«Italia di nuovo sott’acqua ma il governo continua a rinviare l’azione contro la crisi climatica»

Proprio mentre è in corso la Cop30 in Brasile, il principale appuntamento internazionale per la lotta al cambiamento climatico, gli eventi estremi che si stanno abbattendo sull’Italia ci ricordano come non sia più rinviabile affrontare seriamente la crisi climatica, sia in termini di mitigazione (abbattimento delle emissioni di CO2 e metano), sia in termini di adattamento. «Il governo invece continua a ritardare e perfino contrastare le azioni contro l’emergenza climatica: così aumenta lo stato di insicurezza della popolazione e il rischio di danni sempre più gravi davanti ai quali i cittadini si sentono sempre più soli», denuncia il Wwf. L’associazione ambientalista richiama l’attenzione sulle drammatiche alluvioni delle ultime ore, con frane e colate di fango che hanno provocato anche vittime.
Due morti in Friuli, ingenti danni in Toscana e Liguria, intense precipitazioni che cadono in un breve lasso di tempo su regioni provate da lunghi periodi di scarsità di piogge. «Questi eventi ci ricordano quanto sia importante intervenire per contrastare la crisi climatica», sottolinea il Wwf. «Per farlo serve però che tutti siano costantemente e correttamente informati, anche dal punto di visto scientifico, e che si dia voce ai cittadini rispetto alle conseguenze di eventi estremi una volta rarissimi e che oggi si ripetono anche più volte l’anno negli stessi luoghi. Il ruolo dei media in questo campo è cruciale. Non a caso la scorsa settimana, nel corso della opP30, è stato siglato il primo documento internazionale volto a contrastare la disinformazione e il negazionismo sul cambiamento climatico e a promuovere la diffusione di dati accurati e basati su evidenze scientifiche. Dieci Paesi, tra cui Brasile, Canada, Cile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Uruguay, hanno firmato alla Coè30 una Dichiarazione sull'integrità dell'informazione climatica. La dichiarazione, sostenuta dalle Nazioni Unite e dall'Unesco, stabilisce una serie di impegni comuni per garantire la qualità delle informazioni ambientali, finanziando ricerche e programmi di formazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Secondo il segretario generale dell'Onu, António Guterres, la nuova iniziativa globale rappresenta "un passo decisivo per garantire che scienziati e ricercatori non debbano temere di dire la verità"».
Se questo è il quadro, il Wwf si chiede e chiede come mai l’Italia non abbia sottoscritto questa dichiarazione. «L’azione del governo sul contrasto alla crisi climatica è insoddisfacente. A maggio la Commissione europea ha evidenziato come il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) dell’Italia abbia al suo interno gravi carenze rispetto agli obiettivi climatici europei e alle raccomandazioni già formulate nel 2023. La valutazione conferma come l’Italia si mostri inadempiente, recependo solo parzialmente le indicazioni di Bruxelles e mancando l’occasione di colmare davvero le profonde lacune già emerse nella versione preliminare del piano. Anche sull’adattamento l’Italia è al palo: non solo non ha nemmeno avviato l’attuazione del Piano nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici approvato alla fine del 2023, ma nella legge di Bilancio in discussione in Parlamento risultano ulteriormente tagliati i fondi per affrontare il dissesto idrogeologico».
Tutto questo, evidenzia l’associazione ambientalista, mentre invece l’azione dell’esecutivo si concentra su progetti inutili, dannosi e costosi come il Ponte sullo Stretto di Messina, non a caso recentemente e doppiamente bocciato dalla Corte dei conti.
Più in generale il Wwf denuncia come il governo sembri deciso a ritardare il più possibile le azioni contro la crisi climatica in nome di un falso pragmatismo che rischia di danneggiare non solo il contrasto alla crisi climatica, ma la stessa competitività economica del Paese. «Da quando il governo si è insediato abbiamo visto molte barriere e un forte rallentamento dello sviluppo delle energie rinnovabili, la soluzione per sostituire la causa del problema, cioè i combustibili fossili. Non agire ora e velocemente contro la crisi climatica, avendo a disposizione le soluzioni, è ingiustificabile e significa ignorare un problema del presente che rischia di aggravarsi ulteriormente in futuro».
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




