Il Caso Almasri e quelle mail del Ministero della Giustizia che riaprono le polemiche

Lug 11, 2025 - 00:30
 0
Il Caso Almasri e quelle mail del Ministero della Giustizia che riaprono le polemiche

lentepubblica.it

Le vicende legate al caso del generale libico Najeem Osama Almasri adesso sembrano riaprirsi e con loro le polemiche: alcune mail del Ministero della Giustizia, infatti, mettono in luce aspetti oscuri sulla questione.


Le email interne del Ministero della Giustizia gettano infatti nuova luce sul rimpatrio del generale libico, accusato di crimini gravissimi. L’opposizione accusa Nordio di aver mentito al Parlamento e chiede le dimissioni del Guardasigilli. E la situazione diventa nuovamente incandescente, innescando il dibattito politico.

Le mail del Ministero della Giustizia relative al caso Almasri

Il caso del generale libico Najeem Osama Almasri, espulso dall’Italia il 21 gennaio scorso, torna sotto i riflettori grazie ad alcuni documenti inediti che alimentano dubbi sull’operato delle istituzioni italiane. A far scattare l’ennesima bufera sono state alcune comunicazioni interne al Ministero della Giustizia, recentemente acquisite dal Tribunale dei ministri, che sembrano contraddire la versione ufficiale fornita dal governo.

Secondo quanto riportato dall’agenzia ANSA, già dal pomeriggio di domenica 19 gennaio – due giorni prima dell’espulsione – i vertici del dicastero di via Arenula erano pienamente consapevoli della situazione. In particolare, la capa di gabinetto del ministro Carlo Nordio, Giusi Bartolozzi, avrebbe dato istruzioni ai funzionari del Dipartimento affari di giustizia di agire con la massima discrezione. Le comunicazioni interne raccomandavano l’uso di canali criptati, come l’app Signal, e un approccio estremamente riservato nella gestione del caso.

Un elemento che stride con quanto dichiarato in Parlamento dal ministro Nordio, secondo cui il ministero sarebbe stato ufficialmente informato dell’arresto del comandante libico solo il giorno successivo, lunedì 20 gennaio.

Eppure, dalle email acquisite dagli inquirenti emerge un’attività frenetica già nella giornata di domenica, con scambi tra alti dirigenti finalizzati a capire come procedere alla convalida del fermo nonostante l’assenza di una formale autorizzazione.

La gestione dell’operazione

Nel frattempo, proprio mentre il Guardasigilli dichiarava di essere ancora in fase di valutazione sull’opportunità di trasmettere il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale al procuratore di Roma, il Falcon 900 dei servizi segreti italiani era già in volo verso Tripoli con Almasri a bordo, decollato da Torino Caselle alle 20:00 e atterrato a Mitiga intorno alle 22:00.

La gestione dell’intera operazione, secondo quanto emerso, sarebbe stata coordinata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ha anche la delega ai servizi di intelligence. Una scelta che, per molti osservatori, sembra aggirare i percorsi istituzionali previsti in casi così delicati.

L’indagine in corso del Tribunale dei ministri coinvolge quattro figure di spicco del governo: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi, e lo stesso Mantovano. A difenderli è l’avvocata Giulia Bongiorno, che starebbe valutando di presentare denuncia per la divulgazione di atti coperti da segreto istruttorio, dopo la pubblicazione delle comunicazioni riservate.

Le accuse delle opposizioni e le richieste di dimissioni

La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Il Partito Democratico, +Europa, l’Alleanza Verdi-Sinistra e il Movimento 5 Stelle hanno chiesto a gran voce le dimissioni del ministro della Giustizia. “Nordio ha deliberatamente travisato i fatti dinanzi al Parlamento”, ha dichiarato Marco Grimaldi di AVS, sottolineando come il Guardasigilli fosse pienamente informato fin da domenica pomeriggio. “Chi mente al Parlamento deve assumersene la responsabilità e lasciare l’incarico.

Toni ancora più duri da parte della responsabile Giustizia del PD, Debora Serracchiani, che ha parlato di una “scelta politica deliberata” volta a proteggere un criminale accusato di crimini atroci, tra cui stupri di minori e tratta di esseri umani.  “La decisione di farlo rientrare in Libia su un volo di Stato è una vergogna istituzionale“, ha tuonato, chiedendo chiarimenti sui rapporti con il governo libico e sugli eventuali accordi bilaterali sottesi all’operazione.

Il segretario di +Europa Riccardo Magi ha definito la vicenda “gravissima“, accusando il governo di aver “mentito agli italiani” e di aver ostacolato l’azione della Corte Penale Internazionale. Per Magi, la gestione del caso Almasri rappresenta una “colpevole corresponsabilità” da parte dell’esecutivo e una “falsificazione consapevole” dei fatti.

Anche il Movimento 5 Stelle ha denunciato la violazione del diritto internazionale e dello Statuto della Corte Penale Internazionale. “Il governo ha consapevolmente ignorato il mandato d’arresto, coprendo il trasferimento in Libia di un trafficante di esseri umani”, ha dichiarato il gruppo M5S in una nota, denunciando la fuga di numerosi dirigenti ministeriali che non avrebbero voluto restare coinvolti nella gestione del caso.

Interrogativi ancora aperti

Mentre lo scontro politico si inasprisce, restano aperte numerose domande: perché un uomo ricercato dalla giustizia internazionale è stato rispedito in patria con ogni onore, e perché le autorità italiane hanno agito con tale riservatezza? E soprattutto, quanto sapeva realmente il ministro della Giustizia?

Il caso Almasri rischia ora di trasformarsi in un banco di prova per la tenuta dell’esecutivo, sotto accusa per opacità, scelte politiche controverse e presunte violazioni delle procedure giuridiche. Un affare che da diplomatico è divenuto giudiziario, e ora profondamente politico.

The post Il Caso Almasri e quelle mail del Ministero della Giustizia che riaprono le polemiche appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News