La proporzionale con il premio a destra (come fosse Antani)

Novembre 26, 2025 - 19:30
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La proporzionale con il premio a destra (come fosse Antani)

A sentire le dichiarazioni degli ultimi giorni, si direbbe che in Italia siano diventati improvvisamente tutti proporzionalisti. Immagino dunque che i lettori abituali di questa newsletter, o quanto meno i più distratti e i meno smaliziati, si aspettino da parte mia grida di giubilo, cui mi abbandonerei ben volentieri, se non sapessi già che si tratta di un gioco delle tre carte.

Si pensa infatti a una nuova legge proporzionale, ma una proporzionale – ecco il trucco – con un ricco premio di maggioranza, così da riprodurre esattamente tutti i principali difetti del maggioritario di coalizione in cui siamo impantanati da oltre trent’anni, e dal quale i proporzionalisti (come me) vorrebbero invece uscire.

Per fare un solo esempio, la famigerata «legge Calderoli», meglio nota come la «porcata», per una rara quanto onesta ammissione del suo stesso estensore, era esattamente questo: proporzionale con premio di maggioranza. Che naturalmente è una definizione perfettamente legittima, come lo è quella di dieta ipercalorica o di birra analcolica, purché sia chiara a tutti la sostanza e nessuno pensi di poterci dimagrire o di potercisi ubriacare.

Il proporzionale cui aspirano i proporzionalisti è banalmente il sistema con cui abbiamo votato per i primi quarant’anni di vita della Repubblica, con cui si vota ancora oggi in buona parte d’Europa e dell’occidente democratico. Dove, al di là dei tecnicismi, dei dettaglismi e delle specifiche differenze tra paese e paese, gli elettori votano per il singolo partito, e le maggioranze si formano dunque in parlamento sulla base dei rapporti di forza stabiliti dagli elettori, anziché dai sondaggi o dagli accordi presi ai tavoli di coalizione, in forme assai più opache e arbitrarie (altro che «alla luce del sole»).

Quello che invece esiste solo in Italia, tra i paesi democratici, è infatti il bipolarismo fondato sulle coalizioni pre-elettorali, perverso meccanismo centrifugo che produce il massimo del manicheismo in campagna elettorale e il minimo dell’agibilità politica dopo. Eppure siamo sempre lì, dinanzi al costante tentativo di costruire camicie di forza sempre più strette intorno ai partiti e al parlamento, per placare la brama di potere assoluto dei leader di turno.

La vera piaga del nostro sistema democratico è data proprio da questa ossessione dei partiti maggiori, che non riuscendo mai (per fortuna) a piegare completamente i naturali meccanismi di compensazione e riequilibrio assicurati dai vincoli costituzionali e dal pluralismo della società, a ogni tornata elettorale tentano di manomettere ulteriormente il meccanismo, incoraggiati, da oltre trent’anni, da troppi dottor Stranamore.

Questo è un estratto di “La Linea” la newsletter de Linkiesta curata da Francesco Cundari per orientarsi nel gran guazzabuglio della politica e della vita, tutte le mattine – dal lunedì al venerdì – alle sette. Più o meno. Qui per iscriversi.

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