Dal Gnl 40 miliardi di profitti per la Russia: abbastanza per comprare 271.000 droni da guerra

Ottobre 5, 2025 - 05:00
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Dal Gnl 40 miliardi di profitti per la Russia: abbastanza per comprare 271.000 droni da guerra

Più di 70 attivisti e attiviste di Greenpeace Belgio provenienti da 17 Paesi stanno bloccando il terminal GNL (Gas Naturale Liquefatto) di Zeebrugge, in Belgio, per protestare contro le importazioni europee di gas dalla Russia di Putin e dagli Stati Uniti di Trump, che alimentano guerre e crisi climatica.

All'ingresso del terminal gli attivisti hanno posizionato una grande struttura gonfiabile raffigurante Vladimir Putin e Donald Trump su una nave cisterna per il trasporto di gas, mentre altri attivisti in kayak hanno bloccato l’accesso all’infrastruttura, che costituisce il principale punto di ingresso del GNL russo in Europa. La barca a vela Witness di Greenpeace, coinvolta nella protesta, ha inoltre esposto uno striscione con la scritta “They love gas, you pay the price. Stop Fossil Gas“ (“Loro amano il gas, tu ne paghi il prezzo. Stop al gas fossile”).

«Le importazioni europee di gas russo finanziano la guerra in Ucraina e mettono a repentaglio la pace e la sicurezza in Europa, ma sostituire il gas russo con quello dagli Stati Uniti non è la soluzione, perché non ci libera dal ricatto politico dei Paesi produttori di combustibili fossili, perpetuando una pericolosa dipendenza dal gas che alimenta conflitti e crisi climatica», dichiara Federico Spadini della campagna clima di Greenpeace Italia. «Abbandonare il gas fossile e accelerare la transizione alle energie rinnovabili è un imperativo ambientale e una questione di sicurezza. Per questo chiediamo al governo italiano e a tutti i governi europei di liberarsi al più presto dalla dipendenza dalle fonti fossili, per fermare la crisi climatica, promuovere la pace e rendere le nostre società più giuste e al riparo dalle fluttuazioni del prezzo dell’energia».

Per mostrare la forte connessione fra importazioni di gas e conflitti, Greenpeace Belgio ha pubblicato il report “La trappola del GNL”, in cui calcola che tra il 2022 e il 2024 la società russa Yamal LNG, il più grande esportatore di gas russo verso l'Europa, ha guadagnato circa 40 miliardi di dollari dalla vendita di gas alle compagnie fossili basate in Europa e pagato circa 9,5 miliardi di dollari di imposte sugli utili allo Stato russo. Secondo le stime del report, con una simile somma la Russia potrebbe acquistare 271 mila droni d'attacco di tipo Shahed, ripetutamente usati da Putin per attaccare l'Ucraina. Il rapporto calcola inoltre che dal 2022 a giugno 2025, i quattro Paesi europei principali importatori di GNL russo (Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi) hanno speso più per le importazioni di GNL dalla Russia (34,3 miliardi di euro) di quanto abbiano fornito in aiuti bilaterali all'Ucraina (21,2 miliardi di euro) nello stesso periodo.

La protesta in Belgio è la conclusione della spedizione europea #StopFossilGas, effettuata quest’anno con le navi di Greenpeace Arctic Sunrise e Witness in sette Paesi europei. In Italia la spedizione è servita a denunciare la pericolosa intesa energetica fra il governo Meloni e gli Stati Uniti di Trump, l’inutilità degli investimenti in nuove infrastrutture fossili come il rigassificatore di Ravenna e l’import di GNL russo nel nostro Paese, raccontate in due inchieste della trasmissione televisiva Presa Diretta di Rai3 trasmesse pochi giorni fa. Nei mesi scorsi, Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano e ai governi europei di abbandonare i combustibili fossili, bloccando gli investimenti e vietando i nuovi progetti fossili, in modo da liberare risorse per una reale transizione energetica.

A cura di Greenpeace Italia

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