“È diventato come il far west”: in Italia una situazione sconvolgente
In Trentino indagato il cacciatore che ha ucciso l’orso Mj5: la situazione è ormai fuori controllo e la Lav lotta per la non archiviazione del caso.

Ucciso da colpi di fucile ma il suo omicida è ancora solo indagato: ancora nessuna svolta nella vicenda del cacciatore che ha ucciso l’Orso Mj5 indagato. Lì in Trentino e precisamente nella Val di Non il povero animale è stato trovato senza vita nell’autunno del 2023, scatenando la reazione delle associazioni animaliste e scuotendo l’opinione pubblica. Oggi, a distanza di due anni dall’accaduto, la Lav ancora si impegna affinché il caso non venga archiviato e sia fatta giustizia.
Indagato il cacciatore che ha ucciso l’orso Mj5: il Trentino come ”il Far West”
Più e più volte sono state raccontate storie tragiche di uccisioni violente da parte dei cacciatori nei confronti di plantigradi, come l’Orsa Amarena o appunto l’orso Mj5. Proprio sulla morte di quest’ultimo si sta concentrando l’impegno della Lav, che sta lottando affinché il colpevole paghi e il suo caso non venga archiviato.

La vicenda è iniziata nell’aprile 2023, quando venne firmata un’ordinanza (provvedimento poi sospeso) da Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, per la cattura e l’uccisione dell’orso Mj5 che aveva aggredito un escursionista in Val di Rabbi, non lontano dal luogo dove sarebbe stato trovato morto qualche mese dopo.
Lui e altri orsi considerati ‘problematici’ (come Jj4 che non può essere più catturata e M62) erano finiti nel mirino dei cacciatori, consapevoli che la loro uccisione sarebbe stata in qualche modo autorizzata dall’autorità. La tensione non solo in Trentino ma anche in Abruzzo stava diventando tesa per le continue lotte tra cacciatori e plantigradi che vivevano nelle zone boscose di luoghi spesso visitati da escursionisti anche esperti, ma se in Abruzzo ci si convive con gli orsi, in Trentino essi continuano ad essere brutalmente abbattuti.
Indagato il cacciatore che ha ucciso l’orso Mj5: la Lav non ci sta
La LAV (la Lega Anti Vivisezione) ha definito la situazione italiana come quella del Far West, dove ci si sparava senza troppi controlli e col beneplacito della Legge. Ma proprio la Lega sta cercando di far ascoltare la sua voce per evitare che all’udienza fissata al 2 dicembre prossimo, il caso del cacciatore che ha ucciso Mj5 venga archiviato.

Allo stesso modo si lotta nel processo per dare giustizia all’orsa Amarena. Qualora il processo si concludesse con l’archiviazione e dunque con l’assoluzione dell’imputato, sarebbe un vero fallimento per la giustizia animale e si manderebbe un messaggio del tutto sbagliato alla popolazione, autorizzando di fatto le uccisioni dei plantigradi da parte dell’uomo. Inoltre pare siano emersi altri particolari che negli anni sono andati ad aggravare la posizione dell’uomo responsabile della morte di Mj5.
Alla LAV fa eco la LEAL (altra Lega Antivivisezionista) nella persona di Gian Marco Prampolini, che definisce l’episodio dell’uccisione di Mj5 un evento di criminalità venatoria, che mette a rischio non solo l’equilibrio ambientale del luogo ma l’intera fauna selvatica che lo abita. Non basta che la Provincia Autonoma si dica ‘contraria’ alle uccisioni degli animali ma che si agisca concretamente nel dichiararle veri e propri reati contro la natura.
Leggi le altre notizie selezionate per te:
- Processo per dare giustizia all’orsa Amarena: ”Chi l’ha uccisa deve pagare”
- Fugatti denunciato per la morte dell’orso M91: ”uccisione non necessaria’‘
Bisognerebbe prendere esempio dalle leggi nazionali ed europee che invece di metterle alla gogna, proteggono le specie selvatiche, soprattutto quelle più a rischio.
L'articolo “È diventato come il far west”: in Italia una situazione sconvolgente è stato pubblicato nella sua versione originale su Amoreaquattrozampe.it.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




