Bucci vara la riforma della dirigenza, vale 1,8 milioni all’anno. Opposizione sulle barricate: “È pericolosa”

Ottobre 14, 2025 - 06:00
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Bucci vara la riforma della dirigenza, vale 1,8 milioni all’anno. Opposizione sulle barricate: “È pericolosa”
bucci ambrosetti

Genova. Si prepara a sbarcare in consiglio regionale la nuova riforma della giunta Bucci con le modifiche all’organizzazione amministrative e della dirigenza dell’ente. Una piccola rivoluzione che vale oltre 1,8 milioni di euro all’anno, secondo quanto dichiarato nel testo della legge stessa. Anche per questo l’opposizione, che oggi ha convocato una conferenza stampa sul tema alla vigilia della discussione in aula, annuncia battaglia e si prepara a fare ostruzionismo con numerosi emendamenti nel tentativo di neutralizzare il provvedimento.

Cosa prevede la riforma Bucci: le nuove figure apicali

La prima novità è l’istituzione di una figura nuova alle dirette dipendenze del presidente della giunta, il responsabile dell’attuazione del programma di governo. Viene specificato che non sarà un dirigente e non avrà “funzioni gestionali”, ma si tratterà di un componente dello staff (regolarmente retribuito) con il compito di monitorare i vertici della macchina amministrativa e riferire al governatore.

Ma, oltre a questo nuovo elemento, verrà rivisto l’intero modello organizzativo. Oggi al vertice della struttura amministrativa c’è il segretario generale al quale rispondono le direzioni generali centrali, a loro volta sovraordinate rispetto alle direzioni generali d’area. Il nuovo assetto varato da Bucci prevede espressamente un capo di gabinetto e una direzione generale di coordinamento alla quale si riferiscono le direzioni generali.

Un capo di gabinetto Bucci in realtà lo ha già nominato: è l’ammiraglio Massimiliano Nannini, scelto in virtù di una delibera che tuttavia è inciampata nei rilievi della Corte dei conti. Secondo la procura contabile, infatti, la retribuzione per l’incarico – parificata a quella del segretario generale  non ha una copertura normativa e per questo sarebbe illegittima. Contestazioni che, comunque, non hanno impedito la parifica del rendiconto, visto che non era stato ancora assunto alcun impegno di spesa.

Nella nuova legge si specifica che il capo di gabinetto “supporta il presidente nell’esercizio delle funzioni e delle attività di indirizzo politico-istituzionale raccordandosi con le strutture e gli organi di governo regionali al fine di garantire un’efficace interazione tra le funzioni di indirizzo politico e l’amministrazione”. Inoltre “assiste e supporta il presidente della giunta regionale nelle funzioni di rappresentanza della Regione, sovrintende e coordina le attività relative al cerimoniale e l’organizzazione di eventi e manifestazioni di rilievo istituzionale avvalendosi degli uffici e del personale anche delle sedi regionali di Roma e Bruxelles”. Per queste funzioni, che potranno essere attribuite anche a un esterno, è confermato un trattamento economico onnicomprensivo annuo “non superiore” a quello percepito dal segretario regionale (oltre 200mila euro), ma potrà essere integrato fino al 30% in più a discrezione del presidente.

Anche il direttore generale di coordinamento potrà essere un esterno e opererà “alle dirette dipendenze del presidente della giunta regionale“. Lo stipendio sarà lo stesso delle altre figure, allineato a quello del segretario generale. Se invece l’incarico sarà attribuito a un dirigente della Regione a contratto a tempo indeterminato, avrà diritto a un trattamento accessorio per arrivare alla stessa cifra.

Altre modifiche riguardano il nucleo di valutazione, organo collegiale preposto alla valutazione delle performance dei dirigenti con relativi premi e incentivi. Oggi la legge vieta di farne parte a chi riveste incarichi pubblici elettivi, cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali. La riforma restringe questo limite al solo “territorio regionale”, aprendo perciò le porte a esponenti politici che arrivano da fuori Liguria. Avevano fatto scalpore a fine agosto le dimissioni del presidente del nucleo di valutazione Leonardo Falduto, che aveva denunciato pressioni da parte di Bucci per modificare la relazione sui direttori generali.

Servono 1,8 milioni, Bucci assicura: “Nessun costo aggiuntivo”

L’applicazione della riforma, secondo quanto indicato dalla legge, comporterà oneri per 1,8 milioni nelle annualità 2026 e 2027, di cui 165.791 euro coperti con le spese per gli organi istituzionali e i restanti 1,68 milioni con le risorse per il personale.

Ma non ci saranno costi aggiuntivi, precisa il presidente Marco Bucci a Genova24: “Oggi spendiamo una certa cifra per il personale, circa 210 milioni, domani spenderemo la stessa identica cifra. I costi per il responsabile dell’attuazione del programma sono già coperti nel budget per lo staff, che non può superare un certo tetto”. Secondo quanto riferisce il governatore, il ruolo sarà ricoperto da un attuale componente dello staff oppure da una persona che verrà nominata al suo posto.

L’opposizione annuncia battaglia: “Riforma molto pericolosa, chiederemo di cancellarla”

Una riforma molto pericolosa – denuncia Armando Sanna, capogruppo del Pd – che crea caos nella distinzione tra politica e amministrazione. È il solito pasticcio: moltiplica i vertici, inserisce figure politiche nella macchina amministrativa, mina l’autonomia dell’ente, politicizza gli organi di controllo. Altra cosa gravissima è l’ampliamento del nucleo di valutazione: un modo per far entrare la politica dalla finestra nell’organo che dovrebbe garantire la correttezza dell’amministrazione. Presenteremo diversi emendamenti correttivi e chiederemo che questa modifica venga cancellata, perché è un atto assurdo, che serve solo per aumentare le poltrone e che costerà ai liguri centinaia di migliaia di euro. È l’ennesima azione di forza del presidente della Regione, è l’ennesima vergogna che vogliamo denunciare”.

Questa riforma si inserisce in un momento in cui l’amministrazione ha tantissimi problemi: gli esodati dell’amianto, un soffitto crollato a Imperia, stipendi non più adeguati al costo della vita – sottolinea Selena Candia, capogruppo di Avs -. Una riforma da 1,8 milioni annui che non riguarda il comparto, da cui c’è una fuga costante verso il ministero. Questo responsabile dell’attuazione del programma, di fatto, è un sottosegretario: i fondi presi per questa figura sono presi dai costi del personale dei gruppi consiliari, quindi è totalmente dipendente dalla politica. Normato il secondo capo di gabinetto, perché lo aveva chiesto la Corte dei conti, con questo ddl si cerca di mettere una pezza cercando di regolamentare un ruolo di cui la Regione non ha bisogno”.

Per Stefano Giordano del M5s “è una riforma che aumenta la spesa e che raggiunge la sua massima espressione in un momento estremamente delicato. Le promesse di Bucci sono state tutte vanificate. È una politica militarizzata perché esclude la possibilità di affrontare i problemi dei cittadini in consiglio. Questa riforma aumenta le poltrone ed è vergognosa, mentre abbiamo una sanità allo sbando dove quasi l’8% delle famiglie liguri ha rinunciato a curarsi e dove le fughe fuori regione costano oltre 70 milioni di euro e case e ospedali di comunità sono ancora lontani dall’essere ultimati. I cittadini hanno bisogno di una Regione che pensi ai bisogni reali dei liguri, invece il lavoro preferito di Bucci, da quando si è insediato, è stato solo quello di nominare e istituire nuovi dirigenti. Su tutto il resto, il nulla”.

“Con questa riforma – aggiunge il capogruppo della Lista orlando Presidente Gianni Pastorino – si rischia di perdere del tutto il principio di indipendenza della dirigenza pubblica. Bucci non crede a questi processi, ha tentato di farlo a Genova e tenta di farlo anche qui. Cerca di comprimere i poteri del settore amministrativo, Il rischio è che la pubblica amministrazione non sia indipendente neanche nei confronti dei privati. I regimi autoritari si fondano su questo, sul controllo politico degli apparati pubblici. Il rischio è ancora più evidente nella riorganizzazione dell’organismo di valutazione. È una deriva pericolosissima, perché questi organismi erano sempre stati guidati da figure esterne alla politica e di grande indipendenza e trasparenza”.

Bucci: “Falsità, nessuna confusione tra politica e amministrazione”

“Falsità”, replica Bucci. Che non solo contesta l’aumento di costi, ma respinge anche le altre accuse: “Sono figure che abbiamo già. Il capo di gabinetto rimane quello che è, il direttore generale prenderà lo stesso stipendio, non c’è nessun premio. Non c’è confusione tra politica e amministrazione: il responsabile per l’attuazione del programma non avrà alcun riporto e non verrà posto al di sopra della dirigenza. La legge serve solo a mettere in chiaro tutte le variazioni affinché siano in accordo a quello che dice la Corte dei conti e abbiano un riscontro normativo”. E le obiezioni sul nucleo di valutazione aperto a esponenti politici? “È solo perché ci sono persone che hanno avuto un background in quest’area e potrebbero essere utili, non è certo un must“.

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Redazione Redazione Eventi e News