Farmindustria: in sviluppo 90 farmaci e 155 vaccini contro i batteri resistenti
“L’antibiotico-resistenza minaccia la salute, i sistemi sanitari e le economie di tutto il mondo. Le infezioni da batteri resistenti stanno aumentando e l’impegno a rafforzare consapevolezza, investimenti e azioni deve proseguire. È tempo di uno sforzo corale e concreto per raggiungere i numerosi obiettivi che ancora abbiamo davanti a noi”. Questo l’appello lanciato da Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria, per la Giornata europea degli antibiotici 2025, che si celebra nell’ambito della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E’ proprio il tema di quest’anno dell’iniziativa, “Act Now: Protect Our Present, Secure Our Future”, a richiamare la necessità di agire subito per contrastare una crisi che non è più futura, ma già in atto. Senza una risposta forte e coordinata, entro il 2050 sono previsti 39 milioni di morti nel mondo (fonte Oms), mentre le precedenti stime effettuate nel 2014 parlavano di 10 milioni di decessi, A livello globale, si stima che l’Amr costi ai sistemi sanitari 66 miliardi di dollari all’anno.
Attualmente, secondo l’Oms, nel mondo ci sono 90 farmaci antibiotici in sviluppo clinico, 232 in sviluppo preclinico e 155 vaccini allo studio contro le infezioni batteriche resistenti. “L’Italia – ricorda Cattani – ha compiuto un passo importante con la Legge di Bilancio 2025, destinando 100 milioni di euro annui dal Fondo per i Farmaci Innovativi agli antibiotici reserve (ossia di ultima istanza, da utilizzare solo nei casi più gravi), garantendone la permanenza fino alla scadenza brevettuale. Una misura di prospettiva, annunciata nel corso dell’ultima Presidenza italiana del G7, che riconosce il valore strategico di questi farmaci per il Ssn e per la salute pubblica e che ci porta a essere l’unica Nazione del G7, insieme a Regno Unito, a creare un incentivo forte che premia l’innovazione in questa area, contribuendo anche a rivitalizzare gli investimenti a livello internazionale, come riconosciuto da una recente pubblicazione sulla rivista Lancet. Occorre proseguire su questa strada”. “L’industria farmaceutica e l’Italia sono protagoniste nella lotta all’Amr – conclude Cattani – in coerenza con l’approccio One Health, che integra salute umana, animale e ambientale. Le aziende sono impegnate a investire in ricerca e sviluppo e garantire l’accesso ai nuovi trattamenti, ma servono incentivi strutturali per la ricerca e una collaborazione continua fra i diversi stakeholder coinvolti nella lotta a questo fenomeno. L’Italia su questo sta facendo da apripista”.
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