Omicidio Sharon Verzeni, Sangare conferma la ritrattazione: “Non sono stato io”

Novembre 11, 2025 - 07:30
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Omicidio Sharon Verzeni, Sangare conferma la ritrattazione: “Non sono stato io”

Ha confermato la ritrattazione, già resa in aula lo scorso 18 marzo, Moussa Sangare, il 31enne in carcere con l’accusa di aver ucciso Sharon Verzeni accoltellandola la notte tra il 29 e 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Il 31enne ha ritrattato la confessione anche nel corso dell’udienza di oggi davanti alla Corte di Assise di Bergamo durante la quale sono state sentite le parti civili, la famiglia della donna e il compagno, Sergio Ruocco. Sangare ha confermato quanto già detto quando ritrattò la confessione resa dopo l’arresto, spiegando alla Corte di essere stato solo un testimone dell’agguato mortale e di non aver ucciso lui la donna. L’udienza è stata rinviata al 16 dicembre per la requisitoria delle parti, mentre il 12 gennaio 2026 sono previste le repliche e la sentenza.

Il padre di Sharon Verzeni: “Sangare poteva scusarsi ma non l’ha fatto”

Moussa Sangare “pur avendone avuto la possibilità, non ha voluto chiedere scusa e questo ci rammarica molto. Vogliamo solo che si faccia veramente giustizia perché abbiamo constatato che non ha alcun rimorso e questo ci fa molto male”. Così Bruno Verzeni, padre di Sharon, la 33enne uccisa il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, parlando con i cronisti fuori dal tribunale di Bergamo, dove Moussa Sangare – imputato di omicidio della donna – ha nuovamente ritrattato la sua confessione, sostenendo di non essere l’autore del crimine.

Legale famiglia: “La versione di Sangare è inattendibile”

“Oggi avrebbe potuto ammettere le sue responsabilità e invece ha continuato con questa versione totalmente inattendibile”. Lo dice a LaPresse Luigi Scudieri, avvocato che assiste la famiglia di Sharon Verzeni e Sergio Ruocco, compagno della donna uccisa tra la notte del 29 e del 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, nel commentare l’udienza odierna in cui Moussa Sangare ha confermato la ritrattazione, dicendo di non aver ucciso la donna. Per il legale le parole del 31enne sono state vissute dalla famiglia della donna come uno “sfregio” alla sua memoria. “Evidentemente, non prova alcun rimorso, come avevano detto periti e consulenti nella scorsa udienza. Spiace perché credo che oggi Sharon abbia subìto un altro sfregio”, ha poi aggiunto parlando con i cronisti fuori dal tribunale di Bergamo. Questa “è la terza versione che racconta”, spiega. “Prima ha riferito di non essere stato a Terno, poi di esserci stato in un orario diverso da quello dell’omicidio, infine come testimone dell’omicidio. E’ una versione non totalmente bizzarra ma praticamente inattendibile”, aggiunge il legale. “Quindi ha mostrato ancora una volta di essere lucido e di non provare rimorso”. La sua versione “è totalmente inattendibile e cozza con tutta una serie di riscontri, quindi non credo ci sia molto da discutere su questo”.

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