La legge di Bilancio col vuoto intorno. Giovannini: «Mancano non solo i contenuti del periodo post-Pnrr, ma anche la visione»

Novembre 8, 2025 - 11:00
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La legge di Bilancio col vuoto intorno. Giovannini: «Mancano non solo i contenuti del periodo post-Pnrr, ma anche la visione»

“C’è un errore di fondo nel Piano strutturale di bilancio approvato l’anno scorso (da cui discendono le Leggi di Bilancio): come l’ASviS aveva notato e come ribadito dalla Commissione e dal Consiglio europeo, mancano non solo i contenuti del periodo post-Pnrr, ma anche la visione”, ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, in occasione dell’audizione al Senato, il 3 novembre, sul Disegno di legge di Bilancio (Ddl Bilancio) per l’anno 2026. “Dunque, non è una sorpresa che nel Ddl non si trovino gli impegni internazionali che il nostro Paese ha preso anche recentemente, per esempio a Siviglia nella Conferenza internazionale sulla cooperazione allo sviluppo. Quindi, abbiamo un problema di coerenza complessiva tra quello che si dichiara o si approva e quello che avviene”.

Così l’ASviS ha valutato complessivamente il Ddl Bilancio, apprezzando la prudenza con cui il provvedimento è stato disegnato dal punto di vista delle risorse finanziarie, ma evidenziando diverse carenze. Nel corso dell’audizione Giovannini, tenendo anche in considerazione il provvedimento approvato la scorsa settimana che introduce la Valutazione d’impatto generazionale (VIG) delle nuove leggi, ha messo a confronto le proposte dell’ASviS con quelle della Legge di Bilancio. Vediamo cosa è emerso.

Efficienza delle istituzioni e cooperazione internazionale. Come sottolineato anche durante l’ultimo ASviS Live dedicato a pace e governance globale, l’ASviS propone di affrontare il drammatico tema del sovraffollamento carcerario, approvare la legge sul voto dei fuorisede, aumentare l’Aiuto pubblico allo sviluppo almeno allo 0,35% del Rnl e poi puntare allo 0,7% entro il 2030, nonché rispettare gli impegni per il Fondo clima e il fondo loss and damages assunti a livello internazionale, di cui non c’è traccia nel Ddl. Inoltre, con la Legge di Bilancio si potrebbe istituire una Commissione nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani, che solo l’Italia, tra i grandi Paesi europei, non ha istituito seguendo le raccomandazioni internazionali ed europee.

Salute. Mancano misure strutturali che guardino al post-2026, dopo i tanti investimenti Pnrr. Quindi, l’ASviS propone di rafforzare la prevenzione e i servizi territoriali, monitorare e potenziare la rete assistenziale, adottare l’approccio “salute in tutte le politiche”. Il Ddl Bilancio prevede una piattaforma nazionale delle liste di attesa e il rafforzamento del Fascicolo sanitario elettronico, telemedicina, Case/Ospedali di Comunità e Centri operativi territoriali come infrastruttura di monitoraggio e prossimità, ma non parla esplicitamente di Medicina di rete assistenziale. Non emergono, inoltre, nuovi capitoli espansivi specifici per il Servizio sanitario nazionale e permane la spending review sui ministeri, con un impatto indiretto sulla sanità.

Istruzione e competenze. L’ASviS ritiene che gli investimenti sui servizi per l’infanzia e il contrasto alla dispersione siano insufficienti, tant’è vero che lo stesso governo prevede una dispersione scolastica ancora molto alta nei prossimi tre anni. Occorre poi puntare sulla formazione dei/delle docenti, l’attrazione dei/delle giovani alla professione, la formazione lungo tutto il ciclo di vita (Lifelong learning) e le competenze digitali, specialmente in funzione dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Ciò che prevede la Legge di Bilancio, invece, è lo stop alle supplenze brevi nella secondaria con copertura interna fino a 10 giorni e il reinvestimento dei risparmi nel Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (fino al 15%), mentre andrebbe definito un piano ad hoc in linea con l’iniziativa “Unione delle competenze” e introdotte misure specifiche sul potenziamento dei nidi e delle scuole materne (0-6 anni).

Politiche sociali e del lavoro. L’ASviS propone, in primo luogo, un Piano per l’occupazione femminile, il rafforzamento dei servizi di cura e l’estensione dei congedi parentali. Inoltre, andrebbero definiti “Livelli essenziali delle prestazioni” (Lep) per le mense scolastiche e la gratuità progressiva per i giovani minori in condizioni di povertà, considerato che per molti di loro il pranzo scolastico è l’unico di qualità della giornata. Il Ddl Bilancio prevede l’Assegno di Inclusione fino a 18 mesi, il rinnovo dopo 12 mesi senza interruzione, la revisione dell’Isee, ma anche il taglio al Fondo Povertà (circa 267 milioni nel 2026). Nel complesso, gli interventi proposti sono marginali e, di conseguenza, anche in questo caso il Governo prevede che nei prossimi tre anni la povertà e la disuguaglianza tra ricchi e poveri resti invariata, una resa inaccettabile.

Transizione ecologica e decarbonizzazione. Come l’ASviS sottolinea da tempo, il Piano nazionale integrato energia e clima dovrebbe essere più ambizioso e occorre approvare quanto prima una Legge sul clima, puntando sul 100% di rinnovabili nell’elettrico al 2035. Inoltre, andrebbe reso operativo quanto prima il “Piano sociale per il clima” e andrebbe definito un “Piano integrato tutela e ripristino della natura”. Il Ddl Bilancio non fa nulla di tutto ciò, prevedendo solo la revisione delle accise sui carburanti (↑ 1,5 cent/l diesel; ↓ 1,5 cent/l benzina), l’introduzione di “zone di accelerazione” per rinnovabili e iter più rapidi per la definizione di aree idonee per l’installazione di queste ultime, nonché proroghe e fondi minori su efficienza energetica/edilizia sostenibile/mobilità elettrica. Secondo l’ASviS, le misure mancano di ambizione, con conseguenti rischi per la competitività del sistema produttivo e costi dell’inazione per mancata protezione e risposta agli effetti dei cambiamenti climatici.

Industria, innovazione ed economia circolare. Occorre sostenere le Piccole e medie imprese: a tal fine i Sussidi dannosi per l’ambiente andrebbero trasformati in Sussidi favorevoli, anche per sviluppare, nella logica dell’economia circolare, sistemi di riuso, deposito e restituzione degli imballaggi e degli altri rifiuti. Preoccupa che con il Ddl Bilancio si torna indietro da un approccio Industria 5.0 a uno 4.0 (senza, quindi, finalizzare i benefici fiscali a investimenti nella transizione ecologica delle imprese) ed è previsto il taglio di alcune linee volte a potenziare la politica industriale.

Mobilità e infrastrutture. L’ASviS propone di adottare l’approccio Avoid–Shift–Improve per la mobilità sostenibile e misure su reti energetiche, idriche e digitali, oltre che sulla sicurezza stradale e il Trasporto pubblico locale urbano. Invece, il Ddl Bilancio prevede il taglio al Fondo per gli investimenti in mobilità sostenibile (circa 12 milioni), definanziamenti per il Trasporto pubblico locale e la riduzione del Fondo trasporto rapido di massa (metro, tram, ecc.) per circa 330 milioni nel triennio. L’ASviS ritiene che i tagli alla mobilità siano incoerenti con gli obiettivi del Pniec e che ci sia una chiara mancanza di visione per l’infrastrutturazione del Paese, in linea con le transizioni ecologica e digitale.

La sostanziale irrilevanza della Legge di Bilancio proposta dal Governo emerge dalla lettura dell’Allegato sugli indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes), pubblicato dal Governo a settembre, che contiene la valutazione del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) sull’impatto che la Legge di Bilancio avrà sugli indicatori Bes. Secondo il Governo, nel prossimo triennio si avrà un aumento del Reddito disponibile delle famiglie, ma nessun cambiamento in termini di riduzione della povertà, delle disuguaglianze, dell’abbandono scolastico e delle emissioni di CO2 e di gas climalteranti, mentre aumenteranno i tempi di giustizia civile, dopo la riduzione ottenuta grazie al Pnrr.

“Abbiamo bisogno di ripensare la sequenza complessiva del modo con cui le politiche vengono disegnate”, ha affermato Giovannini in audizione. Per una Legge di Bilancio efficace e coerente sarebbe importante, in primo luogo, avviare un processo di analisi e revisione del corpus normativo vigente alla luce degli articoli 9 e 41 della Costituzione riformati nel 2022, visto che una serie di provvedimenti e sussidi sono antecedenti alla riforma costituzionale e appaiono in contrasto con il testo riformato (ad esempio, i Sussidi dannosi per l’ambiente). Inoltre, andrebbe messo in pratica l’inattuato Programma d’azione nazionale per la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (Pan Pcsd), parte integrante della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile approvata nel 2023, con cui si eviterebbe di fare gli errori sopra rilevati nelle politiche settoriali.

Infine, per dare coerenza e prospettiva alle politiche pubbliche, l’ASviS propone una timeline chiara di interventi, già descritta nel Rapporto ASviS. Primo, va rivista la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile entro i primi mesi del 2026, offrendo una visione a medio-lungo termine, rendendo evidenti i rischi e i costi dell’inazione che già ora pagano le persone, le imprese e i territori per la crisi climatica, e incorporando gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale. Secondo, va definito il Piano d’accelerazione trasformativa (Pat) per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, a cura della Presidenza del Consiglio, entro metà 2026, così da poter influenzare la Legge di Bilancio per il 2027. Infine, va definito un nuovo Piano strutturale di bilancio sulla base del Pat nel 2027, dopo le elezioni politiche nazionali, come previsto dalle regole europee del Patto di stabilità e crescita.

La prudenza nei conti non può sostituire una strategia per il futuro. Senza una chiara visione trasformativa e politiche coerenti con l’Agenda 2030, l’Italia rischia di restare ferma di fronte alle grandi transizioni in atto. Serve dunque il coraggio di ripensare la Legge di Bilancio come strumento di sviluppo sostenibile e non solo di gestione del presente.

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