Custodia del Creato, vescovi spagnoli: “Costruire una giustizia ecologica e sociale”

In occasione della Giornata mondiale di preghiera per la custodia del Creato, i vescovi della sottocommissione per la carità e l’azione sociale della Conferenza episcopale spagnola hanno diffuso un messaggio dal titolo “Semi di pace e speranza nella casa comune”. La Chiesa iberica rinnova così la propria adesione al “Tempo del Creato”, iniziativa ecumenica che prosegue fino al 4 ottobre. Al centro del messaggio, il richiamo alla pace con il Creato, alla giustizia tra i popoli e alla remissione del debito come atto di giustizia.
Il messaggio
I vescovi membri della sottocommissione per la carità e l’azione sociale della Conferenza episcopale spagnola hanno pubblicato il loro messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la custodia del Creato, che la Chiesa celebra oggi, lunedì 1° settembre. La Chiesa iberica si unisce così anche quest’anno all’invito a celebrare il “Tempo del Creato” che inizia il 1° settembre con la Giornata di preghiera e termina il 4 ottobre con la festa di san Francesco d’Assisi. Nel loro messaggio – intitolato “Semi di pace e speranza nella casa comune” – i vescovi spagnoli si soffermano in primis sul tema della “Pace con il Creato” invitando a “riflettere sull’importanza della giustizia tra gli esseri umani e dell’armonia con la natura, riconoscendo che il benessere umano è intrinsecamente legato al benessere del nostro pianeta, la nostra casa comune”.
Il richiamo
Una “chiara manifestazione dell’armonia infranta con la natura e il creato è il ‘debito ecologico’ tra il nord e il sud del mondo”. Debito ecologico legato inconfutabilmente al “debito finanziario” essendo “due facce della stessa medaglia che ipotecano il futuro dei Paesi indebitati, costretti a sacrificare gli investimenti nell’istruzione, nella sanità, nelle infrastrutture e nella resilienza climatica per pagare i propri creditori”. I vescovi spagnoli esortano pertanto a guardare all’“anno giubilare come a un’opportunità di rispondere a questa ingiustizia”. “La remissione del debito non va intesa come atto di generosità, ma come atto di giustizia”. Per i vescovi “è tempo di costruire ponti di integrazione, lavorando per una giustizia ecologica, sociale e ambientale tra i Paesi ricchi e quelli poveri”.
Fonte: Agensir
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