Il robot open-source che sfida i colossi: la scommessa del giovane fondatore cinese

Quando Huang Yi ha iniziato a costruire robot nella sua stanza del dormitorio universitario, non immaginava che quel passatempo potesse trasformarsi nel cuore di una startup finanziata da grandi investitori. Oggi, a soli ventuno anni, il fondatore di RoboParty guida uno dei progetti più osservati dell’ecosistema tecnologico cinese: la creazione della prima piattaforma completamente open-source dedicata ai robot umanoidi.

L’azienda, nata ufficialmente a Pechino nell’aprile 2025, ha attirato una serie di investitori di primo piano, da Matrix Partners China a Xiaomi Strategic Investment. Il round seed ha raggiunto una cifra a sette zeri, segnando un traguardo raro per un team appena costituito. A colpire non è soltanto l’ambizione del progetto, ma anche la storia personale di Huang. Da studente del primo anno al Harbin Institute of Technology, con un budget complessivo di circa 2.100 euro, aveva realizzato un robot bipede funzionante – AlexBot – documentando ogni passaggio e condividendolo pubblicamente. A febbraio di quest’anno, con il supporto del produttore di robotica Fourier Intelligence, ha presentato anche una versione ridotta, AlexBotmini, prima di laurearsi anticipatamente e dedicarsi a tempo pieno alla sua visione open-source.

RoboParty definisce il suo futuro modello “ATOM” come il primo robot umanoide cinese completamente open-source, un’impostazione radicalmente diversa dal panorama commerciale del Paese, dove dominano soluzioni proprietarie e chiuse. Il nome richiama però un modello già esistente della società Dobot, senza alcun legame con il progetto di Huang, dettaglio che sta generando un certo dibattito nel settore. In ogni caso, l’obiettivo dichiarato è costruire un ecosistema aperto, capace di accelerare lo sviluppo grazie alla standardizzazione, alla riduzione delle barriere di collaborazione e alla possibilità di attirare contributi globali.

CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE