Dedapulse 2025: Twinset al centro del confronto su moda, governance e tecnologia
Si è tenuto ieri ‘Dedapulse – Accelerate your business’, l’evento ideato da Dedagroup per mettere a fuoco le traiettorie evolutive che l’innovazione sta tracciando nel cuore del sistema produttivo italiano, condividendo pensiero ed esperienze di imprese, istituzioni e pensatori in un dialogo aperto e multidisciplinare non solo sulla tecnologia ma anche su umanità, società e futuro.
Nato con l’obiettivo di unire strategia, cultura digitale e visione industriale, Dedapulse è stato infatti un abilitatore di confronto sui grandi temi della trasformazione nei settori chiave del made in Italy: dall’adozione consapevole dell’intelligenza artificiale alla governance dei dati pubblici, fino alla sostenibilità delle infrastrutture. Attraverso le testimonianze di business manager, gli interventi di leader internazionali e gli approfondimenti sui settori di riferimento del gruppo (finance, fashion, pa, cloud, AI), Dedagroup ha confermato il proprio ruolo di motore di innovazione e interprete dei bisogni a cui risponde grazie alla dedizione delle proprie persone, coniugando competenze verticali, approccio consulenziale e sviluppo tecnologico in grado di portare a risultati reali e duraturi.
Tra i temi emersi con più forza nel corso della giornata, il ruolo dell’innovazione nel ridefinire i modelli di crescita e competitività del Made in Italy, a partire da uno dei suoi settori più rappresentativi: la moda.
Nel cuore del fashion italiano, l’innovazione tecnologica non è più un’opzione, ma una leva strategica. È quanto emerso dal confronto tra Alessandro Varisco, CEO di Twinset, e Luca Tonello, CEO di Deda Stealth, azienda che fa capo a Dedagroup e che da 40 anni, grazie alle competenze e alla propria piattaforma software, accompagna nella crescita i più grandi brand del fashion e del luxury.
Dall’incontro tra due prospettive complementari – quella di un brand con solide radici nel made in Italy e quella di un partner tecnologico con una profonda conoscenza del settore – nasce una visione condivisa: per restare competitivi serve un nuovo equilibrio tra tradizione e trasformazione, tra identità di marca e capacità di adattarsi con velocità ai nuovi paradigmi del mercato globale.
Il settore moda è oggi attraversato da dinamiche sempre più complesse: cicli di prodotto accelerati, pressioni crescenti su sostenibilità e trasparenza, l’espansione omnicanale e la necessità di una supply chain agile, integrata e reattiva. In questo contesto, la tecnologia non può più essere considerata un supporto rinunciabile, ma deve diventare parte integrante della strategia di crescita.
“Accelerare il business oggi significa integrare tecnologia e visione”, ha sottolineato Luca Tonello. “Oggi è necessario adottare un approccio in cui l’innovazione non è un elemento accessorio ma parte integrante della strategia d’impresa. Nel settore moda, questo si traduce nella capacità di connettere tutte le dimensioni strategiche del processo decisionale – dalla gestione del tempo alla qualità dell’esperienza cliente – in un sistema coerente, guidato da dati affidabili e da una governance solida. Il digitale non è più solo infrastruttura ma è ciò che consente ai brand di restare fedeli alla propria identità, affrontando con lucidità e rapidità la complessità di un mercato globale sempre più esigente”.
Ha commentato anche Alessandro Varisco: “Il mondo cambia velocemente, si evolve e anche noi della moda, grazie alla tecnologia, dobbiamo stare al passo coi tempi ed evolverci. Più saremo in grado di essere veloci, più avremo la possibilità di dettare e determinare il successo delle nostre aziende. La tecnologia, se ben usata, dà quella velocità che permette di conquistare i mercati e quindi di avere una visione globale e olistica di quello che sta succedendo nel mondo”.
Dedapulse è stato un momento ampio di riflessione su umanità e tecnologia, società ed economia, innovazione e futuro, con al centro gli interventi di Federico Faggin, scienziato, imprenditore, filosofo e pioniere del microchip, e Luciano Floridi, professore e founding director del Digital ethics center di Yale University, in dialogo con Marco Podini, presidente esecutivo e CEO di Dedagroup su “L’equilibrio tra tecnologia, etica e il valore invisibile della spiritualità nella scienza e nell’innovazione tech”. Dal confronto tra scienza, filosofia e visione imprenditoriale, è emersa la comune necessità costruire un’intelligenza artificiale realmente al servizio dell’essere umano, trasparente e responsabile. Un’Ia che non solo potenzi le capacità operative delle imprese, ma che rifletta i valori di chi la progetta e la governa, riconoscendo il ruolo centrale della coscienza, della dignità e della consapevolezza nelle scelte tecnologiche.
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