Miniere nello spazio: la nuova corsa agli asteroidi e le sue sfide
Rocce del valore di miliardi di euro fluttuano sopra le nostre teste, e l’umanità ha già iniziato a inseguirle. L’idea di estrarre risorse nello spazio, un tempo confinata alla fantascienza, oggi si avvicina alla realtà grazie ai progressi delle agenzie spaziali e delle startup private che scommettono sull’economia extraterrestre.
Gli asteroidi, in particolare quelli vicini alla Terra, sono considerati dei veri scrigni cosmici. Contengono metalli preziosi come platino, rodio e iridio, ma anche ferro, nichel e cobalto, in concentrazioni che superano di decine di volte quelle dei giacimenti terrestri. Oltre ai metalli, molti di questi corpi celesti racchiudono acqua, idrogeno e ossigeno: elementi essenziali per la vita e per produrre propellente direttamente nello spazio, riducendo la dipendenza dai lanci dalla Terra.
Le agenzie spaziali stanno già testando le tecnologie necessarie. La missione Hayabusa2 dell’agenzia giapponese JAXA, lanciata nel 2014, ha raccolto campioni dall’asteroide Ryugu e li ha riportati sulla Terra nel 2020, rivelando materiali organici e acqua primordiale. La NASA ha fatto lo stesso con OSIRIS-REx, che ha raggiunto Bennu nel 2020 e consegnato alla Terra, nel settembre 2023, frammenti ricchi di carbonio e fosfati. Queste missioni, pur con obiettivi scientifici, sono anche dei test cruciali per capire come “agganciare” e campionare asteroidi in microgravità.
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