Confindustria Moda, l’allarme al Senato: a rischio 19 mld entro il 2030

Novembre 13, 2025 - 00:00
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Confindustria Moda, l’allarme al Senato: a rischio 19 mld entro il 2030
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Presentate ieri al Senato le linee guida del Piano strategico industriale 2035 delle filiere tessile, moda e accessori elaborato da Confindustria Moda e Confindustria Accessori Moda, con il supporto di Liuc Business School. Il piano, che mira a garantire la competitività e la sostenibilità del sistema moda italiano coinvolgendone tutte le componenti produttive, è stato presentato da Luca Sburlati, presidente dell’associazioni, durante l’incontro tenutosi ieri a Palazzo Madama.

Accanto a Sburlati sono intervenuti Silvana Pezzoli, vicepresidente vicario di Confindustria Moda, Gianfranco Di Natale, direttore generale di Confindustria Moda, e la presidente di Confindustria Accessori Moda, Giovanna Ceolini.

Il sistema moda made in Italy, ricorda la nota diramata, rappresenta una delle principali filiere manifatturiere nazionali, con un fatturato complessivo di circa 90 miliardi di euro, oltre 520mila addetti e 48mila imprese. Il Piano in preparazione definisce “un percorso di trasformazione e rafforzamento competitivo per le imprese del settore”, con l’obiettivo di “costruire una filiera moda sostenibile, tecnologica e circolare, mantenendo la leadership mondiale del made in Italy”.

Confindustria Moda ha anche evidenziato i rischi che incombono sulla filiera, qualora non vengano attuate misure strutturali di sostegno e innovazione: entro il 2030 il settore potrebbe registrare una perdita di 19 miliardi di fatturato, 35mila posti di lavoro e 4.600 imprese.

Tra le principali criticità ci sono: la crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito; la concorrenza dell’ultra fast fashion, che mina il valore del made in Italy; la pressione regolatoria europea e la mancanza di strumenti simmetrici di supporto; il ricambio generazionale e la formazione delle nuove professionalità; l’aumento dei costi energetici e logistici; il rischio di delocalizzazione delle produzioni a monte della filiera.

Il documento allo studio si articola in sette capitoli d’intervento, che spaziano dalle misure urgenti di sopravvivenza alle azioni di medio-lungo periodo per l’innovazione e l’internazionalizzazione.

Tra le priorità individuate: rifinanziamento di strumenti di liquidità e cassa integrazione; approvazione del decreto attuativo Epr tessile; riduzione dei costi energetici per i comparti produttivi a monte; tutela della competitività europea del Tessile/Moda; Centro Tecnologico Nazionale per la Moda del Futuro; Banca Mondiale della Fibra e dei Tessuti (Progetto Fibrae); Polo dell’Innovazione e del Made in Italy a Parigi; formazione, welfare di filiera e ricambio generazionale; legge di contrasto all’ultra fast fashion e Tavolo della Legalità di Filiera; Piano Nazionale di Comunicazione sul made in Italy.

“La moda non è solo estetica, è economia reale, è lavoro, è territorio, è industria”, evidenzia Sburlati. Aggiungendo: “Dobbiamo preservare e trasformare un patrimonio produttivo unico che è parte della nostra identità nazionale. Il nostro settore non chiede assistenza, ma una strategia industriale di lungo periodo. Dobbiamo lavorare insieme alle istituzioni per costruire un piano che metta al centro le persone, la sostenibilità, la tecnologia e la competitività internazionale. Trasformare la moda made in Italy non è un’opzione, è una responsabilità di ciascuno di noi a livello nazionale, perderla un rischio concreto. Non vogliamo avvenga quanto successo nell’automotive: la velocità negli interventi è necessaria”.

Gli fa eco Ceolini: “Le nostre imprese sono un motore essenziale della moda italiana e un orgoglio per il nostro Paese nel mondo. Il Piano Strategico 2035 rappresenta un passo concreto in questa direzione: solo investendo con decisione possiamo garantire che il made in Italy continui a essere un modello di eccellenza, riconosciuto in tutto il mondo. Lo dobbiamo alle nostre aziende e ai giovani, che sono il nostro futuro e ai quali dobbiamo dare un progetto cui aderire”.

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Redazione Redazione Eventi e News