Le prigioni scoppiano, serve un provvedimento immediato entro fine anno

Dicembre 12, 2025 - 01:30
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Le prigioni scoppiano, serve un provvedimento immediato entro fine anno

Settantaquattro persone detenute suicide da inizio anno. Altrettanti cartoni senza volto, alcuni anche senza nome, di fronte a Montecitorio. Il 10 dicembre, giornata dei diritti umani, è stato celebrata a Roma con un flash mob organizzato in occasione del Memorial Cucchi a cui hanno partecipato fra gli altri la sorella Ilaria e Fabio Anselmo. Alle morti incatenate si aggiungono i suicidi di agenti di polizia penitenziaria e operatori sociali, oltre a 47 decessi ancora da chiarire. Numeri che parlano di una sofferenza estrema all’interno delle carceri, insopportabile per chiunque la vivi. Il sovraffollamento è arrivato a contare 63.868 persone ristrette a fronte di poco più di 46.500 posti effettivamente disponibili. Un sistema che è palesemente fuori legalità costituzionale e convenzionale.

Di fronte a questa emergenza, un ampio fronte civile ha poi lanciato di fronte a Santa Maria Maggiore, che ospita la tomba di Papa Francesco, l’appello “Giubileo dei detenuti: chiediamo clemenza e umanità nelle carceri italiane”. A buon diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Confcooperative Federsolidarietà, Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, CNCA, Forum Droghe, Gruppo Abele, L’altro diritto, La Società della Ragione, Legacoopsociali, MOVI, Movimento No Prison, Nessuno tocchi Caino, Ristretti Orizzonti chiedono un provvedimento immediato di clemenza che riduca la pressione sul sistema penitenziario, riportandolo entro soglie minime di vivibilità. In vista del Giubileo dei detenuti del 14 dicembre 2025, l’appello richiama infatti le parole di Papa Francesco. Nella Bolla di indizione aveva invitato i governi ad assumere “forme di amnistia o di condono della pena” e a promuovere percorsi di reinserimento che restituiscano speranza e fiducia. Un’esortazione forte, accolta con favore ma senza alcun atto concreto da parte delle istituzioni italiane. È a questo vuoto che la società civile chiede di porre rimedio.

Nel solo 2024 i Tribunali di sorveglianza hanno accolto oltre 5.800 istanze per condizioni di detenzione disumane e degradanti, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani sulla proibizione della tortura. Celle inabitabili, giornate trascorse quasi interamente chiusi in pochi metri quadrati, pochissime opportunità di trattamento, studio, lavoro, relazioni con l’esterno. Non è soltanto in gioco la dignità delle persone detenute: anche chi lavora in carcere – agenti, educatori, operatori sanitari e sociali – vive in uno stato permanente di frustrazione e burn out, impossibilitato a svolgere quella funzione educativa e di reinserimento nella comunità che la Costituzione affida alla pena.

Le richieste sono precise: al Parlamento si domanda l’approvazione di un provvedimento di clemenza capace di ridurre subito il sovraffollamento; al presidente della Repubblica si chiede di esercitare in maniera significativa il potere di grazia, come già avvenuto in passato; ai magistrati di sorveglianza si rivolge l’invito a concedere, in occasione di questo Natale, tutti i giorni di permesso premio disponibili a chi già ne usufruisce, come segnale immediato di fiducia e umanizzazione. Al ministero della Giustizia, i promotori chiedono di aprire davvero il carcere alla società, valorizzando il ruolo di volontariato, associazioni, cooperative, enti locali, scuole e università e modernizzando l’esecuzione penale nel solco della Costituzione e delle convenzioni internazionali.

L’appello (sottoscrivibile su fuoriluogo.it/giubileodetenuti) punta anche a costruire un fronte largo di mobilitazione. Per questo, le realtà promotrici convocano una assemblea pubblica a Roma il 6 febbraio 2026, aperta a volontari, operatori sociali, sanitari e penitenziari, cooperatori, garanti, associazioni, organizzazioni della società civile e cittadine e cittadini che ritengono intollerabile lo stato attuale delle carceri. Sarà un momento di confronto e costruzione comune di proposte e iniziative, a partire da un assunto semplice ma radicale: da questa situazione drammatica si può e si deve uscire.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia