La parità di genere nei porti del Mediterraneo parte da Livorno

Ottobre 7, 2025 - 19:30
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La parità di genere nei porti del Mediterraneo parte da Livorno

Una rete mediterranea di porti inclusivi per trasformare l’uguaglianza in pratica quotidiana. È la proposta lanciata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale al termine del convegno “Porti Inclusivi del Mediterraneo – Strategie per la Parità di Genere nel Sistema Portuale”, ospitato a Palazzo del Portuale e organizzato dal Comitato Unico di Garanzia (CUG).

In apertura, la presidente del CUG Antonella Querci ha richiamato i numeri che fotografano il divario: «I dati europei ed internazionali ci dicono che le donne rappresentano circa il 22% della forza lavoro nei trasporti dell’Unione Europea, ma scendono sotto il 20% nel comparto marittimo-portuale, con punte minime negli ambiti operativi e tecnici», con «la percentuale di donne stimata intorno all'1%» a bordo delle navi e «nelle imprese portuali italiane non supera l’8%». Accanto a questa, una dinamica più incoraggiante: nell’European Sea Ports Organisation «quasi la metà dei professionisti che partecipano ai comitati tecnici sono donne», Barcellona «ha superato il 30% di presenza femminile» e nell’AdSP dell’Alto Tirreno «le donne rappresentano circa il 46% della forza lavoro».

Da Livorno parte quindi l’idea di un progetto europeo per un network mediterraneo di porti impegnati su certificazione e politiche di gender equality. «Il Mediterraneo è da sempre mare di scambi, ponte naturale tra continenti, culture e sistemi produttivi. Oggi, con la crescita della Blue Economy, diventa il luogo ideale per sperimentare nuove forme di cooperazione inclusiva», ha affermato Querci. L’obiettivo è «dare alle donne l’accesso a un ventaglio ampio di competenze» e offrire ai porti uno strumento per «rafforzare relazioni commerciali e istituzionali più stabili e innovative». Per la presidente del CUG, «i porti mediterranei hanno davanti a sé una responsabilità e un’opportunità: trasformare la parità di genere in fattore strutturale di innovazione», perché la sfida è «costruire reti che uniscano persone, competenze e visioni, e fare dell’inclusione una rotta comune verso il futuro».

Il commissario straordinario Davide Gariglio ha legato la parità alla trasformazione in corso del settore: «L’innovazione tecnologica, la transizione energetica e la digitalizzazione stanno ridisegnando la vita portuale… In questo scenario, la valorizzazione delle presenze femminili diventa non solo un tema di giustizia sociale, ma una leva strategica di competitività e innovazione». E ha aggiunto: «C'è ancora molto da fare ma i cambiamenti sono ormai in atto. Occorre stimolare tutte le imprese portuale sul tema dell'equità sociale e occorre fare buona formazione».

Il confronto ha raccolto istituzioni, operatori e mondo associativo, e arriva al termine del percorso che ha portato l’AdSP dell’Alto Tirreno a ottenere a marzo 2025 la certificazione di qualità sulla parità di genere, la prima per un’Autorità portuale. Ora l’ente avvia la costruzione del “Patto per la parità di genere del Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale”: un processo partecipativo per welfare vita-lavoro, formazione e mentorship verso le nuove professioni portuali, e una governance che integri stabilmente la prospettiva di genere nelle decisioni strategiche.

Lo sguardo è già europeo: «Il Patto potrà diventare la base di un osservatorio europeo, uno strumento che ci consenta di monitorare l’evoluzione del settore, di condividere dati e di valorizzare i porti che fanno dell’inclusione una vera leva di crescita», ha concluso Querci. Livorno, intanto, indica la rotta.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia