Israele: “Tutti i residenti lascino Gaza City, chi rimane sarà considerato terrorista”

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato che l’esercito israeliano è pronto a completare l’accerchiamento di Gaza City, definendo questo passaggio come un momento cruciale del conflitto. “Questa è l’ultima occasione per i residenti di Gaza City che lo desiderano di muoversi verso sud e lasciare gli operativi di Hamas isolati nella città”, ha dichiarato Katz. Il ministro ha inoltre avvertito che chi deciderà di restare “sarà considerato un terrorista o un sostenitore del terrorismo”.
Secondo Katz, le forze israeliane stanno completando il controllo del corridoio di Netzarim fino alla costa, separando così la parte settentrionale e meridionale della Striscia di Gaza. “In questo modo verrà stretto l’accerchiamento intorno a Gaza City, e chi uscirà verso sud sarà obbligato a passare attraverso i punti di controllo dell’esercito israeliano”, ha precisato.
La chiusura delle vie di fuga e l’allarme umanitario
Contestualmente, Israele ha annunciato la chiusura della strada costiera Rashid, l’ultimo collegamento diretto da sud verso Gaza City. Da mezzogiorno del 1° ottobre non è più possibile raggiungere la città dal sud, mentre i movimenti in direzione opposta rimangono consentiti, almeno per ora, senza controlli. Le autorità israeliane stimano che oltre 800mila civili abbiano già lasciato Gaza City nelle ultime settimane.
Sul piano umanitario, la situazione diventa sempre più drammatica. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha annunciato la sospensione temporanea delle sue attività nella città, con lo spostamento del personale verso il sud della Striscia. “L’intensificazione delle operazioni militari a Gaza City ha reso impossibile continuare a operare in sicurezza. Decine di migliaia di persone affrontano condizioni umanitarie strazianti”, si legge nella nota diffusa dall’organizzazione.
Hamas, i negoziati e le condizioni sul tavolo
Nelle ultime 24 ore, secondo fonti del ministero della Salute di Gaza, almeno 51 palestinesi sono rimasti uccisi e 180 feriti sono stati trasportati negli ospedali ancora funzionanti. Nel frattempo cresce l’attesa per la risposta di Hamas al piano di cessate il fuoco presentato il 29 settembre da Donald Trump.
Fonti vicine ai negoziatori hanno rivelato all’agenzia Afp che Hamas sta valutando modifiche ad alcune clausole chiave, in particolare quelle riguardanti il disarmo e l’espulsione dei funzionari dal territorio. I leader del movimento islamista, in incontri a Doha con mediatori di Qatar, Egitto e rappresentanti turchi, avrebbero chiesto “due o tre giorni al massimo” per rispondere, sottolineando la necessità di “garanzie internazionali” su un completo ritiro israeliano dalla Striscia e la fine degli omicidi mirati.
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