Dalla Toscana della rendita a quella dell’industria verde innovativa, la sfida della nuova Giunta

Novembre 10, 2025 - 21:30
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Dalla Toscana della rendita a quella dell’industria verde innovativa, la sfida della nuova Giunta

La nuova Giunta regionale e il confermato presidente Giani si troveranno sul tavolo un problematico Rapporto congiunturale regionale della Banca d’Italia. La Toscana, anche nel primo semestre 2025 non va bene. Ecco alcuni dati, quasi tutti negativi.

L’attività economica nel suo complesso “si è confermata debole”, con un incremento del Pil dello 0,3% leggermente inferiore al dato nazionale, poco confortante anche questo, considerato che dentro tale debole crescita è contenuto il contributo del Pnrr. Senza questo flusso finanziario europeo, molti analisti sostengono che l’Italia, e quindi ancor più la Toscana, sarebbe a crescita negativa. Non dà grandi speranze il fatto che il secondo trimestre del 2025 sia andato peggio del primo. “La produzione industriale è ulteriormente calata”, in parte a causa della crisi del settore moda, ma resta debole in molti settori. Le esportazioni stanno reggendo ma solo grazie al settore farmaceutico e la lavorazione di metalli preziosi. L’attività edile ha rallentato, nonostante il Pnrr, anche forse a causa dello stop del bonus 110%. La dinamica dei consumi interni è “contenuta”, il turismo ha risentito della riduzione dei flussi di visitatori di provenienza nazionale.

Anche gli investimenti calano, “redditività e liquidità delle imprese sono ulteriormente peggiorate”. La mezza buona notizia è che l’occupazione cresce (+0,6% su base annua), ma meno della media nazionale e cresce l’uso degli ammortizzatori sociali (+37%) trainato dalla crisi forte del settore abbigliamento. I depositi bancari sono in leggero calo (-1,3%). In crescita, meno male, il traffico mercantile dei nostri porti e di passeggeri nei nostri aeroporti.

Colpisce il dato di una debolezza e decrescita del settore servizi, dove il turismo vede una riduzione delle presenze alberghiere ed un aumento delle presenze extra-alberghiere. Il turismo toscano si basa sugli stranieri, che però spendono meno dell’anno prima (meno 4,5%) a differenza di quanto avviene a livello nazionale (+5,8%). Fenomeno probabilmente collegabile con il dato che i prezzi delle case toscane sono aumentate in un anno del 2,2%, mentre si riducono i prezzi degli immobili commerciali ed industriali. L’incertezza congiunturale globale e nazionale premia la rendita rispetto agli investimenti produttivi. Si riduce il credito alle imprese (-0,6%), nonostante l’abbassamento dei tassi di interesse, ma aumentano i prestiti alle famiglie, sia nel credito al consumo che nella erogazione di mutui.

Un'altra mezza buona notizia è l’aumento del reddito netto disponibile delle famiglie cresciuto in un anno del 2,7% a prezzi correnti, ma solo dello 0,7 a prezzi costanti (al netto dell’inflazione). Un aspetto che ha generato una modesta crescita dei consumi delle famiglie (+1% anno). Sono diminuite del 7,2% le immatricolazioni di auto.

Una raffica di dati non confortanti, che pur considerando un quadro generale di incertezza, sembrano segnalare una criticità specifica regionale, con caratteristiche proprie su cui il nuovo Governo regionale e gli operatori economici dovranno iniziare a riflettere. La lettura del Rapporto della Banca d’Italia è preoccupante, considerando anche che lo stile storico della Banca non è mai caratterizzato da “drammatizzazione”, ma da una sobrietà espositiva che ci fa pensare che le cose stiano anche un po’ peggio di come descritte testualmente.

Con la fine del Pnrr dal 2026-27 e una probabile rivisitazione dei fondi strutturali europei dal 2028, senza cambiamenti di rotta il rischio stagnazione o recessione è reale, con la Toscana messa un po’ peggio della media italiana. Probabilmente occorre una correzione di rotta nelle politiche economiche regionali, che spinga innovazione, ricerca, attrazione di investimenti esteri, reindustrializzazione, contrastando un tendenziale declino verso la rendita (case, turismo). In una strategia di questo tipo un ruolo importante dovrebbe avere la green economy dei prossimi anni, segmento dell’economia capace di innovazione ed investimenti nel settore dell’energia, dell’acqua, dell’economia circolare.

Basti pensare allo sviluppo della geotermia e delle fonti rinnovabili, ad un possibile sviluppo dell’idroelettrico, agli investimenti sulle reti energetiche, a quelli del settore idrico (cambiamenti climatici, recupero perdite, acque meteoriche, adeguamento alle nuove direttive, riuso dell’acqua, difesa del suolo), a quelli del settore rifiuti (impianti, riciclo, simbiosi industriali). Transizione digitale e transizione ecologica potrebbero essere il motore dell’inversione di tendenza della crescita economica di una regione che appare, usando un eufemismo, un po’ ferma.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia