Ex Ilva, rottura totale governo-sindacati: subito sciopero e assemblea anche a Genova

Novembre 19, 2025 - 02:30
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Ex Ilva, rottura totale governo-sindacati: subito sciopero e assemblea anche a Genova
assemblea e corteo ex ilva 29 maggio

Genova. Scontro totale tra Governo e sindacati sull’ex Ilva, con lo spettro della chiusura che appare sempre più vicino. Proclamate da subito 24 ore di sciopero. A Cornigliano appuntamento alle 8.00 per l’assemblea di fronte alla portineria in quella che potrebbe essere la prima di una nuova serie di giornate di mobilitazione in difesa dello stabilimento.

“Abbiamo chiesto alla presidenza del consiglio di sospendere e ritirare il piano e di fare intervenire direttamente la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Ci hanno risposto di no e noi abbiamo deciso, ovviamente, di dichiarare lo sciopero a partire dalla giornata di domani”. Così il leader della Fiom, Michele De Palma, dopo la rottura del tavolo di confronto a Palazzo Chigi.

“Dal primo di marzo non ci saranno più i 6mila lavoratori da loro richiesti in cassa integrazione, ma la totalità dei lavoratori. È un disastro. Loro non hanno saputo dirci cosa succederà dopo il primo marzo. Questo significa una cassa integrazione per gestire in modo indolore gli ultimi mesi, e dal primo marzo si chiudono definitivamente tutti gli stabilimenti, con tutti i lavoratori in cassa integrazione”, spiega segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.

“Abbiamo chiesto di ritirare il piano che ci avevamo presentato, che di fatto va a ridimensionare le attività ed è inaccettabile per i riflessi importanti su tutti gli stabilimenti. Ci sembra una prospettiva per chiudere lo stabilimento e metterlo a disposizione di eventuali possibili potenziali acquirenti, che oggi non ci sono. Quindi questa è una cosa per noi inaccettabile. Già da domani faremo l’assemblea e delle dichiarazioni di sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti”, conferma Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl.

Anche Usb considera il piano “irricevibile perché fondato sulla riduzione della produzione, sulla fermata degli impianti e sulla gestione del declino attraverso la cassa integrazione”. Il sindacato sostiene che il percorso imposto “contraddice apertamente” il piano di rilancio dei commissari e “va verso la dismissione del gruppo, finalizzata alla vendita al ribasso a fondi privati”.

Dal canto suo l’esecutivo “ha chiarito che non ci sarà un’estensione ulteriore della cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo. In alternativa, saranno individuati adeguati percorsi di formazione in favore dei lavoratori, anche per coloro già in cassa integrazione. La formazione servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green”.

Rassicurazioni ignorate tuttavia dai sindacati, che hanno deciso uno stop di 24 ore per tutti i siti ex Ilva. Del resto a Genova già la settimana scorsa si parlava di “anticamera della chiusura” con riferimento al piano presentato dal ministro Urso, non solo per la cassa integrazione ma anche per la riduzione della produzione ai minimi termini con uno schema che avrebbe tagliato fuori automaticamente gli stabilimenti del Nord.

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Redazione Redazione Eventi e News