Flotilla archiviata: “del tutto inutile”? Ma ora tutti in Calabria, scioperi permettendo

Dove sono finiti gli aiuti umanitari che le oltre quaranta barche della Flotilla volevano portare a Gaza?
Forse, e finalmente, sarà il Patriarcato di Gerusalemme a far arrivare il carico a quella povera gente.
In Italia si è in altre faccende affaccendati per occuparsi di un problema che ha tenuto con il fiato sospeso noi abitanti di questa meravigliosa penisola e molti altri paesi europei.
Come e quando torneranno a casa i 44 nostri concittadini che per il momento sono in un centro di detenzione, cioè in carcere? Chi pagherà il biglietto aereo per il ritorno in Patria?
Chi paga il ritorno di Flotilla?

Capite voi: un viaggio che aveva commosso centinaia di migliaia di persone per l’umanità che si proponeva, ora si è ridotto alle miserie di poche migliaia di euro che dovrebbero servire per un posto in un jet che dovrebbe atterrare a Roma.
I pensieri oggi sono altri: lo sciopero indetto da Maurizio Landini e dal sindacato di base che dovrebbe mettere in ginocchio l’intero Paese. Il garante ha risposto che è illegittimo perché non è stato dato il preavviso previsto dalla legge. Ma queste sono chiacchiere: l’importante è far scendere in piazza una marea di folla che qualcuno con grande ironia e cattiveria ha definito “una massa in scena”.
Dunque, di quella traversata se ne parla ormai pochissimo, come se non fosse mai avvenuta. Il cardinale Pizzaballa che vive a Gerusalemme la definisce “del tutto inutile”, però l’eco delle sue sacrosante parole arriva fiacco da noi perché ora la sinistra ha nel mirino Giorgia Meloni la quale si è permessa di dire che lo sciopero non mira alla rivoluzione, ma solo “ad un weekend un pò più lungo”.
Landini studia da segretario
Apriti cielo: si è scatenato un putiferio con Landini che non ha mantenuto la calma ed ha predicato in ogni tv che lo invitava la sua rabbia e il suo sdegno. Neppure Elly Schlein è arrivata a tanto: è intervenuta alla Camera per inveire (quando mai?) contro la premier, usando però un linguaggio che non è paragonabile a quello di Giuseppe Conte e di Chiara Appendino, pentastellati purosangue.
Il primo se l’è presa con “il presidente del Colle Oppio”, sbagliando anche il quartiere di Giorgia che è la Garbatella. La seconda ha sostenuto che la premier prima di parlare dovrebbe “sciacquarsi la bocca”. Non si inseguiva il politically correct?
Alla Camera, quando si è andati al voto, è successo di tutto. Con la sinistra che non sapeva come comportarsi, con i cespugli della Schlein che si sono divisi, con Matteo Renzi che ha continuato a fare le solite capriole.
Autorevoli commentatori hanno scritto che in questa circostanza si sono tenute le primarie per il Pd con Landini protagonista (e forse favorito) e la Schlein e Silvia Salis, pronte a sparargli contro al minimo svarione. Qualcuno si chiede: è il campo largo o il campo letargo?
Nel mirino dell’opposizione c’è soprattutto Giorgia Meloni che con il suo governo va avanti, anzi avanza nonostante le mille critiche che le piovono addosso. Oggi, tornano di scena i miliardi che si dovrebbero spendere per il riarmo. “Soldi buttati al vento che potrebbero servire per sanare i tanti problemi del Paese”, ripetono le prefiche.
Il più accanito fra i detrattori della premier è l’avvocato del popolo che guarda a Palazzo Chigi e ricorda i tempi della sua doppia presidenza che non ha mai dimenticato.
Bisogna sparare a zero contro gli avversari perché siamo a 48 ore da un’altra consultazione. Domenica e lunedì, si aprono le urne in Calabria, nella regione definita “il sud del sud”. Favorito è il presidente dimissionario che si ripresenta. Roberto Occhiuto, esponente di Forza Italia che se la dovrà vedere contro Pasquale Tridico, l’ex presidente dell’Inps, ora uomo di punta dei pentastellati. Favorita è la vecchia maggioranza, ma la sinistra spera nel miracolo che potrebbe fare da contrappeso alla sonora sconfitta subìta nelle Marche.
Gli argomenti in quello sfortunato territorio sono tanti, perchè disoccupazione, sanità, scuola, abbandono dei giovani in cerca di nuove esperienze incalzano.
A tutto questo si aggiunga la tanto deprecata costruzione del ponte sullo Stretto di Messina che in molti non vogliono per il solito ritornello: miliardi di cui la Calabria avrebbe estremo bisogno per risolvere altri mali più impellenti. Martedì prossimo sapremo se la destra ha fatto il bis o si deve accontentare di un pareggio.
A proposito di sostantivi cari al calcio, eccone uno su cui migliaia di tifosi hanno riso, mentre altri (specialmente nella Capitale) sono rimasti increduli. La Roma, in svantaggio contro il Lille, squadra francese, ha potuto tirare un rigore concesso dall’arbitro. Il penalty è stato ripetuto tre volte e per tre volte è stato mancato. Tutto si può dire, tranne che la squadra giallorossa non abbia conquistato un record che rimarrà negli annali del football non solo italiano.
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