Il Pd cerca distensione in Puglia, è in stallo in Calabria e trova un accordo in Campania

Il centrosinistra pugliese si prepara alle elezioni regionali tra tensioni interne, strategie nazionali e primi segnali di distensione. Il presidente uscente Michele Emiliano ha annunciato la propria candidatura al consiglio regionale «senza se e senza ma», ricordando di aver concordato con Antonio Decaro, eurodeputato ed ex sindaco di Bari, la sua presenza nelle liste solo come capolista in provincia di Bari, lasciando a Decaro la possibilità di guidare la coalizione alla presidenza.
Negli ultimi giorni, però, Decaro aveva posto come condizione per la sua candidatura l’assenza dalle liste di Emiliano e di Nichi Vendola, creando uno stallo politico interno. La situazione ha richiesto l’intervento di Elly Schlein, con Igor Taruffi, braccio destro della segretaria, e il segretario regionale Domenico De Santis a fare da mediatori. L’incontro, avvenuto a casa di De Santis a Bari, è stato definito cordiale e costruttivo da fonti del Nazareno, e ha posto le basi per un lavoro comune in vista delle regionali.
Dai vertici del partito arrivano segnali chiari: tutte le parti devono ammorbidire le proprie posizioni per favorire una soluzione condivisa. Tra gli scenari possibili, Emiliano potrebbe ritirarsi dalla corsa e assumere un ruolo di coordinamento della campagna elettorale di Decaro, con un eventuale incarico da assessore. La candidatura di Decaro, se confermata, sarebbe quindi il frutto di un compromesso tra il radicamento territoriale del governatore uscente e le spinte rinnovatrici della segreteria nazionale.
A complicare il quadro pugliese c’è il nodo delle liste e delle coalizioni: la presenza di Emiliano e di Vendola potrebbe creare tensioni interne e rendere più complessa la definizione dei capilista e delle posizioni all’interno del consiglio regionale. L’equilibrio politico sarà quindi determinante per evitare divisioni che potrebbero compromettere la competitività del Partito democratico nella regione.
Situazione critica in Calabria, dove il centrosinistra non ha ancora un candidato ufficiale alla presidenza e rischia di presentarsi diviso. Pasquale Tridico, indicato inizialmente come candidato unico, ha declinato l’offerta, mentre altri nomi sul tavolo sono Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà e Franz Caruso. La possibilità di un terzo polo autonomo, con Azione, Italia Viva, Socialisti e Repubblicani, è al momento in fase di studio e potrebbe sfidare le forze tradizionali del centrosinistra, ponendo l’alleanza di Schlein e Giuseppe Conte davanti alla necessità di trovare rapidamente un accordo.
In Campania, invece, il Pd e i Cinquestelle hanno già trovato la quadra per candidare Roberto Fico alla presidenza, soluzione considerata già chiusa dai vertici dem. Rimane però aperto il nodo del congresso regionale del Pd, con Piero De Luca, figlio del governatore uscente Vincenzo De Luca, in pole per la guida del partito locale. La definizione di queste scelte sarà cruciale per costruire una coalizione competitiva e compatta alle prossime elezioni.
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