Il sovranismo di governo che isola l’Italia dal progetto europeo

Novembre 5, 2025 - 08:00
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Il sovranismo di governo che isola l’Italia dal progetto europeo

Giorgia Meloni ha affermato davanti al Parlamento italiano, nel dibattito alla vigilia del Consiglio europeo, che il suo governo si oppone all’abolizione del potere di veto nel Consiglio e nel Consiglio europeo, smentendo la decisione del suo vicepresidente e ministro degli esteri, Antonio Tajani, di aderire al gruppo degli amici del voto a maggioranza, lanciato nel 2023 dai governi di Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna.

La presidente del Consiglio ha confermato così la sua collocazione nel gruppo minoritario di governi sovranisti a cui appartengono i governi della Repubblica Ceca, della Slovacchia e dell’Ungheria, che agiscono per demolire dall’interno il funzionamento dell’Unione europea, con grave danno per gli interessi del nostro Paese e per gli interessi collettivi che dovrebbero essere difesi secondo il principio della cooperazione leale.

Nel gennaio 2002, l’allora ministro degli esteri, Renato Ruggiero, si dimise dal governo Berlusconi per dissensi con il presidente del Consiglio e gli altri ministri sull’introduzione dell’euro e sul mandato di arresto europeo, che rappresentavano due decisioni fondamentali per la realizzazione dell’Unione economica e monetaria e dello spazio di sicurezza e giustizia, e che erano fortemente sostenute dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, costretto a controfirmare le dimissioni di Ruggiero, rapidamente accettate da Silvio Berlusconi.

La necessità di superare il potere di veto, estendendo il voto a maggioranza qualificata nel Consiglio europeo e nel Consiglio a tutte le decisioni politiche, finanziarie e giuridiche nell’Unione europea, è centrale nel dibattito sul processo di integrazione europea, anche in vista dei futuri allargamenti – se si vuole uscire dalla paralisi – in settori essenziali nella vita di quattrocentocinquanta milioni di cittadine e cittadini europei.

Il superamento del voto all’unanimità nelle decisioni che riguardano i governi è una delle riforme indispensabili per sottrarre l’Unione europea al ricatto delle apparenti sovranità nazionali e per creare un sistema di sovranità condivise, che rafforzerebbe la coscienza europea e il sentimento di appartenenza in un mondo sempre più diviso da imperialismi autocrati, dove nessuno dei Paesi membri è in grado di difendere da solo i propri interessi nazionali.

L’unanimità costituisce ancor oggi, nel Consiglio europeo e nel Consiglio, il metodo di votazione utilizzato in almeno venti settori cruciali per il funzionamento dell’Unione europea. Si tratta della difesa dello stato di diritto, della promozione delle non-discriminazioni, della cittadinanza europea, del mercato dei capitali, del diritto di famiglia, della lotta alla criminalità organizzata, della politica fiscale e delle sue conseguenze per l’ambiente e l’energia, delle missioni della Banca centrale europea, della sicurezza sociale e della salute.

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Redazione Redazione Eventi e News