“C’è bisogno d’amore” in scena al Teatro Franco Parenti

Il 18 e 19 ottobre la Sala Blu del Teatro Franco Parenti ospiterà C’è bisogno d’amore, un evento che si colloca a metà tra spettacolo teatrale, una lectio filosofica e un concerto di emozioni. In scena Stefano Zecchi e Sabina Negri, diretti da Lorenzo Loris, per un dialogo sull’amore e sulla bellezza, descritti nelle loro infinite trasformazioni.

Il titolo è una dichiarazione di una necessità. Lo spettacolo suggerisce che oggi più che mai c’è bisogno di rimettere al centro il sentimento, la delicatezza e la cura, in un’epoca che corre.

Stefano Zecchi è filosofo e scrittore, già docente di Estetica all’Università degli Studi di Milano, e porta sul palco la sua visione dell’amore come forza generatrice e come principio del “bello”. Accanto a lui, Sabina Negri, autrice e giornalista, ne interpreta e ribatte il pensiero con una voce ironica, pungente ed estremamente teatrale. Ne nasce un confronto dinamico e appassionato, dove il rigore del pensiero incontra la leggerezza della parola scenica, mentre il pubblico viene accompagnato in un viaggio fatto di riflessioni, emozioni e provocazioni.

La regia di Lorenzo Loris costruisce un equilibrio raffinato tra le diverse componenti dello spettacolo. La parola teatrale dialoga con la musica dal vivo di Simone Spreafico, affiancato dai maestri Giuseppe Califano e Gianluca Scandola. Va in scena così un tessuto sonoro che amplifica la dimensione emotiva del testo. A dare ulteriore profondità, le immagini di Gianluca Sesia, le scenografie di Giò Belviso e i costumi di Simona Pozzi, che contribuiscono a delineare un’atmosfera quasi sospesa, tra realtà e simbolo.

C’è bisogno d’amore è uno spettacolo che intreccia linguaggi e sensibilità diverse. Tra frammenti di film, suggestioni filosofiche e momenti musicali, Zecchi e Negri indagano le contraddizioni del sentire contemporaneo, restituendo all’amore la sua complessità, tra desiderio, mancanze, e picchi di nostalgia.

Il risultato è un “concerto” di parole, suoni e immagini che accompagna lo spettatore in una riflessione corale sulla bellezza come necessità vitale e sull’amore come atto conoscitivo, capace di dare senso alla nostra esistenza. Lo spettacolo invita spettatrici e spettatori a ricucire i legami, e a ritrovare autenticità nelle relazioni, a riscoprire la lentezza e la profondità dell’incontro con gli altri.

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