Inwit, 1,3 miliardi per l’Italia: così le torri connettono economia e società

Articolo tratto dal numero di agosto 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Nel 2024 circa 2,6 miliardi di persone nel mondo, secondo lo studio Il Digital Divide: una barriera all’equità sociale, economica e politica dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e di Deloitte, non avevano una connessione internet. Tra loro ci sono anche milioni di italiani. Nel nostro Paese il digital divide – cioè la disparità di accesso tra diversi gruppi sociali e aree geografiche – persiste, con differenze significative tra aree urbane e rurali, tra nord e sud, tra anziani e non.
“Il digital divide resta una sfida, soprattutto nelle aree interne”, dice Michelangelo Suigo, direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit. “Inwit ha un ruolo centrale con il Piano Italia 5G del Pnrr, di cui è capofila”, continua. “Il piano ha l’obiettivo di realizzare le nostre torri di rete mobile, equipaggiate con il 5G degli operatori, nelle cosiddette aree bianche a fallimento di mercato, cioè quelle in cui mere valutazioni economiche non giustificherebbero l’investimento”.
Suigo ricorda anche alcuni dati contenuti nello studio Il valore di Inwit per l’Italia, realizzato con The European House – Ambrosetti: “Nel 2024 Inwit ha avuto un impatto sul Pil italiano di circa 1,3 miliardi di euro e ha sostenuto 3.200 posti di lavoro. L’impatto cumulato sul Pil tra il 2020 e il 2024 è di 5,3 miliardi. Con oltre 25mila torri e più di 680 coperture multi-operatore per location indoor Das (Distributed Antenna System), siamo il primo tower operator e la principale digital infrastructure company che abilita la connettività italiana, con importanti effetti economici non solo sulla filiera delle telecomunicazioni e sull’economia del Paese, ma anche sullo sviluppo sociale”.
Il vostro business si fonda sulla condivisione delle infrastrutture di telecomunicazioni – torri e Das – tra tutti gli operatori. È un modello che vi caratterizza?
Condividere infrastrutture consente di massimizzarne l’utilizzo, evitando duplicazioni, con importanti effetti economici: lo studio evidenzia che, nei dieci anni di attività di Inwit, sono 15,8 miliardi di euro i costi evitati alla filiera di telecomunicazioni mobili in Italia, a seguito della separazione tra infrastrutture e servizi. Questo approccio consente di ottimizzare le risorse, ridurre la duplicazione degli asset, abilitare l’innovazione tecnologica e contribuire in modo concreto allo sviluppo sostenibile e competitivo del Paese.
Si può quantificare l’effetto sull’ambiente?
La condivisione ha fatto risparmiare suolo e risorse materiali ed energetiche, limitando la costruzione di infrastrutture digitali aggiuntive. In questo modo si è evitata l’emissione di oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO2, che equivalgono a 1,7 milioni di voli Roma-New York.
Che cosa fate per lo sviluppo delle economie locali?
Abbiamo almeno una torre nell’82% dei comuni italiani, tra cui 3.160 ad alta vulnerabilità sociale ed economica. Abbiamo una densità media di una torre ogni tre chilometri nelle aree rurali e ogni 5-600 metri nei centri urbani ad alta densità abitativa. La capillarità delle infrastrutture permette di portare la connettività anche in comunità e territori remoti, favorendo l’accesso ai servizi digitali anche nei contesti più complessi. Le nostre infrastrutture digitali e multi-operatore diventano catalizzatori di sviluppo sociale e territoriale.
Qual è l’impatto del digital divide?
Il digital divide ha conseguenze significative dal punto di vista dell’inclusione: chi non ha connettività è escluso da opportunità digitali fondamentali, quali e-learning, smart working, accesso a servizi pubblici e di acquisto online o e-commerce. Questo accentua le disuguaglianze e può portare a un ‘danno da digital divide’. Le imprese, e specialmente le pmi, faticano a competere in un mercato sempre più globalizzato e digitale se non possono contare su una forza lavoro con adeguate competenze e infrastrutture di connettività. Importanti studi indicano che l’aumento della penetrazione della banda ultra-larga stimola un incremento del Pil pro capite, sottolineando il potenziale economico inespresso a causa del divario digitale.
Che cosa fate per lo sviluppo delle aree remote?
Per raggiungere gli obiettivi di copertura del nostro piano, adottiamo un approccio di collaborazione con sindaci e amministratori locali: abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con Uncem (Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani) e un altro con Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Infratel e il dipartimento per la Transizione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri. Con il dipartimento abbiamo incontrato oltre 600 tra sindaci e assessori dei comuni interessati, per la presentazione del Piano Italia 5G del Pnrr.
Nel vostro ultimo bilancio integrato avete parlato dei passi avanti fatti sul fronte della sostenibilità. Quali sono i principali risultati raggiunti?
Per il secondo anno consecutivo siamo tra le 500 aziende più sostenibili al mondo nella classifica di Time, una delle due italiane del settore telecomunicazioni. A luglio siamo stati confermati, per il quarto anno consecutivo, nell’indice Ftse4Good Index Series. Abbiamo ottenuto lo score ‘A’ nel Cdp Climate Change, che premia la nostra strategia climatica, arricchita nel 2024 dalla pubblicazione del nostro primo Climate Transition Plan. Inoltre, lo scorso anno ha visto l’ingresso nell’indice Euronext Mib Esg di Borsa Italiana, il primo indice esg dedicato alle blue-chip del nostro Paese, pensato per individuare i grandi emittenti italiani quotati con le migliori pratiche di sostenibilità.
Quali saranno le prossime mosse?
Prevediamo di continuare a lavorare sui tre pilastri del nostro piano di sostenibilità, che è parte integrante del piano industriale: ambiente, sociale e governance (environmental, social, governance, esg). Sul fronte ambientale, continueremo a investire in energia da fonti rinnovabili – sia tramite acquisto, sia tramite autoproduzione – come principale leva per azzerare le nostre emissioni di CO2 dirette e indirette al 2040. Per l’area social, continueremo a concentrarci sulla digitalizzazione delle aree socialmente arretrate e in digital divide e sulle nostre persone, in termini di sviluppo, benessere e inclusione. Per la governance, il nostro modello è orientato al successo sostenibile.
Quanto i risultati dipendono dall’efficienza del modello di business?
Le nostre infrastrutture digitali e multi-operatore, i progetti di smart city e smart infrastructure hanno un ruolo chiave per la digitalizzazione dell’Italia. Facciamo tutto ciò con un modello condiviso, efficiente e sostenibile, dietro le quinte, abilitando i servizi degli operatori di telecomunicazioni, e non solo, con i nostri investimenti e asset. Per questo diciamo che ‘dietro la connettività c’è Inwit’.
L’articolo Inwit, 1,3 miliardi per l’Italia: così le torri connettono economia e società è tratto da Forbes Italia.
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