Le elezioni amministrative nella Tbilisi che incarcera i dissidenti

Ottobre 4, 2025 - 12:00
 0
Le elezioni amministrative nella Tbilisi che incarcera i dissidenti

Il 4 ottobre si vota per le amministrative a Tbilisi. Sarà un banco di prova cruciale per il popolo georgiano, che da oltre trecento giorni manifesta pacificamente contro il governo dominato da Sogno Georgiano. Ma in quella giornata molti non potranno esserci: sono in carcere per aver esercitato diritti civili e politici fondamentali.

Non si tratta di episodi isolati. Dall’ottobre 2024, quando un colpo di mano ha consolidato il potere dell’oligarca Bidzina Ivanishvili, la repressione si è fatta sistematica. Le carceri sono diventate un mezzo ordinario di controllo politico. Attivisti, giornalisti e oppositori vengono incarcerati come criminali comuni, espulsi dallo spazio pubblico in nome di una legalità fittizia.

I numeri parlano chiaro: oltre sessanta detenuti per motivi politici. Più di quaranta arrestati durante le proteste dello scorso novembre, nove condannati per aver boicottato una commissione parlamentare priva di legittimità, ventitré fermati a settembre per aver contestato la riscrittura ufficiale della guerra del 2008 in Ossezia del Sud.

Dietro i numeri, nomi e volti: Andro Chichinadze, Guram Mirtskhulava, Luka Jabua, Revaz Kiknadze, Giorgi Gorgadze; leader politici come Irakli Okruashvili, Nika Melia, Badri e Zurab Japaridze; la giornalista Mzia Amaghlobeli. E l’ex presidente Mikheil Saakashvili, ridotto a simbolo della volontà del potere di cancellare ogni opposizione. Nessuno di loro è stato condannato per violenza o attività eversiva. Il reato è dissentire.

Il governo nega l’evidenza, rifiutando la definizione di “prigionieri politici” e parlando solo di “reati comuni”. Ma il diritto internazionale è inequivoco: la risoluzione 1900/2012 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa definisce prigioniero politico chi è privato della libertà per motivi politici, attraverso processi iniqui o pene sproporzionate. La situazione georgiana rientra pienamente in questi criteri.

La questione, dunque, non è solo georgiana. È europea. È l’Europa che deve decidere se continuare a ignorare o finalmente riconoscere. Se cedere al realismo geopolitico o difendere i principi che dichiara di rappresentare.

Tutti i detenuti hanno titolo per ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: la Georgia è firmataria della Convenzione e rischia condanne per violazione degli articoli 5, 6, 10 e 11 – libertà, giusto processo, espressione, manifestazione. La Corte può ordinare il rilascio dei detenuti e disporre risarcimenti.

Ma non è sufficiente. Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa e il Comitato per la prevenzione della tortura possono avviare missioni, pubblicare rapporti, documentare gli abusi.

Il Parlamento Europeo può – e dovrebbe – riconoscere formalmente lo status di prigionieri politici e chiederne la liberazione.

Il carcere come strumento politico è la prova del fallimento dello stato di diritto. Hannah Arendt ricordava che la libertà, quando esce dallo spazio pubblico, diventa un privilegio privato e fragile. In Georgia, la libertà non è più un bene comune: è una concessione arbitraria del potere.

Non bastano più rapporti, osservatori o lente procedure giudiziarie. Serve una presa di posizione politica, esplicita e senza ambiguità. Serve chiamare le cose con il loro nome, sostenere i ricorsi internazionali, imporre sanzioni individuali. Serve affermare che nessun equilibrio geopolitico può giustificare il carcere come strumento di governo.

Non è solo una questione di giustizia per i detenuti georgiani. È una questione di credibilità per le democrazie europee.

Perché il destino dei prigionieri politici in Georgia non riguarda solo Tbilisi. Riguarda noi. E il confine sempre più sottile tra libertà e autoritarismo.

L'articolo Le elezioni amministrative nella Tbilisi che incarcera i dissidenti proviene da Linkiesta.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News