Come gestire le scorie nucleari? Studio MIT sul futuro dei rifiuti radioattivi

Novembre 5, 2025 - 17:00
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Mentre alcuni Paesi scelgono di sigillare i rifiuti radioattivi nel sottosuolo, altri li rilasciano diluiti nell’ambiente, ma una nuova ricerca del MIT, pubblicata su Nature Sustainability, analizza in modo dettagliato le strategie globali per la gestione dello iodio-129, uno dei componenti più persistenti e rischiosi delle scorie nucleari. Radioattivo per oltre 15 milioni di anni, questo isotopo tende ad accumularsi nella tiroide umana, rendendolo un elemento di particolare attenzione nelle politiche ambientali.

Negli Stati Uniti, la gestione delle scorie prevede la loro chiusura in depositi geologici profondi, un approccio che, secondo gli scienziati, garantisce l’isolamento quasi totale dell’iodio-129 dalla biosfera. Al contrario, la Francia, che adotta il riciclo del combustibile nucleare esausto, rilascia annualmente circa 153 chilogrammi di iodio-129 in mare, all’interno dei limiti previsti dalle sue normative. Il principio su cui si basa è quello della “diluizione controllata”: disperdere piccole quantità di materiale radioattivo in grandi volumi d’acqua, in modo da ridurre la concentrazione pericolosa per l’uomo. Qual è la soluzione più efficace?

Il team del MIT, guidato dalla professoressa Haruko Wainwright, ha confrontato tre scenari: il metodo statunitense della sepoltura profonda, il rilascio controllato francese e una terza opzione che utilizza filtri per catturare l’iodio-129 prima del rilascio, con successivo smaltimento in depositi poco profondi.


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Redazione Redazione Eventi e News