Leone XIV: “Solo con l’aiuto di Dio si può costruire una vera comunità di fede”
Nell’omelia per la Solennità della Dedicazione della Basilica Lateranense, Papa Leone XIV ha invitato i fedeli a “scavare a fondo”, liberi dai criteri del mondo, per costruire solide fondamenta di fede. Il Pontefice ha richiamato l’importanza dell’umiltà e della pazienza nel cammino ecclesiale, paragonando la Chiesa a un “cantiere” in crescita. Ha poi sottolineato il valore della liturgia, “culmine e fonte” della vita cristiana, auspicando che diventi modello di fede, bellezza e comunione per tutto il popolo di Dio.
Le parole del Santo Padre
“Scaviamo a fondo, liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa”. La riflessione di Papa Leone XIV nella omelia della messa nella Solennità della Dedicazione della Basilica Lateranense, la Cattedrale di Roma, offre al Papa l’occasione per riflettere sul senso delle fondamenta. E così come è importante che siano state costruite solidamente nel caso dell’edificio, altrettanto devono essere solide e “la storia millenaria della Chiesa ci insegna che solo con umiltà e pazienza si può costruire, con l’aiuto di Dio, una vera comunità di fede, capace di diffondere carità, di favorire la missione, di annunciare, di celebrare e di servire quel Magistero apostolico di cui questo Tempio è la prima sede”.
Crescere insieme
E come Zaccheo sceglie una strada difficile per vedere Gesù e riconosce il proprio limite e supera i freni inibitori dell’orgoglio, e così inizia una nuova vita, così la Chiesa di Roma vive un “cantiere” che è il cammino ecclesiale. “La Chiesa di Roma, in particolare, ne è testimone in questa fase attuativa del Sinodo, in cui ciò che è maturato in anni di lavoro chiede di passare attraverso il confronto e la verifica “sul campo”. Ciò comporta un cammino in salita, ma non bisogna scoraggiarsi. È bene, invece, continuare a lavorare, con fiducia, per crescere insieme” dice il Papa. Il Cantiere della basilica ha visto momenti critici e soste, e così “a Roma, pur con tanto sforzo, c’è un bene grande che cresce. Non lasciamo che la fatica ci impedisca di riconoscerlo e celebrarlo, per alimentare e rinnovare il nostro slancio. Del resto, la carità vissuta modella anche il nostro volto di Chiesa, perché appaia sempre più chiaramente a tutti che ella è “madre”, “madre di tutte le Chiese”, o anche “mamma”, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II parlando ai bambini proprio in questa festa”.
La liturgia
Il pensiero del Papa va poi alla liturgia “aspetto essenziale della missione di una Cattedrale” e «culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e […] la fonte da cui promana tutta la sua energia» (come dice il Concilio Vaticano II). In essa ritroviamo tutti i temi cui abbiamo accennato: siamo edificati come tempio di Dio, come sua dimora nello Spirito, e riceviamo forza per predicare Cristo nel mondo La sua cura, pertanto, nel luogo della Sede di Pietro, dev’essere tale da potersi proporre ad esempio per tutto il popolo di Dio, nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di chi partecipa, secondo il principio di una sapiente inculturazione e al tempo stesso nella fedeltà a quello stile di solenne sobrietà tipico della tradizione romana, che tanto bene può fare alle anime di chi vi partecipa attivamente. Si ponga ogni attenzione affinché qui la bellezza semplice dei riti possa esprimere il valore del culto per la crescita armonica di tutto il Corpo del Signore”. E conclude il Papa: “La liturgia è un ambito in cui questa verità si realizza in modo eminente; e mi auguro che chi si accosta all’Altare della Cattedrale di Roma possa poi partire pieno di quella grazia con cui il Signore vuole inondare il mondo”.
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