L’Ue accelera sulla stretta anti fast fashion e anticipa l’abolizione del “de minimis” al 2026

Novembre 17, 2025 - 22:30
 0
L’Ue accelera sulla stretta anti fast fashion e anticipa l’abolizione del “de minimis” al 2026
https://www.pambianconews.com/wp-content/uploads/2025/11/guillaume-perigois-wVqC9dty3VQ-unsplash-1.jpg

L’ultra fast fashion torna nel mirino dell’Unione europea. I ministri delle Finanze hanno infatti approvato l’anticipo al 2026 dell’abolizione della soglia ‘de minimis’, che oggi consente alle piattaforme di e-commerce di spedire pacchi sotto i 150 euro senza pagare dazi. La misura, che richiede ora il via libera del Parlamento europeo, mira a contrastare l’ascesa dei colossi dell’e-commerce low cost come Shein e Temu, ma anche di player come AliExpress e delle dinamiche legate ai cosiddetti Amazon Haul.

La proposta, avanzata dal commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, introduce una tassa doganale semplificata e temporanea per sostituire l’attuale esenzione, in attesa della riforma doganale completa prevista per il 2028. L’urgenza è dettata dai numeri: nel 2024 i pacchi sotto i 150 euro diretti verso l’Europa hanno raggiunto quota 4,6 miliardi, oltre il 90% dei quali provenienti dalla Cina. Un flusso che, secondo Bruxelles, rischia di compromettere la competitività delle imprese europee e la coesione del mercato unico.

Il tema, già sollevato al recente 30° Pambianco-PwC Fashion Summit dal presidente di Confindustria moda Luca Sburlati, trova così una prima risposta politica. Sul palco dell’evento, Sburlati aveva indicato l’eliminazione del regime dei de minimis sui piccoli invii come una delle misure reattive necessarie nel breve termine per tutelare il made in Italy.

Intanto diversi Stati membri stanno ulteriormente valutando ulteriori restrizioni sui pacchi dell’ultra fast fashion. L’Italia, infatti, sta preparando un’imposta nazionale entro fine anno per tutelare il comparto fashion, mentre la Romania sta valutando l’introduzione di un contributo fisso per pacco. Una tendenza che preoccupa EuroCommerce, secondo cui un mosaico di tariffe nazionali rischierebbe di frammentare il mercato unico, compromettendo la parità competitiva fra gli operatori. Anche le realtà più attive del settore come Zalando sono intervenute tra i principali sostenitori della stretta, chiedendo non solo un’accelerazione dell’eliminazione dell’esenzione, ma anche l’introduzione di una handling fee europea di circa due euro a pacco come misura ponte verso la riforma del 2028.

Sul fronte dei consumatori, il Codacons stima però che la nuova tassa potrebbe generare una stangata da 9,2 miliardi di euro all’anno sulle famiglie europee. Shein e Temu, intanto, restano in silenzio. Ma la mossa europea segna l’apertura di un nuovo capitolo nella regolamentazione dell’e-commerce globale: da un lato la necessità di tutelare l’industria locale e garantire concorrenza leale, dall’altro la sfida di governare un mercato digitale in continua e rapidissima espansione.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News