Qualità dell’aria, 22 delle 27 città italiane più popolose sono oltre i limiti d’inquinamento europei

Novembre 26, 2025 - 10:00
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Qualità dell’aria, 22 delle 27 città italiane più popolose sono oltre i limiti d’inquinamento europei

Al congresso nazionale dell’Isde, in corso a Roma, i medici per l’ambiente hanno presentato oggi nella sezione “Science and Advocacy” i risultati del primo anno di attività del Progetto Nazionale “Salute e Inquinamento Atmosferico nelle Città Italiane”, un monitoraggio sistematico che rappresenta oggi uno degli strumenti più avanzati e trasparenti per valutare lo stato della qualità dell’aria nelle aree urbane italiane. Ebbene, da queste analisi realizzate attraverso le stazioni Arpa/Appa e il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) e riguardanti le 27 città italiane più popolose, emerge che ben 22 città hanno già superato il numero massimo di giorni consentiti dalla nuova Direttiva europea per uno o più inquinanti, ovvero PM10, PM2.5, NO₂, Ozono. In alcune città — come Napoli, Milano, Torino e Vicenza — gli sforamenti riguardano tutti e quattro i principali inquinanti, configurando un quadro di esposizione cronica multilivello.

Sottolinea inoltre l’analisi dei medici per l’ambiente che le polveri sottili mostrano una situazione particolarmente critica, con superamenti della media giornaliera per PM10 in 25 stazioni, mentre per PM2.5 sono stati registrati oltre 50 superamenti in otto città della Pianura Padana, ben oltre il limite 2030.

Il biossido di azoto — inquinante fortemente correlato al traffico — supera i limiti per oltre 65 giorni a Napoli, Palermo, Messina, Genova, con il capoluogo campano che registra la cifra impressionante di 168 giorni oltre soglia.

L’ozono continua a crescere a causa dell’aumento delle temperature estive, segnala inoltre l’Isde. Superamenti enormi sono stati registrati a Bergamo (67 giorni), Milano (58), Modena (55). Tre volte oltre il limite europeo di 18 giorni. Come hanno sottolineato i medici per l’ambiente, si tratta di un’emergenza sanitaria prima ancora che ambientale. Paolo Bortolotti (Isde Trento) ha collegato i dati alle evidenze epidemiologiche: aumento di mortalità cardiovascolare e respiratoria, aggravamento delle malattie croniche, effetti su bambini, anziani e gruppi vulnerabili, aumento dei ricoveri durante gli episodi acuti. «Ogni microgrammo in meno di PM2.5 significa salvare vite, ridurre ricoveri, risparmiare risorse. È la forma più alta di prevenzione primaria», ha dichiarato.

Il progetto dei medici per l’ambiente non si limiti alla raccolta dati, ma si traduca in: lettere ai sindaci e alle amministrazioni locali, comunicazioni agli Ordini dei medici e ad Anci, interventi pubblici e tavoli tecnici, segnalazioni alla stampa locale e nazionale, iniziative comuni con la rete Clean Cities Campaign, supporto alle decisioni territoriali nei periodi di emergenza. La parola d’ordine è: la prevenzione primaria non è un’opzione, è un obbligo scientifico ed etico. Tra le misure di prevenzione primaria contro l’inquinamento atmosferico sono state richiamate le necessità di attuare politiche urbane mirate, mobilità attiva e trasporto pubblico, elettrificazione delle flotte, efficienza energetica, riduzione del riscaldamento a combustione, più natura in città, maggiore alfabetizzazione sanitaria e ambientale.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia