25 novembre, Meloni a LaPresse: “Italia esempio ma i dati sui femminicidi ancora allarmanti”
“Resto convinta che la famiglia sia e rimanga il luogo primario dell’educazione dei figli e che la scuola rappresenti un’alleata, così come le altre agenzie educative”. Lo afferma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata a LaPresse in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Crediamo talmente tanto in questa alleanza e nel ruolo della scuola – sottolinea la premier – che il Ministero dell’Istruzione e del Merito”, guidato da Giuseppe Valditara, “ha introdotto l’educazione al rispetto, al rispetto dell’altro e della sua libertà, alle corrette relazioni, e ha attivato tanti altri progetti per sensibilizzare giovani e giovanissimi”.
Meloni: “Giusto consenso informato dei genitori, no alla diffusione di teorie gender”
“Se per educazione sessuale intendiamo il funzionamento del corpo umano, la biologia dell’uomo e della donna, l’informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, è già prevista nei programmi scolastici. Se invece intendiamo altro, come la diffusione delle teorie gender o altre iniziative che non hanno nulla a che fare con l’educazione ma solo con l’ideologia, la nuova legge sul consenso informato prevede che i genitori siano messi al corrente di ciò che viene insegnato ai figli”, dice Meloni rispondendo sul tema legato all’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva a scuola.
“A cosa si riduce l’alleanza famiglia-scuola se neghiamo questo? Ogni genitore ha il diritto di sapere e di essere consapevole di ciò che viene trasmesso ai propri figli – afferma la premier –. Accade per tutto ciò che avviene a scuola e in classe, ogni mamma o papà può testimoniarlo. Perché non dovrebbe valere anche per temi così delicati?”. “Esprimere il consenso informato non limita in alcun modo il ruolo della scuola e non intacca la libertà di insegnamento, anzi. È l’esatto contrario”.
“Italia è un esempio ma i dati sono ancora allarmanti”
“I dati sono allarmanti perché parliamo di un fenomeno ampio e radicato. Però è importante anche dire che i numeri di quest’anno segnalano una tendenza al calo dei femminicidi“, dice Meloni sulla lotta alla violenza sulle donne in Italia. “Una diminuzione che ovviamente non basta, anzi – sottolinea la premier –, perché fin quando avremo anche solo una vittima non dobbiamo smettere di combattere questa barbarie”.
“Però i dati dicono che i grandi sforzi che stiamo mettendo in campo producono dei risultati. Abbiamo varato leggi molto significative, che hanno portato l’Italia a essere riconosciuta anche dalle Nazioni Unite come un esempio da seguire”, evidenzia Meloni ricordando che da quando è arrivata a palazzo Chigi “abbiamo raddoppiato, rispetto al 2022, le risorse per i centri anti-violenza e le case rifugio, abbiamo potenziato e reso strutturale il reddito di libertà, favorito il reinserimento professionale delle vittime, promosso il numero antiviolenza e stalking 1522, portato avanti innovative attività di educazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Come la manifestazione ‘Corri Libera’, che si è svolta qualche giorno fa a Roma e ha riscosso una grande partecipazione”.
“Anche le politiche che stiamo promuovendo con risultati incoraggianti sul fronte dell’occupazione femminile, per aiutare le donne a essere più autonome e libere di realizzarsi, sono un modo di prevenire e combattere, se non la violenza in sé, l’autonomia delle donne e dunque il coraggio di denunciare. Ma dobbiamo andare avanti, con tutte le nostre forze”.
“Da madre mi spaventa ciò che non capisco, ascoltare i giovani”
“Da madre, mi spaventa ciò che non conosco e non riesco a comprendere appieno. Noi siamo la prima generazione di genitori a crescere la prima generazione di figli interamente digitale, nata e cresciuta in un mondo del tutto diverso da quello in cui abbiamo vissuto noi, e le generazioni che ci hanno preceduto”, aggiunge la presidente del Consiglio. “Chi oggi ha figli piccoli o adolescenti si rapporta con uno scenario spesso indecifrabile, che da una parte offre strumenti eccezionali per liberare le energie e i talenti, ma dall’altro porta con sé rischi difficili perfino da immaginare. Dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di metterci in ascolto dei più giovani, che hanno molto da raccontarci se ci fermiamo a farlo”.
“Con l’opposizione pronta a confrontarmi su tutto senza ideologie”
“Io sono sempre stata pronta a confrontarmi su tutto. Ho le mie idee e le mie convinzioni, naturalmente, ma a differenza di altri preferisco all’ideologia il buon senso e la ragionevolezza“, dice poi Meloni rispondendo a una domanda sul dialogo con le forze di opposizione.
“Dialogo con Schlein? Mai mancato. No propaganda su violenza donne”
“Devo dire che su alcuni temi, a partire dall’impegno comune per combattere la violenza contro le donne, il dialogo e la collaborazione con l’opposizione non sono mai mancati“, afferma ancora la presidente del Consiglio a proposito del recente accordo con la segretaria del Pd Elly Schlein sul principio del libero consenso.
“Voglio ricordare che siamo a ridosso dell’approvazione definitiva in Parlamento della proposta di legge del Governo per introdurre nell’ordinamento il reato autonomo di femminicidio, una rivoluzione giuridica e culturale che ci rende tra le prime Nazioni in Europa e nel mondo a percorrere questa strada”, dichiara riconoscendo che “se siamo arrivati a questo risultato, lo dobbiamo anche al sostegno e al contributo che tutte le forze politiche hanno assicurato durante l’iter parlamentare”. “Penso che questa non sia una materia sulla quale costruire propaganda”, conclude però la premier.
“Avvilente odio sessista sui social, c’è tanto da fare”
“È avvilente constatare come nel 2025 ci sia ancora chi consideri normale calpestare la dignità di una donna e farne oggetto di insulti sessisti e volgari, nascondendosi per di più dietro l’anonimato o una tastiera”, fa sapere la leader di Palazzo Chigi in rifermento alla violenza che corre sul web. “Purtroppo, però, i casi non si limitano ai messaggi di odio e agli insulti nei confronti di donne note. Io, per prima, ne sono stata più volte vittima”, ricorda la premier secondo la quale “il problema è molto più vasto: basti pensare ai siti che pubblicano foto intime rubate di persone comuni o alle piattaforme che creano con l’intelligenza artificiale false immagini pornografiche, utilizzando i volti di donne reali”.
“È un tema di cui ci siamo occupati nell’ambito della legge quadro sull’intelligenza artificiale, da poco approvata e che introduce un nuovo reato per punire chi arreca un danno ad una persona attraverso i cosiddetti deepfake, ovvero i contenuti generati o manipolati artificialmente per sembrare autentici. Ma, ovviamente, non abbiamo la presunzione che questo intervento possa essere risolutivo, perché quella del digitale rimane una sfida estremamente complessa, per tante ragioni: per la rapidità dei cambiamenti, la difficoltà di circoscrivere gli ambiti giuridici, la difficoltà di rintracciare i responsabili. C’è tanto lavoro da fare”.
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