Clima, con le attuali misure il mondo rischia un aumento della temperatura di 2,6°C entro la fine del secolo

Il mondo è ancora su un pericoloso piano inclinato che porterebbe entro la fine del secolo a un aumento di 2,6°C della temperatura media globale. E il perché di ciò è semplice: i Paesi non hanno assunto impegni climatici sufficientemente forti e tali da invertire la rotta, mentre le emissioni da combustibili fossili hanno raggiunto un livello record. A lanciare l’allarme, fondato su dati e analisi scientifiche, è l'analisi annuale del think tank Climate Action Tracker, che ha limato le sue previsioni solo di 0,1 gradi rispetto allo scorso anno a causa di «un aggiornamento metodologico».
Mentre è sono in corso i negoziati alla Cop30 di Belém e mentre si celebra il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi, dall’indagine dei ricercatori internazionali emerge che nessuno dei 40 governi - tra Europa, Cina e Usa - ha aggiornato i propri obiettivi climatici al 2030 con misure chiare e concrete, né ha definito una roadmap precisamente definita verso il 2035 per limitare il riscaldamento globale sotto la soglia convenzionale degli 1,5 gradi dall'era preindustriale.
Anche se gli impegni dell'Accordo di Parigi venissero rispettati, viene spiegato nel documento diffuso dagli esperti che lavorano al Climate Action Tracker, si arriverebbe a un aumento di 2,2 gradi (dai 2,1 dello scorso anno), con un peggioramento causato dal ritiro degli Usa dall'intesa dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Lo scenario più ottimistico illustrato nello studio colloca il riscaldamento comunque a 1,9 gradi in più rispetto all’era preindustriale. Nel rapporto si legge che «più aspettiamo, più ampio sarà il divario tra gli obiettivi», quelli cioè stabiliti sul clima e quelli necessari a contenere l'aumento delle temperature: dal 2030 al 2035, dovrebbe aumentare di 2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, passando da 29 GtCO2e nel 2030 a 31 GtCO2e nel 2035. «I principali responsabili delle emissioni, Cina e Ue, non sono riusciti a proporre obiettivi che cambino il loro corso - spiegano gli esperti - Peggio ancora, gli Stati Uniti hanno fatto marcia indietro sulle politiche climatiche, hanno cercato di minare l'azione globale per il clima, da ultimo presso l'Organizzazione marittima internazionale, e si stanno ritirando dall'Accordo di Parigi».
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