Il Consiglio di sicurezza dell’Onu approva la risoluzione Usa su Gaza con le astensioni di Russia e Cina

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato per adottare una risoluzione degli Stati Uniti per porre fine alla guerra a Gaza e autorizzare una forza di stabilizzazione internazionale per l’area dove risiedono i palestinesi. L’approvazione del testo, che ricalca il piano di pace di Donald Trump, arriva dopo che nelle scorse settimane è stata raggiunta un’intesa tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ma questo voto Onu è visto come fondamentale per legittimare un organismo di governance di transizione e rassicurare i paesi che stanno pensando di inviare truppe a Gaza.

Per il via libera all’approvazione sono state determinanti le astensioni di Russia e Cina. La prima, che detiene il veto sul Consiglio di sicurezza, in precedenza ha segnalato una potenziale opposizione al tesato, ma poi ha deciso di non votare contro, dopo tra l’altro un segnale di apertura per il contenuto del documento espresso dall’Autorità nazionale palestinese. Così alla fine i voti a favore, tra i 15 aventi diritto al Consiglio, sono stati 13.

Israele plaude al piano Trump mentre Hamas, in una dichiarazione, ha ribadito che non si disarmerà e ha sostenuto che la sua lotta contro Israele è una resistenza legittima, il che potenzialmente mette il gruppo militante contro la forza internazionale autorizzata dalla risoluzione. «La risoluzione impone un meccanismo di tutela internazionale sulla Striscia di Gaza, che il nostro popolo e le loro fazioni rifiutano», ha detto Hamas nella sua dichiarazione, rilasciata dopo l'adozione della risoluzione.

Mike Waltz, l'ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha detto che la risoluzione, che include il piano di 20 punti di Trump come allegato, «apre un possibile percorso per l'autodeterminazione palestinese», «smantella la presa di Hamas, assicura che Gaza si alzi libera dall'ombra del terrore, prospera e sicura».

La risoluzione approvata autorizza, nel dettaglio, la formazione di un 'Board of Peace', un organo di «governance transitoria» a Gaza fino al 31 dicembre 2027 presieduto dal presidente statunitense Trump, in attesa della riforma dell'Autorità nazionale palestinese.