenti come lo European Chips Act, cerca di rafforzare la propria autonomia strategica nella catena del valore dei semiconduttori, la mossa di ADI conferma che l’attrattività di un territorio si misura anche sulla qualità del capitale umano. “il nostro investimento valorizza la creatività ingegneristica italiana per affrontare le sfide più complesse dei nostri clienti dell’Intelligent Edge”, ha spiegato Cotter.

Martin Cotter
Martin Cotter

Dal silicio ai sistemi: la missione del centro di Assago

Il nuovo centro di Assago sarà un centro di progettazione focalizzato su mercati verticali ad altissimo tasso di crescita e innovazione. I laboratori e le strutture dedicate si concentreranno su quattro aree primarie: automazione industriale, automotive, digital healthcare e applicazioni consumer: tutti settori dove la convergenza tra mondo fisico e digitale, concetto al centro della strategia di ADI, si manifesta con maggiore evidenza.

L’espressione “Intelligent Edge” si riferisce infatti alla capacità di processare dati ed eseguire algoritmi di intelligenza artificiale direttamente a bordo dei dispositivi, senza dipendere costantemente dal cloud.

“La tecnologia di ADI sta diventando software-defined e basata su piattaforma all’intelligent edge. ADI fornisce tecnologia di base fondamentale con uno stack completo fino al sistema di soluzione finale per risolvere i problemi dei clienti”, ha detto Cotter.

Nell’automazione industriale questo si traduce in sensori più intelligenti per la robotica collaborativa, sistemi di manutenzione predittiva per le macchine utensili e soluzioni per l’efficienza energetica nelle fabbriche digitalizzate.

Per il settore automotive gli ingegneri di Assago lavoreranno su componenti fondamentali per i veicoli di nuova generazione: dai sistemi di gestione delle batterie (BMS) per l’elettromobilità ai circuiti integrati per i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) e per l’infotainment.

Nel digital healthcare l’obiettivo è sviluppare tecnologie per dispositivi medicali indossabili e strumenti diagnostici più precisi e accessibili.

Il fulcro tecnologico è la capacità di ADI di combinare componenti analogici ad alte prestazioni, fondamentali per l’acquisizione di segnali dal mondo reale (come temperatura, pressione, suoni), con l’elaborazione digitale e il software. È in questa sintesi che si gioca la partita della competitività. Come ha sottolineato Philippe Reiber, Vice President, Customer Solutions Group, l’ambizione è quella di “guidare l’innovazione nelle soluzioni di silicio, di sistema e di edge intelligence”.

La robotica

Cotter ha enfatizzato come la robotica sia un “vecchio argomento che è diventato di nuovo… nuovo”, spinto principalmente dalla necessità di rispondere alla carenza di competenze e personale nei settori industriali. La vera trasformazione in questo ambito risiede nell’evoluzione dell’addestramento: mentre prima la programmazione di un compito semplice poteva richiedere sei mesi, ora si assiste all’uso di un “processo a linguaggio esteso” (large language process) — mutuato dalla tecnologia di guida completamente autonoma — per addestrare i robot, permettendo di moltiplicarne l’impiego, ad esempio nel reshoring manifatturiero.

Il contenuto tecnologico nei robot più avanzati raddoppia ogni tre o quattro anni, passando da circa 400 dollari in un sistema semplice a oltre 1.500 dollari in un umanoide, un fenomeno guidato dalla sensor fusion. Il team di esperti di Analog Devices di Milano gioca un ruolo fondamentale su questo aspetto, essendo responsabile del controllo del movimento e dell’azionamento (motion/drive control), della gestione dell’alimentazione, e dello sviluppo di algoritmi per la “mano intelligente” che implementerà il tactile sensing.

Per garantire l’autonomia e la sicurezza i robot impiegano tutte le tecnologie ADI, incluse le soluzioni MEMS per il dead reckoning (posizionamento senza segnale) e la visione time of flight per la “safety skirt” di sicurezza. Il team italiano collabora attivamente a livello globale, ad esempio con il team di Limerick, e sfrutta la rete di co-innovazione italiana che include piccole start-up, essenziali per la proposta globale di ADI.

Un ecosistema per la co-creazione

Un elemento strategico evidenziato dal management di ADI è proprio la volontà di fare del nuovo hub milanese un polo di aggregazione per un ecosistema dell’innovazione più ampio. L’approccio è quello di una piattaforma aperta alla collaborazione con clienti, università, centri di ricerca e startup. Questa strategia di “co-creazione” è essenziale in un mercato dove la complessità dei sistemi richiede competenze sempre più trasversali e una stretta integrazione tra chi sviluppa la tecnologia e chi la applica.

La prossimità con il tessuto industriale e accademico lombardo, e più in generale italiano, è stata dunque un fattore rilevante nella decisione di Analog Devices. La collaborazione con i politecnici e le università tecniche permetterà ad ADI di accedere a talenti e a progetti di ricerca di frontiera, mentre il dialogo continuo con le imprese clienti, dalle grandi multinazionali alle PMI innovative, garantirà che lo sviluppo tecnologico rimanga ancorato alle reali esigenze del mercato.

“Promuovendo un ecosistema in Italia e altrove, possiamo collaborare più strettamente con i nostri clienti per accelerare innovazioni a vantaggio della società e del pianeta”, ha aggiunto Reiber.

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