Il Parco di Erawan e il fiume Kwai nella foresta: la Thailandia fuori rotta
C’è una Thailandia un po’ inaspettata e ancora non troppo conosciuta, fatta di fiumi nella foresta, di cascate balneabili, di case galleggianti, sport e animali tropicali. È la Thailandia di Kanchanaburi, a ovest di Bangkok, quasi al confine con il Myanmar, dove la natura si fonde con la storia. Destinazione per un viaggio meno scontato? Il fiume Kwai e il Parco Nazionale di Erawan per un relax immersivo e silenzioso.
Tra storia e natura: la provincia di Kanchanaburi
A circa due ore e mezza da Bangkok, Kanchanaburi è un mondo a parte: una distesa di montagne, fiumi e foreste pluviali che si estende fino al confine con il Myanmar.
Nei dintorni della cittadina si può visitare la celebre Ferrovia della Morte, costruita durante la Seconda guerra mondiale dai prigionieri di guerra per collegare Bangkok a Rangoon: un’opera durissima, costata la vita a più di centomila uomini, e oggi divenuta simbolo di pace e memoria. Si può attraversare in treno un tratto della ferrovia, visitare l’iconico ponte sul fiume Kwai, i cimiteri e musei che ricostruiscono eventi e dolori di quegli anni; ma la regione vanta anche una delle aree naturali più spettacolari della Thailandia occidentale.
Le sette cascate di Erawan
Il Parco Nazionale di Erawan, fondato nel 1975 e oggi uno dei più visitati del Paese, è un piccolo paradiso di foresta tropicale, grotte e piscine naturali che si fanno spazio in mezzo al verde. Il suo nome deriva dall’elefante mitologico a tre teste della religione induista: le sette cascate che scendono lungo il versante della montagna ricordano proprio la sua forma maestosa.

L’acqua è di un azzurro lattiginoso quasi surreale, dovuto alla presenza di calcare e minerali (diventa un po’ più torbida solo dopo la pioggia che smuove il terreno). Ogni livello ha la sua personalità: le prime cascate sono più accessibili, ideali per chi vuole rilassarsi, mentre le ultime richiedono un po’ di trekking e non sono proprio per tutti. Si cammina lungo un sentiero immerso nella vegetazione, ma ben attrezzato e segnalato, tra alberi di teak e ficus giganti, punti per la pausa e servizi. Camminando, se si presta attenzione, non è raro incontrare farfalle tropicali e scimmie curiose.
Prima di entrare, nel parcheggio, ci sono negozi e ristoranti, ma anche nel parco si trovano bar per snack e bibite. Poco dopo l’ingresso, prima delle cascate, c’è un punto per ritirare i giubbotti di salvataggio (20 Baht per l’intera giornata), che sono obbligatori per fare il bagno. Tutte le piscine naturali sono balneabili; dalla seconda alla quarta senza particolari difficoltà. Chi arriva al settimo livello può tuffarsi in piscine naturali dove l’acqua è fresca e trasparente, tra piccole grotte e rocce levigate, quasi in solitudine perché in pochi arrivano fino a sopra. Un consiglio: non fatevi impressionare dai pesci grandi, e neanche dai pescetti piccolini che sembrano pizzicare i piedi proprio vicino alla roccia; una volta in acqua vi lasceranno stare e ci si potrà godere uno dei più bei bagni di sempre.

Dormire sul fiume Kwai
Oltre alle cascate, una delle esperienze più magiche è quella di dormire sul fiume Kwai, nelle tradizionali raft houses o nei lodge galleggianti immersi nella giungla. Le Jungle Rafts, per esempio, sono eco-lodge galleggianti costruiti in legno di bambù, privi di elettricità, illuminati solo da lanterne e candele. Alcune strutture sono semplici e romantiche, altre offrono tutti i comfort di un resort, ma tutte condividono la stessa vista: il fiume che scorre lento, i rumori della foresta, le luci che si riflettono sull’acqua. I “villaggi” si raggiungono con barchette che partono dal porticciolo di Phutakien Pier. Ovviamente non ci si deve stupire per l’incontro ravvicinato con qualche animale tropicale, come scimmie, varani o serpenti, e al mattino potrebbe esserci un elefante che si bagna nel fiume a dare il buongiorno. Al tramonto, quando la foresta si tinge d’oro, si capisce davvero cosa significhi “fuori rotta”: non ci sono suoni artificiali, solo il respiro del fiume e i richiami degli uccelli.

Cosa fare: escursioni e sport
Dai resort partono diverse esperienze fluviali più o meno avventurose, per tutti i gusti e per ogni età: dal bamboo rafting, la discesa del fiume su una zattera di bambù, alle gite in kayak o in barca fino alle cascate di Sai Yok Yai, nel vicino Sai Yok National Park. In barca si può risalire anche fino alla Lawa Cave, una grotta profonda e misteriosa. All’interno, stalattiti e stalagmiti formano colonne naturali che brillano alla luce delle torce: secondo le leggende locali, la grotta era abitata da spiriti e animali sacri.

Tra le attività più amate c’è la zipline del Tree Top Adventure Park, un percorso sospeso tra gli alberi con passerelle, ponti e funi che offrono panorami mozzafiato sulla giungla. Oppure si può pedalare lungo i sentieri che costeggiano il fiume con un tour in mountain bike, fermandosi nei piccoli villaggi dove il tempo sembra essersi fermato.
Molti resort propongono anche esperienze più lente e tradizionali, come la pesca al tramonto, le passeggiate a dorso d’elefante nei centri etici o i laboratori di cucina thailandese con ingredienti locali. Per i più audaci, il kayak notturno è tra cielo e acqua.

Quando andare e come arrivare
Il periodo migliore per visitare il Parco di Erawan e il fiume Kwai va da novembre a marzo, quando il clima in Thailandia è generalmente secco e piacevole. Ma anche durante la stagione delle piogge, da giugno a ottobre, il paesaggio si trasforma: la foresta è più verde, le cascate sono al massimo della loro portata e i rovesci durano spesso solo poche ore.
Da Bangkok, Kanchanaburi si raggiunge facilmente in treno, bus o auto privata in circa due ore e mezza. Da qui partono le escursioni giornaliere per Erawan National Park, Sai Yok, Lawa Cave e per i resort lungo il fiume.
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