Leone XIV in Turchia e Libano, una voce di pace e speranza

Novembre 26, 2025 - 16:30
 0
Leone XIV in Turchia e Libano, una voce di pace e speranza
Cartelli a Beirut in attesa dell'arrivo di Papa Leone XIV

da Vatican News

Dialogo e unità tra i cristiani di tutte le confessioni, vicinanza a comunità levigate da secoli di storia, colpite da tragedie e tensioni antiche e recenti, poi la pace, tema «al cuore del Papa» sin dalla sua prima apparizione al mondo e lungo tutti questi sette mesi di pontificato. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha illustrato i dettagli e, al contempo, offerto le chiavi di lettura del viaggio apostolico di papa Leone XIV in Turchia e Libano (27 novembre – 2 dicembre). Il primo viaggio apostolico del Pontefice statunitense, dalla forte connotazione ecumenica con il fulcro nella cerimonia di Iznik (nome odierno dell’antica Nicea) per i 1700 anni del Concilio, e dai significativi riferimenti all’attualità, con la presenza del Successore di Pietro nella polveriera mediorientale.

Viaggio impegnativo in due Paesi significativi

«Un viaggio impegnativo in due Paesi significativi», ha detto Bruni nel briefing di ieri ai giornalisti che accompagneranno Leone XIV nella trasferta. Paesi di antichissime tradizioni: la Turchia, luogo di nascita di San Paolo, scenario dei primi otto Concili, ponte tra mondi e continenti diversi; il Libano, culla dei fenici, luogo di convivenza di rappresentanti di diverse religioni e di accoglienza di popoli in fuga da guerre e terrorismo. Al contempo, una terra sfigurata da povertà, crisi di vario genere, dalla esplosione del porto, dagli attacchi di Israele al sud. L’ultimo il 23 novembre scorso. Fatto per cui diverse domande dei giornalisti si sono concentrate sui timori per la sicurezza: «Sono state prese tutte le preoccupazioni ritenute necessarie», ha detto Bruni.

Sul solco dei predecessori

Leone si immergerà in queste realtà per circa una settimana. Incontrerà volti, gruppi, storie; dialogherà privatamente con i presidenti Recep Tayyip Erdoğan e Joseph Aoun; saluterà autorità civili, religiose, interreligiose; visiterà moschee e chiese costruite secoli fa o negli anni Novanta; si recherà nella Diyanet turca, la Presidenza per gli Affari religiosi; pregherà al Porto di Beirut commemorando le oltre 200 persone morte nella deflagrazione del 2020. E soprattutto, con questo viaggio, si inserirà sul solco dei predecessori: Giovanni XXIII che, prima dell’elezione sul Soglio petrino, in Turchia fu delegato apostolico; Paolo VI che visitò la Turchia nel 1967 e il Libano di passaggio verso l’India nel 1974; ancora, Giovanni Paolo II che andò in Turchia per rinvigorire l’impegno «verso l’unità di tutti i cristiani» e in Libano nel 1997 (il viaggio in cui coniò la storica definizione del «Paese messaggio»), dove pubblicò l’esortazione apostolica Una nuova speranza per il Libano. Ancora, Benedetto XVI che si recò in entrambi i Paesi, uno quasi all’inizio del pontificato e l’altro cinque mesi prima della rinuncia. Infine papa Francesco che in Turchia andò nel 2014 e che vi voleva tornare a maggio 2025 per il 1700.mo di Nicea, ma che non riuscì mai a visitare il Libano, rimasto desiderio aperto fino alla fine dei suoi giorni. E dal predecessore Francesco, Leone XIV ha raccolto questo primo “pellegrinaggio” nel cuore del Medio Oriente: «Ha ereditato queste promesse, le ha fatte sue – come dimostra la lettera apostolica In unitate fidei, ha sottolineato Bruni -. Due Paesi carichi di storia, visitati da quattro Papi e ora si aggiunge un quinto».

Ecumenismo e vicinanza ai giovani

«C’è una dimensione anzitutto ecumenica a questo viaggio», ha detto il portavoce vaticano; poi c’è la «vicinanza» ai cristiani di tutte le confessioni che «si riconoscono» nel Concilio di Nicea: «Una storia complessa, antica, fatta di divisioni e lacerazioni, di riunificazioni e tragedie legate a eventi storici». Vicinanza anche il Papa la esprimerà anche alle «comunità piccole» di cattolici, alcune delle quali «vivono tempi difficili tra emigrazioni e tensioni». E, in questo senso, ci sarà grande attenzione al viaggio anche dai libanesi in diaspora.

Tanti gli interventi che saranno rivolti al Papa. Parole di speranza in questo Anno giubilare; «tante domande sul futuro» da parte dei giovani «in un tempo di fallimento nel mondo degli adulti». E con i giovani del Libano, schiacciati da diverse problematiche ma dalla grande capacità di resilienza e resistenza, il Pontefice vivrà uno dei momenti più significativi con l’incontro nel piazzale antistante il Patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké.

L’evento a Nicea

Tra gli appuntamenti importanti, ha evidenziato ancora Bruni, illustrando il programma, la celebrazione ecumenica a Nicea con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo in processione sul lungolago verso i resti della Basilica di San Neofito, sommersa da un terremoto. Quindi i canti e la preghiera con una ventina di patriarchi e rappresentanti delle chiese cristiane in semicerchio davanti alle icone di Cristo e del Concilio e l’accensione di una candela.

Il dialogo con le altre religioni

Oltre all’ecumenismo, prevalente sarà inoltre la componente del dialogo interreligioso. Il 27 novembre il Papa visiterà la Diyanet, un appuntamento che si è aggiunto in seguito all’iniziale programma, come pure l’incontro col rabbino capo della Turchia e quello privato, nella Nunziatura di Beirut, con i capi delle comunità musulmane e druse. Tanti i fotogrammi destinati a rimanere impressi da questi sei giorni di viaggio: il Papa sotto la colonna dedicata al Patto Nazionale nel Mausoleo di Atatürk, «in raccoglimento» sotto le volte maiolicate della “Moschea Blu”, in mezzo a 4 mila fedeli per la Messa nella Volkswagen Arena di Istanbul. O il Papa che pianta un cedro nel giardino del Palazzo presidenziale di Beirut, che prega sulla tomba in tufo e pietra del monaco guaritore San Charbel o ai piedi della statua in bronzo smaltata di bianco e oro di Nostra Signora del Libano che sembra vegliare su tutto il Medio Oriente.

I discorsi in inglese e francese

Saranno diversi i giri del Pontefice in auto scoperta in entrambi i Paesi. «A seconda della situazione verrà scelta la vettura più appropriata», ha chiarito Bruni. Nel seguito papale, oltre alla consueta delegazione, si aggiungono i cardinali Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; George Koovakad, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso; Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.

Il Papa parlerà per tutto il tempo in inglese in Turchia e in inglese anche in Libano durante gli appuntamenti istituzionali e in francese per le celebrazioni liturgiche. Previsto al momento anche l’incontro con i giornalisti presenti sul volo papale per la consueta conferenza stampa di fine viaggio.

 

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia