L’Europa discute di garanzie per l’Ucraina, ma è Putin l’unico ostacolo alla pace

Agosto 20, 2025 - 16:30
 0
L’Europa discute di garanzie per l’Ucraina, ma è Putin l’unico ostacolo alla pace

Il ritmo degli sforzi diplomatici europei per aiutare l’Ucraina a raggiungere un cessate il fuoco e trovare garanzie di sicurezza è aumentato molto nell’ultima settimana. È come se il vertice di Ferragosto in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin avesse sbloccato i dialoghi. Ma al massimo può aver alimentato l’illusione di un’apertura del dittatore russo. Apertura che finora non si è vista e probabilmente non esiste.

Dopo l’incontro di lunedì a Washington con il presidente degli Stati Uniti, ieri i leader europei della coalizione dei volenterosi si sono riuniti in videoconferenza, presieduta dal primo ministro britannico Keir Starmer e dal presidente francese Emmanuel Macron. Come al solito, si è parlato molto, tutti si sono ritrovati allineati sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina e non darla vinta all’imperialismo russo. Di per sé non è un fatto irrilevante, erano presenti più di trenta alleati di Kyjiv, compresa l’Italia con Giorgia Meloni: è un segnale forte dell’unità europea.

Ci sono stati due passi in avanti, per quanto piccoli. Il primo è l’idea di tenere un ipotetico vertice tra Putin e Volodymyr Zelensky in Svizzera, a Ginevra. «Il vertice dovrebbe essere ospitato da un Paese neutrale, magari la Svizzera, io insisto per Ginevra, o un altro Paese. È più di un’ipotesi, è la volontà collettiva», ha detto Macron. Anche il ministro degli esteri svizzero, Ignazio Cassis, ha confermato che il Paese potrebbe organizzare il summit di pace. Tra l’altro, dettaglio non marginale, in quanto firmataria dello Statuto di Roma, la Svizzera sarebbe tecnicamente obbligata ad arrestare Putin al suo arrivo nel Paese. Ma Cassis ha suggerito che la Svizzera concederebbe l’immunità penale all’autocrate se si recasse nel Paese per colloqui di pace.

Tra l’altro, nel corso della giornata di ieri due fonti informate dei fatti hanno rivelato che durante la telefonata di lunedì tra Trump e Putin, quest’ultimo avrebbe suggerito di tenere a Mosca un possibile incontro con il presidente ucraino. Insomma, avrebbe voluto portarlo direttamente nella tana del leone.

Il secondo passo in avanti riguarda le garanzie di sicurezza. Dopo il vertice, un nota dell’ufficio del premier britannico ha rivelato che i Paesi partecipanti hanno concordato un incontro tra i team di pianificazione militare e la loro controparte statunitense. Dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. L’obiettivo è delineare una strategia «per dare all’Ucraina garanzie di sicurezza e preparare l’invio di una forza di rassicurazione dopo il cessate il fuoco».

Purtroppo però non c’è ancora niente di concreto. Al momento da Mosca nessuno ha fatto sapere di volersi sedere al tavolo con il presidente ucraino per mettere fine ai combattimenti. Anzi, ieri il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto che la Russia non è contraria in linea di principio a un incontro bilaterale tra Zelensky e Putin, «ma qualsiasi contatto che coinvolga alti funzionari dovrebbe essere preparato con molta attenzione». Un modo per minimizzare, per allontanare la possibilità di raggiungere una pace di qualsiasi tipo.

Come se non bastasse, ieri Donald Trump ha parlato a Fox News, nella mattina americana, e le sue dichiarazioni sono state di nuovo troppo vicine alle posizioni di Putin. Esattamente come quelle successive al bilaterale del 15 agosto. Sembra che la scelta di campo atlantista e occidentalista delle ultime settimane sia già una cosa del passato. «Spero che il presidente Putin si comporti bene, altrimenti la situazione sarà dura per lui. E spero che Zelensky, il presidente Zelensky, faccia quello che deve fare. Deve mostrare un po’ di flessibilità», ha detto Trump. Difficile capire cosa significhi “flessibilità” per il presidente di una nazione che da tre anni e mezzo resiste a un nemico più grande e armato, deciso a cancellarla dalla faccia del pianeta.

Probabilmente intende dire che Zelensky dovrebbe accettare la cessione dei territori che reclama Putin, compresi quelli non occupati militarmente. Sarebbe la stessa posizione espressa dal primo ministro slovacco Robert Fico, noto filorusso che anche ieri ha voluto dire la sua: «Senza una discussione sui cambiamenti territoriali in Ucraina non si possono fare progressi», ha detto in un video di tre minuti pubblicato sui suoi canali social, registrato dopo la sua partecipazione alla riunione del Consiglio europeo sull’Ucraina. E secondo lui questa non è neanche la condizione più importante: «Il primo prerequisito fondamentale per porre fine al conflitto è la comprensione che l’Ucraina non può diventare uno Stato membro della Nato».

Subito dopo il vertice dei volenterosi si è tenuta una seduta del Consiglio europeo. Il presidente António Costa ha ribadito in conferenza stampa che il processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea deve andare avanti e che l’Europa deve partecipare a qualsiasi negoziato di pace insieme all’Ucraina, alla Russia e agli Stati Uniti perché «è in gioco la sicurezza dell’intero continente».

Costa ha poi elencato le urgenze condivise dai leader dell’Unione: la fine degli attacchi russi, la ripresa degli scambi di prigionieri, l’individuazione di garanzie di sicurezza a partire dal fatto che l’Ucraina mantenga forze armate in grado di difendere la sua sovranità. Intanto l’Unione europea sta mettendo a punto anche un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che dovrebbe essere pronto il mese prossimo. «Non ci si può fidare del fatto che Putin mantenga alcuna promessa o impegno. Pertanto, le garanzie di sicurezza devono essere sufficientemente solide e credibili da dissuadere la Russia dal riorganizzarsi e riattaccare», ha detto ieri l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas.

Il vero, grande problema, però, è che qualunque piano per dare un futuro sicuro all’Ucraina si scontrerà con il veto del dittatore russo. Putin non fermerà il suo esercito fin quando non avrà ottenuto quello che vuole, al tavolo dei negoziati o sul campo di battaglia.

L'articolo L’Europa discute di garanzie per l’Ucraina, ma è Putin l’unico ostacolo alla pace proviene da Linkiesta.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News