Come si sceglie la bottiglia giusta per un vermouth

Condensare la tradizione sabauda e l’eleganza architettonica di Torino in un liquido non è la cosa più semplice del mondo, neanche quando il liquido in questione è un vermouth, che a questa storia è fortemente legato. Il celebre vino aromatizzato viene prodotto in tutta Italia e anche fuori confine, ampiamente apprezzato da molti Paesi. Come si fa allora a comunicare, nel tempo di un rapido sguardo, la propria provenienza e la propria identità? In questo caso il packaging viene in aiuto e il Vermouth Carlo Alberto rappresenta un case study indicativo, grazie alla scelta di immaginare una bottiglia che richiami subito l’identità e l’origine del prodotto.
La città diventa bottiglia
Il packaging ha la capacità di andare oltre la propria funzione di mero contenitore, per diventare il primo veicolo di comunicazione e riconoscibilità di un marchio. Se poi contiene un prodotto che generalmente si colloca in uno scaffale ben in vista per i clienti, allora deve anche riuscire ad attirare l’attenzione. Carlo Alberto, brand torinese di vermouth distribuito da Compagnia dei Caraibi, ha utilizzato il design della bottiglia e dell’etichetta per stabilire un legame diretto con lo spirito e l’architettura della propria città, trasformando l’immagine del prodotto in un racconto urbano.
Le connessioni culturali del marchio sono chiare, come recita la comunicazione: «sono i salotti sabaudi, sono la facciata della Gran Madre», creando un ponte ideale tra il distillato e i luoghi rappresentativi della città. La forma della bottiglia della Riserva è studiata per citare direttamente monumenti cittadini: la parte centrale si ispira al Palazzo Madama, il collo e la parte superiore a cupola contengono accenni di stile Art Nouveau, mentre il basamento rende omaggio al colonnato della Gran Madre. L’etichetta è anch’essa un repertorio di richiami architettonici locali. Le sue geometrie non sono casuali, ma ricordano l’eleganza dei balconi e dei palazzi del centro. Una strategia comunicativa che da un lato attira l’attenzione e dall’altro comunica l’identità di prodotto.

La storia dietro l’etichetta
La genesi del Vermouth Carlo Alberto si colloca in un periodo di fermento culturale e politico per Torino, a metà dell’Ottocento. La data fondativa del marchio, il 1837, rappresenta un omaggio al re Carlo Alberto di Savoia. La nascita del Vermouth Carlo Alberto si inserisce in un contesto storico vivace, con i caffè torinesi e la nobiltà che ponevano le basi per una nuova società, in un periodo segnato da libertà di pensiero e rinnovamento politico. La Riserva Carlo Alberto, nata per onorare questa tradizione, utilizza una base di vini piemontesi Docg selezionati, specificamente Erbaluce di Caluso e Moscato d’Asti, a cui si aggiunge una miscela di ventisette erbe officinali e spezie lasciate in infusione con cura.
Accanto alla Riserva, la linea Carlo Alberto Vermouth di Torino è stata sviluppata per la miscelazione, utilizzando le stesse botaniche ma con una base di vino cento per cento Trebbiano. Questa distinzione nell’offerta permette al marchio di onorare sia la tradizione del vermouth da bere liscio, sia di intercettare le esigenze contemporanee della mixology.
Torino, il vermouth e l’aperitivo all’italiana
La storia del vermouth e quella del capoluogo sabaudo sono talmente intrecciate, che il Vermouth di Torino è oggi una Igp tutelata da un Consorzio dedicato.
Sebbene le origini dell’aperitivo italiano siano collocate più o meno nel diciannovesimo secolo, la storia del vermouth è molto più antica. Già nei primi secoli dopo Cristo pare fosse utilizzato come rimedio digestivo, con ricette che si sono evolute nel corso dei secoli grazie all’influenza di spezie orientali come cannella, chiodi di garofano e rabarbaro. Nel Settecento, tuttavia, il Piemonte si affermò per l’abilità nella distillazione, e i produttori di liquori di Torino si guadagnarono un prestigio tale da mettere il proprio sigillo sul campo.

Nomi come Carpano o istituzioni come l’Università dei Confettieri e Liquoristi della Città di Torino sono al centro del periodo di fondamentale svolta e iniziale codifica di ricette che diede il la a questa celebre questa tradizione piemontese (qui un articolo in cui si spiega la storia).
Oggi il vermouth è un ingrediente fondamentale per tutta la mixology internazionale. Proprio Chiara Buzzi, imprenditrice della bar industry e firma di Gastronomika, dedica a questo prodotto un’intera sezione del suo libro “Aperitivo” (edito da ItaliaSquisita), per il suo ruolo storico e in quanto ingrediente fondamentale di cocktail classici e contemporanei, come il Martini, il Negroni e l’Americano. Un vero simbolo dell’ospitalità e della convivialità italiane.
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